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www.ildialogo.org ASILO "CRISTIANO" DI GOITO: IL MONDO RELIGIOSO SI INDIGNA. LA CHIESA CATTOLICA MENO,

ASILO "CRISTIANO" DI GOITO: IL MONDO RELIGIOSO SI INDIGNA. LA CHIESA CATTOLICA MENO

35486. MANTOVA-ADISTA. Più papisti del papa, come ormai capita sempre più di frequente nel nostro Paese. Anche perché mons. Piergiorgio Debernardi (la Stampa, 24/2), vescovo di Pinerolo e membro della Commissione della Cei per l'Ecumenismo e il Dialogo, ha affermato "di essere fermamente contrario a di soli cristiani". Ma il regolamento approvato il 22 febbraio scorso dal consiglio comunale di Goito, paese del mantovano guidato da una giunta sostenuta da Pdl e Lega Nord, fin dalla premessa, dice qualcosa di diverso: "La scuola Angeli Custodi accoglie i bambini regolarmente iscritti dalle famiglie e persegue finalità educative e di sviluppo della loro personalità in una visione cristiana della vita". L'art. 1 del testo, che prevede le modalità di accesso alla struttura, è ancora più esplicito: "L'iscrizione avviene previa accettazione del regolamento ed è richiesta dai genitori al Comune di Goito".
Un regolamento subito impugnato dalle opposizioni. Il capogruppo dell'Unione Civica per Goito (area Pd) Franco Casali, ha denunciato: "La nostra deduzione è che chi non ha una visione cristiana della vita è tagliato fuori, il che è incostituzionale perché quella è una scuola pubblica pagata con soldi del Comune, non una struttura privata". Per il sindaco Anita Marchetti (di area Udc), invece, si sta facendo "tanto rumore per nulla: da 30 anni c'è una sezione della scuola comunale che ha per insegnanti delle suore. L'anno scorso abbiamo fatto una convenzione con la curia di Mantova e abbiamo adottato il regolamento della Fism [la Federazione Italiana Scuole Materne, organismo riconosciuto dalla Cei]": "Questo regolamento disciplina una situazione di fatto". La questione è però se un asilo comunale, cioè pubblico, possa adottare criteri da scuola privata. Secondo il sindaco, si tratta di un falso problema: "Non è vero che non sono accettati quanti non si riconoscono in una visione cristiana, è una scuola pubblica e chiunque può essere iscritto. E comunque a Goito ci sono anche nove sezioni di scuola statale. La sezione comunale ha semplicemente un altro retaggio: io a scuola dicevo le preghiere e non ci trovavo niente di strano". Qualcosa di strano invece lo trova Rita Scapinelli, consigliere d'opposizione, cattolica di sinistra: "Avevo chiesto di ritirare questo regolamento, mi è stato risposto che, siccome la scuola materna è stata gestita sempre dalle suore, andava sancita formalmente tale situazione. Del resto anche nella delibera della convenzione con l'opera diocesana, relativa alla conduzione della struttura, si è scritto che l'insegnante è di chiara ispirazione cristiana".
Intanto, mentre l'Osservatorio Antidiscriminazioni di Mantova si è detto disponibile a sostenere "qualsiasi ricorso contro il regolamento sulla cui costituzionalità occorre fare verifiche", un esposto è già stato presentato all'Associazione nazionale dei Comuni italiani. Sulla vicenda è intervenuto anche il garante della privacy che, con una nota ufficiale del 23 febbraio scorso, ha chiesto "al Comune di Goito informazioni sull'iniziativa. Il regolamento approvato sembra infatti presupporre una raccolta di dati particolarmente delicati, come appunto quelli sul credo religioso".
Sul versante religioso, silenzio da parte delle gerarchie cattoliche, se si eccettuano le dichiarazioni rese da Debernardi alla Stampa e quelle del vescovo di Mantova mons. Roberto Busti, che ha tentato di gettare acqua sul fuoco, promettendo che "gli educatori formati dalla Curia staranno molto attenti a non urtare le diverse sensibilità religiose". Assai meno conciliante l'editoriale di Davide Rondoni su Avvenire (25/2), che ha messo in relazione la questione dell'asilo di Goito con la vexata quaestio della sentenza di Strasburgo contro il crocifisso (il 2 marzo la Corte Europea di Strasburgo ha giudicato ammissibile il ricorso italiano contro la sentenza. Ricorso "ammesso", quindi, e che verrà discusso nei prossimi mesi; non "accolto", come molti media italiani hanno voluto far intendere): "Moltissime scuole di Italia - ha scritto Rondoni - possono irridere e far sparire segni e ispirazione cristiana dalla nostra cultura (con grave errore culturale prima che religioso, appunto) senza dichiarare alcunché e se invece una di queste scuole, per amore di chiarezza e fedeltà a una storia pluridecennale, indica che in una sezione si considererà la 'visione cristiana', succede il piccolo grande putiferio. Il banale e velenosissimo putiferio".
Profondamente indignato si è detto invece il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Massimo Aquilante. Questa misura, afferma in un comunicato diffuso dall'agenzia evangelica Nev, "colpisce i più indifesi della nostra società, i minori, precludendo loro un'occasione di conoscenza reciproca e di scambio che sono alla base di una società aperta e accogliente. Inoltre è deplorevole l'ignoranza da parte degli amministratori dei più fondamentali diritti della persona previsti dalla nostra Costituzione, nonché dalla Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo", che proibisce qualsiasi discriminazione su base etnica, politica, culturale, sessuale o religiosa. "Ci troviamo - ha detto Aquilante - di fronte a un grave segnale di quel razzismo diffuso che sempre più frequentemente si sta manifestando nel nostro Paese". "Preoccupante - ha concluso - è infine la strumentalizzazione che si fa dell'evangelo di Gesù Cristo che invita proprio all'inclusione e all'accoglienza".
Sulla stessa linea la Comunità ebraica di Mantova e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che in nota congiunta (25/2) "riaffermano il dovere per tutti di rispettare in ogni occasione i principi di laicità dello Stato e i diritti delle minoranze garantiti dalla Costituzione", perché una tale decisione, "pur circoscritta ad una realtà locale, non garantirebbe i medesimi diritti e le medesime possibilità e parità di accesso a luoghi e servizi pubblici, ai cittadini italiani appartenenti a confessioni religiose diverse dalla cattolica o non credenti, legittimandone in tal modo l'esclusione o la mancata iscrizione".
Immediata la replica della Fism: nel "mettere a disposizione la propria professionalità e competenza nella gestione delle attività educative", l'organismo che riunisce le scuole cattoliche conferma "che il progetto educativo a cui essa ispira l'educazione dei bambini si rifà ai valori cristiani" ed "è offerto a chiunque lo ritenga valido per l'educazione dei propri figli, senza preclusione per nessuno". La bufera non è passata però senza contraccolpi. E infatti la nota chiarisce che "qualora non esistano le condizioni" per una collaborazione con l'amministrazione comunale, la Fism ne prenderà atto e non avanzerà nessuna richiesta. (valerio gigante)
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da Adista Notizie n. 21 del 13/03/2010

Articolo tratto da
ADISTA
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Marted́ 09 Marzo,2010 Ore: 14:52
 
 
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