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www.ildialogo.org LE PAURE DEL GIGANTE,di Missionari comboniani di Castelvolturno

Permessi di soggiorno in nome di Dio
LE PAURE DEL GIGANTE

di Missionari comboniani di Castelvolturno

È difficilissimo riuscire a fare un ragionamento pacato sull’immigrazione. Al governo e alla sua stampa piace soffiare sul fuoco, sbattere mostri in prima pagina e soprattutto, giocare con le emozioni della gente. L’operazione governativa così si riduce ad un mero tam-tam mediatico, un susseguirsi di “spot”che vanno a pescare nelle emozioni e nelle paure di noi tutti.
Stanno giocando con le nostre paure, con quell’istinto che abbiamo nel più profondo di proteggerci e di isolarci. La paura del diverso, di chi viene da lontano, di chi ha la pelle di un altro colore è diventata così la molla di una costruzione identitaria che sembra inattaccabile ma che in realtà non è altro che l’ennesimo gigante dai piedi d’argilla. Stanno costruendo una società fondata sulla paura e stanno mettendo i loro eserciti e polizie a guardia delle nostre false sicurezze. Come se bastassero 300 paracadutisti per risolvere i problemi di Castelvolturno e di tutti i Sud del mondo. Ma i militari ci servono per fare la guardia alle nostre paure, per darci l’ennesima illusione di una sicurezza per pochi.
In questo momento di crisi economica poi, le paure, le emozioni e gli spot dei potenti di turno ci fanno ancora più comodo. Bastano un po’ di pistole e di fucili in più a reprimere il dissenso di una popolazione che non vuole una discarica nel proprio territorio, basta gridare che gli stranieri ci stanno rubando il lavoro e che bisogna pensare prima agli italiani, basta respingere in Libia chi fugge da una dittatura o chi scommette su un futuro migliore, e tutti noi siamo contenti, la nostra ansia si riduce, le nostre paure vengono acquietate. Almeno per un po’.
Ma i potenti stanno mentendo.
La prima grande bugia e forse anche quella più terrificante, è che gli immigrati vanno accolti in base a quello che noi possiamo ricavarne. Ci continuano a dire che abbiamo “bisogno” di braccia e di forza lavoro. Il fatto che oltre alle braccia queste persone portino con se anche un cervello, una storia e un cuore, diventa un problema. Questa è la stessa logica del Sud Africa razzista che nel 1951 ha ideato il sistema delle Bantustans. Guarda caso queste riserve erano geograficamente collocate vicino alle miniere e ad altri interessi economici Anglo-Boeri. Oggi non le chiamiamo Bantustan, le chiamiamo Rosarno, Castelvolurno… Anche qui le “Braccia” diventano manodopera a basso prezzo per gli interessi dei “Bianchi”.
La seconda grande bugia è che gli immigrati devono essere aiutati nei loro paesi d’origine. Questa affermazione racchiude tutte le ipocrisie degli stati del nord del mondo. Basta solo dire che nessuno degli stati dell’Unione Europea raggiunge l’obiettivo di devolvere lo 0,7% del Pil all’aiuto allo sviluppo secondo quanto stabilito dalle Nazioni Unite negli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo. L’Italia è al penultimo posto tra gli stati europei.
Il grande bluff continua e forse, raggiunge la sua apoteosi con le ultime scelte governative sui respingimenti e sul pacchetto “sicurezza”.
È ormai chiaro che il governo ha agito in disprezzo dei diritti umani. Rispedire le persone in Libia, in un Paese dove non esiste una procedura d’asilo e dove non viene offerta nessuna protezione a migranti e rifugiati, è una scelta che ha delle conseguenze che però sembrano non pesare sui responsabili, Maroni e Berlusconi in testa. Romano Prodi a seguire, visto che l’accordo con la Libia l’ha iniziata il suo governo.
Ma anche lasciando per un attimo il discorso sui diritti umani,la scelta di respingere i barconi non è nemmeno efficace. Un altro spot. I dati parlano chiaro e ci dicono che solo il 10% degli immigrati senza permesso di soggiorno è arrivato a Lampedusa o Pozzallo. Il 50% arriva in aereo  con un visto turistico che poi hanno lasciato scadere.  Il 40% arrivano via terra-mare,ad Ancona per esempio, dove ogni anno le forze di polizia rispediscono al mittente 2.550 “clandestini”.
E infine il pacchetto “sicurezza”. Ora possiamo dormire sonni tranquilli, la repressione, i muri, i militari ci salveranno dagli ultimi barbari. Il Pacchetto “sicurezza” non sol produrrà una clandestinizzazione delle persone ma,ancor di più, una “fantasmizzazione”. Gli immigrati non si devono vedere (se non nei campi di pomodori, o nei luoghi dove i caporali vengono a prelevarli per pochi spiccioli al giorno) perché la legge dice che sono criminali e che stanno violando la legge.
Un sintomo di questo è il fatto che negli ospedali c’è stato un 20% in meno di accessi negli ultimi tre mesi. Gli immigrati, soprattutto Africani, danno fastidio e allora che se ne stiano nelle loro Bantustan.
E’ in questo contesto che il 20  giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, distribuiremo permessi in Nome di Dio, gesto simbolico e dirompente.
Distribuiremo permessi in Nome di Dio perché crediamo innanzi tutto che se un nuovo deve nascere, nascerà e si svilupperà proprio grazie a queste persone che si muovono, lavorano, lottano e vivono.
Vogliamo opporre la clandestinizzazione, fantasmizzazione e criminalizzazione all’accoglienza, inclusione e ascolto. È quasi impossibile arrivare in Italia da regolari. Ottenere il permesso di soggiorno diventa una lotta estenuante e con lunghi tempi di attesa. Sarebbe molto più logico e facile per tutti rilasciare un Permesso di Soggiorno all’arrivo in Italia della durata di un anno. Sarebbe un documento che consentirebbe al migrante di provare ad inserirsi nel tessuto sociale italiano, a trovare un  lavoro,una casa e dignità.
Ma le proposte potrebbero essere tante, ci vuole solo la volontà politica di ascoltarle.
Distribuiamo Permessi di Soggiorno in Nome di Dio perché crediamo che i migranti hanno bisogno di riscoprire la loro dignità. Uno dei processi più comuni è quello di trasformare un povero in un mendicante, in una persona che sa solo tendere la mano. Con i permessi di soggiorno in nome di Dio vogliamo dire forte e chiaro che gli immigrati non sono deboli e indifesi, persone da mettere sotto tutela ma sono uomini e donne creati ad immagine di Dio con tutta la dignità che ne deriva.
Steve Bantu Biko, la parte sana del Sud Africa, quella che lottava contro le Bantustan disse che “l’arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi”. Ci piacerebbe che la distribuzione dei permessi di soggiorno in Nome di Dio possa essere un altro passo avanti verso la liberazione da ogni colonialismo mentale
 



Mercoledì 10 Giugno,2009 Ore: 15:16
 
 
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