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www.ildialogo.org Il pangermanesimo che avanza (con la benedizione di Ratzinger).,di Rosario Amico Roxas

Il pangermanesimo che avanza (con la benedizione di Ratzinger).

di Rosario Amico Roxas

Il segnale che emerge dai fatti di odio razziale è molto più grave di quanto si creda.

Avanza, anche se sommessamente, l'idea di un pangermanesimo già sperimentato; le analogie all'attualità sono preoccupanti.

Nel pangermanesimo hitleriano il denominatore comune fu l'esaltazione della razza pura, la razza ariana, di cui l'antisemitismo non fu che il corollario e la conseguenza.

Oggi si ripresenta anche l'idea di una razza superiore, sotto le ipocrite vesti di "radici cristiane dell'Europa", cosa che avviene per bocca e per mano del pontefice massimo del cattolicesimo che si allontana dal Cristianesimo.

C'è voluta l'ignobile società di Ratzinger con il razzista Marcello Pera, per scodellare la più vetusta delle ideologie che esalta una razza solo per disprezzare le altre, inglobando nella razza anche la cultura e la religione. L'appoggio dato dal pontefice a questa manifestazione di razzismo puro, condannata a parole ma stimolata nella dottrina,  genera le condizioni di liceità anche nella violenza, come se rivolgerla contro il diverso non debba identificare un reato e un peccato.

Torniamo indietro di qualche secolo, quando era la Chiesa stessa ad organizzare le più assurde violenza contro i diversi, che allora erano gli ebrei, come prima erano state le streghe e i maghi, ma anche  i critici di un sistema corrotto; allora funzionarono i roghi “purificatori”;  ora sono gli extra comunitari, i rom, gli immigrati, e per dare maggiore  peso ad una condanna che sta tra le righe ci si mette anche un pizzico di religione, che non guasta, per eccitare gli animi dei novelli  crociati, diventati nelle more fondamentalisti.

Non trovo differenze di fondo tra la “razza pura” di Hitler e le radici cristiane dell’Europa che escludono le altre culture e le altre religioni, esprimendo un giudizio di valore che condanna  “gli altri” per esaltare la propria parte; il tutto sconvolgendo il messaggio del Concilio Vaticano II.

D’altra parte l’adesione del pontefice al liberismo, esaltato nella lettera di presentazione al libercolo del razzista Pera “Perché dobbiamo dirci cristiani”, svela con drammatica chiarezza, l’abbandono, da parte dell’attuale pontefice, della via indicata dal Concilio e dalle grandi encicliche dei suoi predecessori (Giovanni  XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II), per abbracciare (oltre ai negazionisti lefebvriani)  quel capitalismo liberista  economico che riporta i mercanti nel tempio, con i quali conviene stringere una alleanza piuttosto che scacciarli come indegni dal tempio; ne va di mezzo l’8 per mille e le varie esenzioni fiscali nonchèle facilitazioni alle scuole cattoliche.

Rosario Amico Roxas



Giovedì 15 Dicembre,2011 Ore: 15:43
 
 
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Osservatorio sul razzismo

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