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www.ildialogo.org LA GRANDE VERGOGNA: SE IL SINDACO VIRGINIA LAI CI RIFIUTA I PROFUGHI A LANUSEI,di Giovanna Mulas

LA GRANDE VERGOGNA: SE IL SINDACO VIRGINIA LAI CI RIFIUTA I PROFUGHI A LANUSEI

di Giovanna Mulas

 Diciotto profughi africani sono stati respinti da un hotel di Lanusei il cui gestore si era inizialmente offerto di ospitarli, d’intesa con la protezione civile regionale. 

Il Comune richiama il gestore dell’ hotel all’ordine: “sono delinquenti, dopo dovrete bruciare i materassi”.

«E’ la prima volta che incontriamo una situazione come questa», dice il responsabile della protezione civile regionale, Giorgio Cicalò.

”Il fondamento della vergogna non è il nostro sbaglio personale, bensì che tale umiliazione sia visibile da tutti.” (Milan Kundera) 

Può un sindaco, che rappresenta un’intera popolazione, chiudere le porte del paese ai profughi tacciandoli come delinquentiSolo poche ore fa lo vengo a sapere, durante il mio viaggio di ritorno dalla Colombia. Ancora più lungo per esercitazioni militari in corso all’eroporto di Medellin: Medellin/Panama/Caracas/Roma/Cagliari, si parte il 10 luglio per arrivare in Italia il 12.  Ma questo è un altro discorso; lo approfondirò su ‘Notturno Oltre Confine’, diario di viaggio, di prossima uscita.

Platone: ”...vale a dire la natura e la legge, sono nella maggior parte dei casi opposte. Dunque, quando uno si vergogna e non osa dire le cose che pensa, finisce necessariamente per contraddirsi.”

Il disgusto è grande. Succede che, nel piccolo comune di Lanusei in odor di ciliegie e santità, poco ethically correct e parecchio politically scorrect, quaggiù sulle montagne tra valli d'or dove anche le caprette se la tirano, qui dove s’innalzano più chiese che abitanti ed un’immensa quanto evidentemente inefficace croce fa tanto Dormono Tutti Sulla Collina ( spese d’ illuminazione a carico della popolazione); nel grazioso comune di Lanusei dove, a rotazione, lavorano gli amici degli amici (vedi mio “Comune di Lanusei e l’omertosa Coltura della non cultura”, ArcoIris TV: http://domani.arcoiris.tv/lanusei-lomertosa-coltura-della-non-cultura/ ), dove l’assistenza sociale assiste solo i più simpatici e si dà l’assoluzione da sé stessa; ecco, qui accade che la sindachessa Virginia Lai coltivi idee rivoluzionarie e le partorisca a felice rotazione, in coraggiosa ostinazione contraria oserei dire. Del resto, George B. Shaw avrebbe ribadito che le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano.

Ora, una Mulas probabilmente ancora stordita per il fuso orario si e vi domanda: sarà che certi profughi non sono in odore di cattolicesimo? O sarà che certi profughi odorano troppo? Ossia sono come quei comunisti mangiabambini, quelli pericolosi si, che puzzano tutti tutti e non sanno leggere?.

LA GRANDE VERGOGNA. Diciotto profughi africani del gruppo dei 52 sbarcati il 3 luglio a Cagliari sono stati respinti da un hotel di Lanusei il cui gestore si era dapprima offerto di ospitarli, d’intesa con la protezione civile regionale che avrebbe garantito il pagamento dei servizi. 

Le sei famiglie con bambini, i primi rifugiati dei 436 finora arrivati in Sardegna destinati ad essere accolti in Ogliastra, sono stati trasferiti, con l’interessamento della Provincia, in un hotel del paese di Girasole.

I protagonisti della vicenda forniscono versioni discordanti.

«Mi sento un verme, mi vergogno davanti a queste persone piene di dignità fuggite dal loro paese. Ho lavorato in Congo e in Libia, capisco la loro situazione», racconta il gestore dell’hotel Belvedere, Antonello Cadeddu, spiegando di essere stato costretto a cedere alle pressioni della proprietà della struttura, di una famiglia di Lanusei, che avrebbe manifestato contrarietà alla sua iniziativa di accogliere i profughi, indicata come un rischio di declassamento dell’albergo. «Sono in ritardo con l’affitto, perciò quando la proprietà mi ha diffidato annunciando azioni legali, ho dovuto ritirare la disponibilità. Dal Comune mi è stato detto che queste persone erano delinquenti e che alla fine non solo non avremmo visto un soldo dalla protezione civile, ma che ci sarebbe toccato bruciare i materassi. Allora ho contattato la cooperativa sociale che gestisce l’ostello del comune: le famiglie avrebbero potuto dormire là e venire in hotel per i pasti.

Ma anche quelli dell’ostello hanno ricevuto pressioni dal Comune e questa soluzione non è stata possibile. Quindi, mi è venuto in mente un amico che ha un hotel a Girasole. E abbiamo trovato una soluzione. Nel frattempo abbiamo offerto loro il pranzo».

Il sindaco di Lanusei, contattata dalla protezione civile regionale ridimensiona la vicenda: «Ci risulta che un gestore dell’hotel abbia preso contatti con la protezione civile, a nostra insaputa.”

Lai, precisando che la cooperativa che lo gestisce ha il contratto in scadenza, ha spiegato che l’ospitalità sarebbe dovuta durare solo una notte, per l’imminente arrivo di un gruppo di scout

Non era una buona soluzione, non si poteva ospitarli per una notte e poi rimandarli via.“.

«E’ la prima volta che incontriamo una situazione come questa», dice il responsabile della protezione civile regionale, Giorgio Cicalò.

Fonti: Nuova Resistenza, Unione Sarda, La Nuova Sardegna, vox populi



Domenica 17 Luglio,2011 Ore: 15:54
 
 
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