- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (263) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Petizione a Emma Bonino per salvare Ahmed Ibrahim, condannato a morte per reati di opinione in Libia,di SibiaLiria

Petizione a Emma Bonino per salvare Ahmed Ibrahim, condannato a morte per reati di opinione in Libia

di SibiaLiria

Il 31 luglio, la Corte di Appello di Misurata ha condannato a morte Ahmed Ibrahim, con l’imputazione "di avere incitato alla discordia e di aver minato la sicurezza dello stato libico durante il conflitto". Una accusa surreale considerando che Ahmed Ibrahim, già ministro dell'educazione della Jamahiriya libica, e all’epoca direttore del Centro per il libro verde, come milioni di altri suoi connazionali, si era limitato ad esprimere il suo appoggio a favore del governo allora in carica.

Questa di Ibrahim (che dovrebbe essere assassinato entro pochi giorni) è solo l’ultima di una serie di condanne a morte Libia (non ultima, quella del figlio di Gheddafi, Saif) e di esecuzioni sommarie che, sotto gli occhi dei paesi NATO, stanno insanguinando la Libia dal giorno della sua “liberazione”. Una “liberazione” che si è tradotta in innumerevoli detenzioni arbitrarie, torture, omicidi di massa, spoliazioni, pogrom (come quelli contro i “neri” di Tawergha)… e che ha gettato la Libia in un orrore che non aveva mai conosciuto.

Il governo Berlusconi, che pure aveva ricevuto con tutti gli onori Gheddafi, considerato da Napolitano “il migliore amico dell’Italia”, non ha avuto nessuna remora, nel 2011, ad accodarsi paesi NATO e seppellire sotto un diluvio di bombe la Libia. Il governo Monti ha continuato la distruzione di questa nazione (dalla quale sono scappati dal 2011 almeno un milione di persone) chiudendo gli occhi sui crimini che i “ribelli”, foraggiati e armati dai nostri servizi di sicurezza, andavano compiendo. Il governo Letta ha recentemente accettato il ruolo di “cane da guardia” imposto da Obama e che comporterà l’invio di altri militari italiani in Libia.

Non abbiamo, quindi, alcuna fiducia in questi governanti.

Ma considerato che al Ministero degli Esteri siede oggi Emma Bonino che si è sempre presentata come “paladina dei diritti umani” e contraria alla pena di morte abbiamo preparato e ti chiediamo di firmare il breve appello sotto riportato e di spedirlo all’indirizzo mail; ministero.affariesteri@cert.esteri.it

cordialmente

La Redazione di Sibialiria

www.sibialiria.org

Al ministro degli Esteri, Emma Bonino ministero.affariesteri@cert.esteri.it

Oggetto: NO pena di morte in Libia

Il 31 luglio, la Corte di Appello di Misurata ha condannato a morte (l’esecuzione è prevista a giorni) Ahmed Ibrahim, per un mero delitto di opinione, e cioè per " avere incitato alla discordia e di aver minato la sicurezza dello stato libico durante il conflitto". Questa condanna a morte si va ad aggiungere alle tante altre condanne a morte che gli attuali governanti della Libia, messi al potere e ancora oggi sostenuti dal governo italiano, stanno comminando, nel silenzio del governo italiano.

L’abbiamo vista per decenni mobilitarsi contro la pena di morte e per il rispetto dei diritti umani. Pertanto, la invitiamo a chiedere ai governanti libici di non applicare la pena di morte per Ahmed Ibrahim e per i tanti altri condannati a questa, oggi segregati nelle prigioni libiche.




Venerdì 09 Agosto,2013 Ore: 16:02
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Campagne: No penamorte

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info