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www.ildialogo.org Cori razzisti: chiusa la curva dello stadio, ma imperversano gli ultras della politica,di Mimmia Fresu

Cori razzisti: chiusa la curva dello stadio, ma imperversano gli ultras della politica

di Mimmia Fresu

Juventus-Lazio, serata di Supercoppa, dalla curva laziale si alzano fischi e ululati all'indirizzo dei giocatori di colore della squadra avversaria: Pogba, Ogbonna e Asamoah. Giocatori dalla pelle nera ce ne sono anche nella squadra della Capitale, fra i biancocelesti, ma questi sono aspetti che l'ignoranza non coglie. A fine partita, l'arbitro, stila il rapporto che, poi, il giudice sportivo traduce in sanzione: curva nord chiusa per un turno - per avere suoi sostenitori, collocati nel settore dello stadio denominato “Curva Nord”, indirizzato grida e cori espressivi di discriminazione razziale nei confronti di tre calciatori della squadra avversaria-. Si, il mondo dello sport ha un regolamento che vieta e punisce le manifestazioni di razzismo e, seppure ancora con timidezza, comincia ad applicarlo. Anche nella legislazione italiana a partire dalla Carta Costituzionale, il razzismo è messo al bando e punito.

Nella Costituzione si condanna ogni forma di razzismo e all’articolo 3 recita: -Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali-. Poi ci sono i diritti inviolabili dell'uomo e che rientrano fra i diritti civili, art. 2 del T.U. n. 286 del 1998. Poi c'è la legge 654 del 1975 che prevede pene pecuniarie fino a 6 mila euro e detentive fino a quattro anni, ma nessuno sembra farci caso. E' riportato sull'Espresso -I cento giorni di insulti- al ministro Kyenge, con un lungo elenco di crudeltà e inaudita violenza. Insulti provenienti da esponenti di forze politiche che siedono in parlamento e altre appartenenti all'area dell'estrema destra. Sputi verbali che salgono agli onori della cronaca proprio perché il bersaglio è un ministro della repubblica. Messaggi dal potere pervasivo, emulativo, che permea nel tessuto sociale culturalmente meno attrezzato, fino quasi ad essere percepito come un fatto di costume, se non proprio autorizzato, sicuramente tollerato. E' quello che accade a quasi tutti gli stranieri presenti sul nostro territorio, quotidianamente alle prese con atti di discriminazione e violenza che diventa cronaca solo se scorre sangue. Ecco il paradosso: se l'atto razzista accade dentro uno stadio, giustamente, scatta la sanzione come forma di deterrenza, se la stessa cosa avviene nel sociale, nella vita di tutti i giorni, agli ultras della politica e alla lunga schiera di quella tifoseria, non succede proprio nulla. Nessun verbale a loro carico, nessuna sanzione.

Nonostante le leggi dello Stato.

Mimmia Fresu




Giovedì 22 Agosto,2013 Ore: 11:24
 
 
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Osservatorio sul razzismo

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