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www.ildialogo.org Il Consiglio d'Europa preoccupato per le inadempienze dell'Italia,di Agenzia NEV del 26/05/2010

Diritti umani
Il Consiglio d'Europa preoccupato per le inadempienze dell'Italia

di Agenzia NEV del 26/05/2010

Espelle stranieri verso i propri paesi dove sono a rischio tortura


Roma (NEV), 26 maggio 2010 - L'Italia non rispetta le decisioni della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo: espellendo dei cittadini stranieri verso i loro paesi d'origine dove sono a rischio di tortura e maltrattamenti, l'Italia ha ripetutamente violato la Convenzione dei diritti umani. Lo ha denunciato con un comunicato stampa lo scorso 19 maggio, il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thornbjorn Jagland, il quale si è detto "seriamente preoccupato" per l'estradizione da parte delle autorità italiane del tunisino Slim Mannai verso il suo paese lo scorso 1° maggio, nonostante ci fosse una richiesta di sospensiva del provvedimento emesso dalla Corte di Strasburgo. “Condividiamo il rammarico espresso da Jagland, che richiama l'Italia anche su altri casi di estradizione già avvenuti in violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo”, è il commento di Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), e spiega: “La nostra preoccupazione è duplice: in primo luogo la violazione dei diritti umani individuali che mette a rischio la vita e la sicurezza delle persone, e in secondo luogo l'arroganza del governo italiano che ripetutamente non rispetta le decisioni giuridicamente vincolanti della Corte europea, decisioni che devono essere rispettate da ognuno dei 47 Stati membro della Convenzione europea dei diritti dell'uomo”.
Mannai, catturato in Austria il 20 maggio 2005 in base a un mandato d'arresto europeo emanato dalle autorità italiane nell'ambito di un'indagine sul terrorismo internazionale, era stato estradato in Italia il 20 luglio 2005 e condannato a cinque anni di carcere con una sentenza del 5 ottobre 2006. La sentenza prevedeva l'espulsione alla fine della pena, ma il 19 febbraio 2010, la Corte di Strasburgo aveva chiesto alle autorità italiane di sospendere fino a nuovo ordine il rimpatrio del tunisino. Jagland precisa che “non rispettando le misure della Corte si rischia di minare il sistema dei diritti umani, che è fondamentale per la protezione di tutti i cittadini europei".


Sabato 29 Maggio,2010 Ore: 18:18
 
 
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