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www.ildialogo.org Il coraggio della speranza,a cura di CARLO CASTELLINI

Il coraggio della speranza

a cura di CARLO CASTELLINI

Un incontro a Verona


PRESENZE QUALIFICATE A VERONA PER IL CORAGGIO DELLA SPERANZA NELL'AFRICA DI IERI E DI OGGI. HANNO PRESO LA PAROLA GAD LERNER, GIAMPAOLO ROMANATO, ESOHE AGHATISE, FERNANDA CRISTINELLI, ELISA KIDANE', CECILE KYENGE (ASSENTE),PADRE ALEX ZANOTELLI.
CONTORNATO: Una serata come solo Verona è capace di riservare ai suoi missionari. E' così che l'Auditorium del Palazzo della Gran Guardia, che dà su Piazza Bra, traboccava di gente lunedì sera 21 ottobre, per far memoria di quel grande innamorato dell'Africa e degli Africani che è stato DANIELE COMBONI.
Verona tutta sembrava stringersi attorno alla famiglia comboniana-sacerdoti, e Fratelli comboniani, suore comboniane, missionarie secolari, che intendeva celebrare il 10° anniversario della proclamazione di Comboni santo. Grande organizzatore della serata, padre Venanzio Milani, responsabile del gruppo comboniano che fa capo a FFONDAZIONE NIGRIZIA ONLUS.
Tema dell'incontro:”IL CORAGGIO DELLA SPERANZA NELL'AFRICA DI IERI E DI OGGI”. A moderare la tavola rotonda è stato chiamato il noto giornalista GAD LERNER, che il giorno prima annunciava sul blog ai suoi followers che sarebbe venuto a Verona per “festeggiare con gli amici di NIGRIZIA”, ( di cui è opinionista da 13 anni ormai, Ndr), “il fondatore dei comboniani e di un'idea di missione opposta alla cultura coloniale, proclamato perciò patrono dell'Africa.
Ancora prima di cominciare l'incontro, GAD LERNER non resisteva a congratularsi con Verona,, nel vedere la grande sala riempirsi al completo:”Ogni volta che vengo a Verona per i comboniani vedo colma questa sala....Il che contraddice lo stereotipo di una Verona provinciale e razzista....anche se episodi di xenofobia e razzismo si producono e non possono non destare preoccupazione e sdegno”.
Molto apprezzato l'intervento del prof. GIANPAOLO ROMANATO, professore associato di storia moderna e contemporanea della Chiesa. Romanato è membro del pontificio comitato di scienze storiche. I suoi interessi scientifici vanno vanno dalla storia del papato in età contemporanea alla storia dell'espansione missionaria e delle esplorazioni africane.. I Comboniani gli sono grati per il suo lavoro L'AFRICA NERA TRA CRISTIANESIMO E ISLAM. L'ESPERIENZA DI DANIELE COMBONI 1831-1881 (CORBACCIO, 2003).
Proprio partendo dal suo libro su Comboni, lo storico ha aiutato il pubblico a guardare all'Africa di oggi con gli occhi di Comboni, uomo del suo tempo certo, ma che ha creduto nell'Africa e nella sua rigenerazione, tramite la promozione dell'uomo e della donna africani. Il Vangelo per Comboni, infatti significa salute, educazione, lotta alla schiavitù, lavoro....e per gli africani e per la loro dignità ha speso tutto sé stesso, affrontando disagi che a noi moderni risulterebbero insopportabili. Basti pensare ai terribili viaggi nel deserto (caldo impossibile di giorno e freddo di notte, senza nemmeno l'acqua da bere se non quella che ci si poteva portare appresso e ben presto maleodorante....), alle febbri e ai pericoli d'ogni genere cui si doveva far fronte.
Non sono mancate le voci femminili quella di ESOHE AGHATISE, avvocatessa nigeriana, presidente dell'Associazione IROKO ONLUS, che haq voluto sfatare i luoghi comuni sugli immigrati di tutti i tempi e di tutti i paesi, appoggiandosi anche sull'oggettività delle statistiche ufficiali.
E quella di FERNANDA CRISINELLI, suora comboniana, che ha raccontato el risveglio e dell'impegno della donna africana come tessitrice di speranza. Assente la ministra CECILE KYENGE, fino all'ultimo fermamente intenzionata a partecipare all'evento, impegnata per dovere istituzionale nella commemorazione funebre dei profughi periti a centinaia il 3 ottobre nella tragedia al largo di LAMPEDUSA.
La ministra dell'integrazione si è scusata con il pubblico ed ha inviato un messaggio letto dalla comboniana ELISA KIDANE', direttrice di Comboni.fem. Nel messaggio KYENGE CECILE riafferma il suo pensiero sul diritto d'asilo, lo IUS SOLI, e la necessità di mettere in atto politiche di cooperazione internazionale atte a promuovere il co.sviluppo.
L'intervento clou della serata (è non poteva essere altrimenti), è stato quello di PADRE ALEX ZANOTELLI, direttore storico di NIGRIZIA, molto legato a Verona fin dagli anni Ottanta, che raccolto l'attenzione della sala, spiazzando com'è solito fare, i suoi ascoltatori.
Ha subito reagito polemizzando per la bottiglietta in plastica d'acqua minerale offertagli, e da lui rifiutata. ALEX non è per l'acqua San Benedetto,, ma SAN RUBINETTO! Ed ha continuato criticando proprio la KYENGE che “avrebbe dovuto esse qui con noi e non ad Agrigento con il vice premier e ministro degli Interni ALFANO, insieme alla vergognosa presenza di SEMEDE TEKLE, ambasciatore dell'ERITREA IN ITALIA. Proprio il regime persecutore dei naufraghi di Lampedusa che aveva addirittura osato schedare i sopravvissuti per rivalersi sulle loro famiglie rimaste in patria.
E qui Padre ALEX ha invitato tutti ad alzarsi e osservare un minuto di silenzio, rigorosamente rispettato da tutti con commozione. “OSCENA”, ha definito padre ALEX la POLITICA ESTERA, del nostro paese che, per motivi diplomatici e convenienza economiche, intrattiene rapporti di amicizia con governi aguzzini e che all'interno non esita a promulgare LEGGI “RAZZISTE” COME LA BOSSI-FINI
Lo scandalo più che l'introduzione del reato di CLANDESTINITA' è QUELLO DI CONSIDERARE L'IMMIGRANE MERA FORZA DI LAVORO, di cui sbarazzarsi a piacimento, e non invece, SOGGETTO DI DIRITTO a pieno titolo. “Occorre, insiste Zanotelli, riscoprire l'Africa come culla della vita, origine del ragionare umano, madre dell' HOMO SAPIENS, come ormai convengono tutti gli studiosi”.
Per una volta, Padre ALEX, più che abbandonarsi alla critica, anche dei confratelli, ha preferito tessere l'elogio di quanti, tra i comboniani hanno contrastato apertamente, anche a prezzo della vita, le dittature di governi fantoccio filo-occidentali. Veri figli di Comboni nella lotta all'ingiustizia, alla povertà, ad ogni schiavitù. Tanti sono stati espulsi perchè davano fastidio ai governi locali, aguzzini dei loro popoli.
OGGI LA MISSIONE SI è FATTA GLOBALE.
Sono i popoli che giungono a noi e così i comboniani sono chiamati ad essere missionari anche qui, nel RIONE SANITA A NAPOLI, come padre Alex, ad esempio,a ROSARNO>, A SAN SEVERO...Ormai non sono i locali, ma gli Africani a ribellarsi per primi alla camorra, alla mafia, al caporalato contro 'o sistema, quel sistema di morte che uccide per fame e per guerra.
Saranno quei piedi sempre in marcia a salvare l'Italia? Perchè qui si tratta di convertire la tribù dei bianchi, come padre Alex si compiace di ricordare, gli era stato detto in occasione del suo commiato dalla baraccopoli di KOROGOGHO, 12 anni fa.
Si, Comboni è più vivo che mai nei suoi figli e figlie, e in quanti ne condividono l'amore appassionato per l'Africa, e continua a sognare con noi un avvenire splendido per il “CONTINENTE DELLA SPERANZA”. (a cura di CARLO CASTELLINI).



Lunedì 20 Gennaio,2014 Ore: 07:51
 
 
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