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www.ildialogo.org APPELLO URGENTE PER YAYA CISSE’: CONDANNATO A MORTE IN MAURITANIA. INNOCENTE!!,di Associazione Solidarité Nord Sud - ONLUS

No pena di morte
APPELLO URGENTE PER YAYA CISSE’: CONDANNATO A MORTE IN MAURITANIA. INNOCENTE!!

di Associazione Solidarité Nord Sud - ONLUS

Yaya Cissé è un ragazzo oggi di 38 anni che da più di 3 anni è abbandonato nelle carceri della Mauritania, senza aver commesso nulla di male, eppure condannato a morte.
Yaya è nato a Mopti, cittadina del Mali, il 12 febbraio del 1977. Yaya nasce da famiglia povera o almeno che, normalmente, definiamo povera ma intraprende gli studi grazie alla sua volontà ed al liceo comincia a lavorare proprio per sostenersi e sostenere la famiglia. Ben presto, tuttavia, dovrà abbandonare l’Università e comincia una formazione professionale nel settore degli scambi doganali.
Alla ricerca di un futuro migliore per lui e la famiglia si trasferisce a Koulikoro nel sud del Mali dove apre un attività legata al settore commerciale ed infine decide di cercare migliore fortuna in Mauritania dove sembrava prospettarsi una situazione lavorativa più sicura. Parte quindi per la Mauritania nel 2003 a soli 26 anni dove viene assunto in dogana.
Vive e lavora a Nouhadibou, città industriale delle Mauritania ed economicamente la più importante del paese, con un alto tasso di migranti maliani ma anche punto di partenza per molti migranti in fuga, non regolari. La cittadina è sul mare.
La sua integrità ed onestà ed il suo impegno per i migranti maliani lo portano ad essere eletto prima segretario generale del Consiglio dei maliani di Rosso dal 2005 al 2009 e poi presidente dell’associazione Yereko nel quale ruolo si occupa appunto dei migranti e lotta contro la migrazione clandestina ma lo si ricorda anche in numerose azioni di salvataggio di migranti in mare o comunque in azioni di soccorso.
L’associazione aveva ricevuto il riconoscimento ufficiale dell’Ambasciata del Mali e Yaya ancora conserva la lettera nella quale vi era scritto che l’associazione aveva il sostegno personale dell’ambasciatore e dell’ambasciata stessa.
L’associazione in effetti collaborò naturalmente anche con l’Ambasciata: ad es. organizzò una Conferenza sulle relazioni tra Mauritania e Mali in presenza delle autorità mauritane; l’Ambasciatore presenziò nel 2010 la cerimonia dell’anniversario dell’associazione e si felicitò per le azioni di accoglienza dei maliani che arrivavano a Nouadhibou, per le azioni di lotta contro l’emigrazione clandestina e le azioni di sensibilizzazione contro l’AIDS portate avanti dall’associazione, presieduta da Yaya. Anche altre autorità maliane in quegli anni hanno avuto modo di apprezzare le azioni dell’ associazione come ad es. il Ministro della pesca del Mali, Dr. Téréta, accolto a Nouackott.
La sede dei maliani di Nouadhibou diventa dunque un punto di riferimento h24, quasi l’unico nel paese per i tanti maliani che là vivono o transitano, e molte sono le attività realizzate tra cui l’accesso alla TV nazionale maliana (ORTM).
Ricordiamo anche numerosi incontri a livello internazionale e riconoscimenti ed azioni quali l’incontro con i rappresentanti della Cimade comitato intermovimento degli evacuati o l’incontro, presso l’associazione Yereko stessa, dell’Organizzazione. mondiale della migrazione e, non ultima, la missione effettuata da Yaya in Marocco sempre nel quadro delle azioni di lotta alla migrazione clandestina.
Spesso, ci raccontano, Yaya sosteneva da sé le spese per queste attività.
In quanto rappresentante dunque della comunità maliana in Mauritania e considerata, tra l’altro, la situazione di crisi in Mali, Yaya partecipa alla “politica” maliana e viene nominato vice presidente della coordinazione IBK, cioè dell’organismo che ha promosso la Campagna elettorale per il presidente attuale del Paese.
In tale veste andò peraltro in Mali proprio per l’apertura della Campagna elettorale.
Questo per rendere anche l’idea che Yaya era dunque piuttosto conosciuto ed apprezzato peraltro per la sua integrità da tutti i maliani e persino dal Presidente in carica oggi in Mali.
Questo ultimo aspetto è certo importante per capire ....
Altro aspetto da considerare è certamente il fatto che Yaya lavorava ed operava in un Paese dove malauguratamente la popolazione Nera subisce ancora forti azioni discriminatorie.
Basti pensare che in Mauritania è ancora praticato (e difeso legittimamente dal governo) lo schiavismo nei confronti della popolazione nera. Il 20% della popolazione nera è tenuta in condizioni di schiavitù, circa 700.000 persone su 3 milioni e mezzo di abitanti.
E‘ recente il nuovo arresto di uno dei leaders del movimento che lotta per l’abolizione della schiavitù in questo Paese africano e nelle carceri mauritane vi sono militanti dell’IRA che fanno sciopero della fame, rischiano la vita per “reati d’opinione” ovvero solo perchè combattono nel 2015 contro lo schiavismo e peraltro, da quanto ne sappiamo, c’è anche un militante che ha gravi problemi di salute e sta rischiando seriamente la vita. Questo nel silenzio di tutti..o di molti!
Yaya che, con la sua associazione, aveva l’obiettivo di promuovere la solidarietà e la comprensione reciproca tra i popoli ed ha sempre agito in questa direzione è accusato di un delitto avvenuto a Nouadhibou, ovvero a circa 450 km da Nouackott capitale della Mauritania, nel momento stesso in cui era in viaggio per Bamako, partito dall’areoporto di Nouackott e arrivato a Bamako, via Senegal all’alba del 26 luglio 2010. Numerosissime sono le prove a testimonianza di questo: dal passaporto con i timbri di entrata a Bamako giusto all’alba del 26 luglio, al biglietto aereo, dalle telefonate effettuate da Yaya in partenza dall’areoporto ed anche dal Senegal et da Bamako stessa, dalle persone incontrate lungo la strada per l’areoporto di Nouackott a quelle incontrate a Bamako tra cui l’ex moglie di Yaya che è andata a prenderlo all’areoporto il 26 luglio stesso e che ha testimoniato anche alla Conferenza che vi presentiamo in questo video.
Yaya è stato strappato alla sua famiglia: Yaya ha due bimbi piccoli che crescono da più di 3 anni ...aspettando il loro papà.
Il processo che Yaya ha subito senza essere difeso degnamente e senza nessun intervento dello stato maliano (in quel momento in piena crisi isitituzionale...) può considerarsi sicuramente un processo ingiusto a norma e nel rispetto dei principi, potremmo dire, giurisdizionali universali facendo riferimento sia alla Carta dell’Unione africana (in particolare il suo art.7) di cui entrambi i Paesi fanno parte e sia alla Carta Europea etc...... poiché tutte le prove da lui presentate non sono state accettate.
Pensate che i visti sul passaporto sono stati tout court dichiarati falsi ed il passaporto requisito e malgrado le numerose richieste di Yaya e del suo legale oggi non è ancora stato restituito.
Nessun indagine è stata fatta sulle prove da lui portate come per esempio le telefonate effettuate che, da sole, basterebbero a discolparlo.
Yaya è stato condannato senza prove a suo carico. E questo, due anni dopo il delitto. Yaya è stato arrestato il 30 marzo del 2012 sulla base della testimonianza di una donna, arrestata per quel delitto immediatamente dopo i fatti e che, dopo due anni, ha cambiato versione, accusando Yaya e ottenendo una condanna a soli cinque anni al processo mentre Yaya viene condannato a morte. Anche un cieco capirebbe!
Yaya è stato tenuto mesi nelle mani dell’autorità di polizia, Yaya ha subito tortura, Yaya è stato poi trasferito molto lontano dalla capitale in un carcere che si trova in piena “brousse” e, questo, mentre era ancora in corso il processo, se così può chiamarsi, in Corte suprema.
Yaya si è sempre dichiarato innocente ed ha interpellato più volte le autorità del suo Paese e della Mauritania ma nessuno vuole agire perchè verità sia fatta. A Yaya è stata proposta la grazia ma lui l’ha rifiutata. Vuole giustizia e noi con lui!
Yaya dovrebbe chiedere perdono per un terribile delitto non commesso e anzi, in base alla legge islamica mauritana, dovrebbe persino risarcire la famiglia dell’assassinato per ottenere la grazia!
Il povero vecchio assassinato era una guida del Sahara e venne non solo ucciso ma fatto a pezzi ed i suoi resti sparsi per la città.
Yaya dovrebbe chiedere perdono?
Yaya vuole la verità e noi con lui.
Perchè si vuole nascondere la verità!? Perchè si ostacola la ricerca delle prove e non si restituisce il passaporto a Yaya per poterne convalidare i timbri?
Perchè l’Ambasciata maliana a Nouackott non risponde a questa giusta richiesta di un suo cittadino? Ambasciata che dovrebbe anzi farsi garante della tutela di un cittadino maliano!
E’ difficile comprendere perché Yaya che era ben conosciuto e stimato in Mauritania ed anche a Bamako dove si era recato a rappresentare la Comunità maliana in Mauritania, in occasione della apertura della Campagna elettorale del Presidente attuale, Yaya che era stato scelto come vice Presidente della commissione per la campagna stessa, è stato dimenticato dagli eletti e da tutti e nessuno, nessun rappresentante ufficiale si è mai recato ad esempio ad ascoltare le sue ragioni se pur più volte sollecitato.
Perchè tutti sono convinti dell’evidenza, dell’innocenza di Yaya ma nessuno lo sostiene e lo ascolta nella sua lotta per la giustizia.
Yaya stesso ha scritto al Presidente della Repubblica del Mali con una prima lettera già circa due anni fà, le più alte autorità maliane sono state interpellate più volte da tutti, anche da noi. E’ stata scritta una lettera al Premier Mara (ex Premier) e di recente, abbiamo scritto un Appello, pubblicato sulla stampa del Mali al Ministro des maliens de l’exterieur quando Yaya è stato trasferito nel corridoio della morte.
Noi stessi ci siamo fatti promotori di una Conferenza stampa tenuta a Bamako il 4 aprile 2015 e anch’essa promossa sulla stampa maliana ed anche della Mauritania.
(Trovate due dossier de presse sia su Facebook che sul nostro sito...).
Yaya e noi con lui stiamo combattendo perché sia accolta la giusta richiesta della riapertura o riesame del processo poiché Yaya ha diritto ad un giusto processo ed alla giustizia.
Ad oggi, malgrado che, finalmente, Yaya ha potuto avere l’assistenza di due avvocati, uno a Bamako ed uno in Mauritania per raccogliere tutte le prove e testimonianze, questi stessi avvocati incontrano difficoltà ed ostacoli per reperire le prove che sappiamo esistenti (per es. i tracciati telefonici della compagnia telefonica in Mauritania, per es. il passaporto...) senza ottenere risposte ufficiali alle numerose domande presentate.
Va precisato che ad oggi l’avvocato di Yaya a Bamako ha ricevuto risposta da Orange ed ha dunque acquisito la lista delle telefonate fatte da Yaya da Bamako dal 26 gennaio 2010 al 1 agosto 2010, giorno in cui rientra in Mauritania. Ha acquisito, dunque, se pure a gran fatica, un’importantissima ed ulteriore testimonianza della presenza di Yaya a Bamako nei giorni del delitto di cui viene accusato. Segnaliamo tra l’altro che Yaya rientra a Nouackott proprio perchè avvisato dalla moglie che erano stati arrestati alcuni maliani per un delitto a Nouadhibou e rientrato, si reca immediatamente presso gli organismi di polizia competenti per occuparsi, in quanto rappresentante dei maliani in Mauritania, dei maliani arrestati.
Perchè si ostacola, a dir poco, l’acquisizione dei tracciati in Mauritania...Perché l’autorità giudiziaria che sembra fosse in possesso di tracciati telefonici a discolpa di Yaya già durante il processo non li ha voluti rendere pubblici e presentarli come prove al Tribunale?
Perchè non si vuole il riesame, perchè non si vuole la Verità.
Yaya ha bisogno del sostegno di tutti noi ed in particolare di tutti coloro che lottano affinché i diritti umani elementari siano rispettati per tutti, anche per l’Africa ... anche per gli africani in un Paese africano dove purtroppo questo, spesso, non avviene.
Petizione da firmare e diffondere al massimo: https:
Per contatti in Italia: infosolidarit@yahoo.it e su facebook
Associazione Solidarité Nord Sud - ONLUS
Rosalba Calabretta
(Il Presidente)

 

APPELLO URGENTE PER YAYA CISSE’: CONDANNATO A MORTE IN MAURITANIA. INNOCENTE!!
Yaya Cissè è un cittadino maliano emigrato in Mauritania per lavorare e sostenere la Famiglia. Yaya in Mauritania aveva ottenuto la stima di tutti. Yaya era anche presidente dell’associazione Yereko a Nouadhibou dove viveva e lavorava e dove si occupava di lotta all’emigrazione clandestina!!!
Yaya ha diritto alla verità, Yaya ha diritto alla riapertura del processo.
Tutti sanno che Yaya è innocente e ci sono numerosissime prove che nel processo (se tale si può chiamare) sono state ritenute inaccoglibili o addirittura sono state nascoste!!
VERITA’ E GIUSTIZIA PER YAYA!!!
GIUSTIZIA PER TUTTI
GIUSTIZIA PER L’AFRICA!
Petizione da firmare e diffondere al massimo: https:
Grazie!!
Già nella petizione trovate informazioni per capire meglio.
Per contatti in Italia: infosolidarit@yahoo.it e su facebook
trovate noi.
Vi è poi la pagina Liberez Yaya Cissé qui: https:
Associazione Solidarité Nord Sud - ONLUS
Rosalba Calabretta
(Il Presidente)



Mercoledì 01 Luglio,2015 Ore: 20:36
 
 
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Campagne: No penamorte

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