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www.ildialogo.org HORREIA! LIBERTA’,di p. Giorgio

HORREIA! LIBERTA’

di p. Giorgio

                                           21 aprile 2011 

Ci sono barconi che partono e non arrivano,

non arrivano perché vengono respinti,

non arrivano perché si perdono per sempre nel mare nostro…

E ci sono barconi, invece, che partono e arrivano,

ma non basta arrivare, non basta se poi non si può rimanere.

E c’è una data, il 5 aprile 2011, che ha il potere di determinare se sarai accolto o escluso.

Nei 12 giorni trascorsi nel Campo di S. Maria  con i fratelli tunisini

ho percepito un desiderio profondo di libertà.

Stare in quel campo vedendo quelle mura altissime e quel recinto che delimitava gli spazi

mi faceva sentire come se…questi amici, ancora, fossero… al di là del Mediterraneo.

L’unica possibilità che avevo per rimanere dentro il Campo

senza diventare complice di quella prigione, senza sentirmi meschino

era superare il recinto e stare il più tempo possibile dentro,

dentro i limitati spazi che loro dovevano subire

e cercavo di stare dentro le loro paure, la loro confusione,

dentro la quotidiana domanda: ‘sono salvo o mi riportano in Tunisia?’

In quei giorni ho respirato tanta umanità;

dentro quel recinto c’era l’umanità, c’erano sogni di libertà…

e fuori dal recinto, invece, c’era il nostro mondo, con  tutta la sua ipocrisia,

i suoi silenzi, la sua indifferenza, la sua violenza,

l’incapacità ad ascoltare e accogliere il grido di dignità e di libertà.

Lo si percepiva: dentro il Campo, in realtà, c’erano due campi:

la parete che fronteggiava gli spazi del ‘Sistema’ era stata ridipinta, doveva avere un che di bellezza;

mentre la parete che fronteggiava il recinto, invece, era soltanto un muro…senza colore…grigia:

come se ci fossero persone e ‘non persone’!

Non potevo stare fuori dal recinto,

dovevo stare dentro al recinto con loro per recuperare la mia dignità di uomo.

Le ultime sere mi sono fermato fino a tarda ora, facendo il giro per distribuire i pasti e le sigarette;

in due occasioni mi son posto frammezzo, fra alcuni di loro che litigavano

e qualche poliziotto che voleva intervenire e risolvere la rissa con i manganelli

…ma non c’era bisogno di manganelli, bastavano gli occhi, uno sguardo, una parola, un abbraccio.

E mi piace pensare che, in questi giorni, questi fratelli siano stati accompagnati

da una preghiera speciale, quella del padre Vescovo Nogaro,

che dal letto del dolore ha  invocato per loro dignità e libertà.

Ora questi amici sono fuori con un  Permesso di soggiorno provvisorio per motivi umanitari,

la maggior parte di loro cercherà di raggiungere la Francia, qualcuno ci è già arrivato:

Mahmed mi ha telefonato ieri pomeriggio da Nizza: senza soldi, è partito in treno sabato notte da Napoli; l’hanno fermato e fatto scendere dal treno più volte: a Roma, poi a Grosseto, quindi a Pisa e ancora a Genova dove ha raggiunto un amico e con lui in macchina ha passato la frontiera…

Buona fortuna, Mahmed!

E lunedì altri 220 tunisini sono giunti al Campo…loro sono arrivati a Lampedusa dopo il 5 aprile:

significa che anziché il Permesso di Soggiorno provvisorio

verrà loro consegnato il decreto d’espulsione e poi il rimpatrio!?!

Guardo gli occhi di Montassar, che vive a casa nostra in questi primi giorni di libertà:

sono occhi che guardano lontano …faccio fatica a pensare che quest’altri amici giunti più tardi…

siano spezzati nei loro sogni. Non posso accettare questa ipocrisia!

Ora mi rimbomba nella mente la domanda di Pilato a Gesù: “Che cosa è la verità?”

Gesù non rispose a Pilato perché la risposta era già nella domanda…

quid est veritas? anagrammato è: est vir qui adest!

Sì! La verità è l’uomo che ti sta davanti, ogni uomo che ti sta di fronte!

Salaam malikum!  Che Dio vi benedica, fratelli tunisini,

E a noi sia dato comprendere… uno atto di umanità!



Venerdě 22 Aprile,2011 Ore: 20:55
 
 
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