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www.ildialogo.org Il kairòs della comunità cristiana e della società italiana di fronte ai rifugiati,a cura di Mauro Matteucci

Il kairòs della comunità cristiana e della società italiana di fronte ai rifugiati

a cura di Mauro Matteucci

Ringraziamo l'amico Mauro Matteucci per averci inviato questo documento, firmato dalle Le comunità parrocchiali di Vicofaro e di Ramini - Bonelle, a sostegno di don Massimo Biancalani, vittima tra l'altro recentemente di un grave incidente automobilistico. A lui e alla sua comunià tesprimiamo la nostra più piena e convinta  solidarietà.
L’articolo di mons. Galantino apparso su IL Sole 24 Ore, dal titolo già estremamente significativo e illuminante Il nodo dei migranti si affronta solo conoscendolo, ha il merito indubbio della parresìa, cioè di affrontare l’argomento con spirito di verità e estrema sincerità, facendo nomi e cognomi riguardo al caso di don Massimo Biancalani, mentre, anche a Pistoia ha dominato un silenzio assordante e ipocrita, in particolare nel mondo cattolico. Eppure la scelta di don Massimo, come ha sottolineato poche settimane fa nel toccante incontro con i profughi, Yolande Mukagasana – la testimone del genocidio ruandese - si pone sulla linea della coerenza al messaggio biblico ed evangelico: Ero straniero e mi avete accolto …
Eppure, e le quattro parole di papa Francesco – cui Galantino fa riferimento - lo hanno sintetizzato in modo bellissimo, è compito dei cristiani: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. E’ quanto con le loro modeste forze stanno cercando di fare don Massimo, i suoi collaboratori e le comunità di Vicofaro e di Ramini con i corsi di insegnamento della lingua italiana, con la formazione professionale (dall’orto biologico alla sartoria, alla panificazione) con le iniziative di socializzazione, come la pizzeria. Bisogna ripartire, in una società profondamente imbarbarita, dal senso più autentico dell’accoglienza, che non è buonismo o sterile ideologia, ma condivisione dell’umanità dell’estraneo, che è anche scoperta dell’io. Solo così può costituirsi l’idea di un mondo umano. Come dicevano i greci ‘è lo straniero che ci dice chi siamo’. I migranti non sono dei deprivati da beneficare, ma umani con la loro storia, le loro sofferenze, le loro legittime aspirazioni a una vita dignitosa: quindi l’incontro con loro è innanzi tutto incontro tra umani. Il metodo della conoscenza, come evidenzia giustamente mons. Galantino, diventa allora fondamentale per la costruzione di autentici rapporti umani su un piano di uguaglianza con l’altro.
L’emergenza–profughi ha avuto una vera e propria accelerazione, a partire dell’aggressione alla Libia e dallo stato di guerra infinita ormai in atto in numerose parti del pianeta, oltre alla violazione dei diritti umani e all’impoverimento di ampi strati sociali, al cambiamento climatico in numerosi Paesi. Perciò quanta ipocrisia nel mantenere la distinzione tra profughi per motivi umanitari e emigranti per motivi economici! Così come l’Europa dimentica quale pesantissimo tributo deve pagare all’Africa per le sue gravissime responsabilità legate al colonialismo: dai massacri, ai saccheggi di risorse, alla dominazione, al degrado ambientale! L’ambiguo slogan Aiutiamoli a casa loro nasconde le ragioni di stato del nostro Paese e dell’Europa: materie prime, armi, grandi infrastrutture, a cui si aggiunge la necessità di stringere alleanze con i personaggi più squalificati, per porre fine al problema dei migranti.
Quanto avvenuto recentemente a Pistoia con tanti episodi di intolleranza e di razzismo fino agli attacchi di Matteo Salvini e del movimento neofascista e neonazista Forza Nuova, a don Massimo Biancalani per l’accoglienza ai rifugiati africani, rispecchia nella nostra realtà di provincia la gravissima regressione politica, culturale ed etica in atto nella società. L’episodio della Messa del 27 agosto ha rappresentato un pericoloso e gravissimo segno di intolleranza, cui il sacerdote ha saputo rispondere allo stesso tempo con fermezza e spirito evangelico. Tanti gesti spontanei di solidarietà da parte di singoli cittadini – crediamo siano ormai superate le distinzioni tra credenti e laici - dimostrano che è viva una coscienza solidale per ricostruire la convivenza democratica. Dobbiamo rifiutare di essere un Paese senza memoria, che ha dimenticato in fretta come nel passato, all’inizio del secolo scorso, noi italiani abbiamo mandato in giro per il mondo 30 milioni di migranti. Ma se lo Stato, la Politica continueranno ad essere assenti e a mettere al primo posto il bilancino elettorale – come successo con il vergognoso rinvio della legge dello ius soli - ci troveremo di fronte a una forma di messa in scena in cui tutti, assistiti e assistenti, recitano come un copione, al termine del quale, al prezzo di un immenso spreco di intelligenza e umanità, non si profila alcuna parvenza di integrazione, bensì, nella maggior parte dei casi, marginalità, esclusione, disadattamento, sfruttamento e, in misura crescente, irregolarità. Aumentano così ogni giorno le persone invisibili, senza alcuna possibilità di inclusione sociale. Quanto sta avvenendo nel piccolo a Vicofaro e in molte altre realtà, può essere invece un segno per dare speranza ai fratelli nel bisogno e per restituire orizzonti di senso alla nostra società e in particolare alle giovani generazioni, che dovranno imparare a convivere con serenità nel rispetto verso la differenza.
Le comunità parrocchiali di Vicofaro e di Ramini - Bonelle



Sabato 04 Novembre,2017 Ore: 10:14
 
 
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