- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (267) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org PROGRAMMA DEL GRUPPO CONTRO LA GUERRA,

PROGRAMMA DEL GRUPPO CONTRO LA GUERRA

Oggi più che mai soffiano nel mondo venti di guerra che ricordano i momenti più drammatici della storia del Novecento.
Industria, governi, alti vertici militari e media mainstream stanno consolidando un modello di belligeranza privatizzato basato sulla “professionalità” e su narrazioni capovolte che vedono l’Occidente “civile e democratico” obbligato a difendersi da minacce che assumono caratteristiche sempre più asimmetriche e ibride. Questo nuovo approccio comunicativo post ’89 è servito a mascherare il rilancio dei fatturati dell’industria di riferimento in crisi dopo il collasso del Patto di Varsavia e a restituire senso alla NATO, un’alleanza militare divenuta repentinamente obsoleta e fuori tempo.
Per giustificare l’ultimo ventennio di guerre sono state invocate dall’Occidente diverse ragioni: intervento di polizia internazionale, intervento umanitario, difesa preventiva contro inesistenti minacce di distruzione di massa, lotta al terrorismo. Vi è al contrario il rilancio di un neocolonialismo mondiale, che rinnova il colonialismo sul quale si è retto lo sviluppo europeo nei secoli scorsi, e che vede scontrarsi sulla scena mondiale imperialismi e sub-imperialismi, e quali stanno alimentando quella che è stata chiamata la "terza guerra mondiale a pezzi" per spartirsi ulteriormente le rimanenti risorse mondiali.
Basti vedere lo scontro attuale di interessi neocoloniali tra la Francia e l'Italia: le quali non hanno mai cessato di attuare politiche imperialistiche, la Franca in Africa (anche con interventi militari), l'Italia con le politiche di espropriazione di risorse in Egitto, America Latina. Il programma della Merkel per l'Africa è poi un programma di neocolonizzazione basato sul via libera agli interessi finanziari e di sfruttamento e saccheggio delle risorse naturali e umane (interessantissimo articolo, lo raccomando, Giulia Franchi, Il piano Merkel per l'Africa fa felici privati e finanza, ilmanifesto.it).

 
Riduzione drastica delle spese militari, le sole che non hanno subito tagli, circa 1'5% del Pil, ed anzi NATO e USA chiedono di aumentare di circa 18 miliardi all'anno, al 2% del Pil. È un aspetto sul quale l'opinione pubblica deve essere ri-sensibilizzata rispetto all'atteggiamento rinunciatario-fatalista attuale! E che qualsiasi forza di sinistra deve assolutamente mettere fra le priorità. Alla gente va fatto osservare quante cose socialmente utili, e gravemente carenti, si potrebbero fare con 64 milioni al giorno (100 in futuro?): mi sembra un obiettivo fondamentale! A mio parere le spese militari violano indirettamente altri articoli della Costituzione, in quanto implicano tagli a spese servizi sociali che la Costituzione garantisce. Ad altri Gruppi di Lavoro lasciamo di specificare le possibili destinazioni delle risorse tagliate alla Difesa.
Fa parte di questo obiettivo il rifiuto del vergognoso acquisto degli aerei d'attacco con capacità nucleare F35, obolo pagato per la nostra sudditanza agli USA.
Sembra importante un'annotazione: l'Italia spende l'1,5% del PIL, sapete quanto spendono l'Austria e la Svizzera? Circa la metà di noi, Austria 0,8-0,9% del PIL, Svizzera 0,7-0,75 del PIL! (militarybudget.org, it.actualitix.com). DETTAGLIO: non sono membri della NATO e non hanno contingenti militari all'estero: ma sembrano paesi più “sicuri” di quanto lo siamo noi. Siete a conoscenza di attentati terroristici in Svizzera o in Austria? In altre parole, possiamo (dobbiamo) per lo meno dimezzare immediatamente la nostra spesa militare senza nessunissimo pregiudizio alla nostra "sicurezza"!

 
Opposizione radicale alla presenza delle basi militari straniere in Italia (a parte che gravano anche sul nostro bilancio): ricordiamo che il loro status è illegale, in quanto stabilito in base ad "accordi semplificati" contrari alla Costituzione, e sottratti all'approvazione del parlamento (anche la presenza di testate termonucleari in Italia rientrano in questa illegalità, violano le leggi italiane, prima ancora che al Trattato di Non Proliferazione Nucleare).
In Toscana: opposizione al potenziamento della base di Camp Darby, legato all'aeroporto militare di Pisa, al porto di Livorno, nucleare e sede di traffici militari (remember la Moby Prince!).
Sul piano nazionale le servitù militari fanno della Sardegna una regione militarizzata (ricordiamo il recente scandalo della produzione della fabbrica tedesca del Sulcis delle bombe esportate illegalmente all'Arabia Saudita!), poligoni di tiro per tutta la NATO (pure Israele), spaventosi inquinamenti (uranio depleto, torio, napalm sepolto dalla 2a guerra mondiale), processo che si protrae da anni a Lanusei con connivenze e copertura dei militari e Min. Difesa).

 
Eliminazione immediata delle missioni militari italiane all'estero: gli stanziamenti salgono da 1,19 a 1,28 miliardi!
Come ignorare il profondo legame con il problema dei “migranti”: questi cercano di fuggire dalle NOSTRE guerre neocoloniali (altro che missioni di pace, o umanitarie!) e dai regimi disumani che il nostro (e dell'intero Occidente) neocolonialismo ha imposto: il vergognoso accordo con la Libia non è che l'ultimo tassello!
Da tenere presente il problema del nostro Sistema di Difesa, che è necessario riproporre all'attenzione pubblica e politica: facciamo nostra la proposta legislativa sulla "Difesa civile non armata e nonviolenta".

 
– Dobbiamo sviluppare un cultura di pace (più che mai oggi contro corrente), è fondamentale rivolgersi ai giovani (che per colpa nostra hanno altro a cui pensare, o . . . a cui non pensare!), agli studenti. Tema da sviluppare insieme al Gruppo sulla Scuola.
A questo propositi è urgente richiamare l'attenzione e sviluppare la ferma opposizione sull'azione sempre più intensa delle Forze Armate di interventi nelle scuole e fra i giovani, e giovanissimi, bambini delle Elementari!

 
– Oggi poi la minaccia di una guerra nucleare è più grave che mai. Una larga parte dell'opinione pubblica non sa nemmeno della presenza di circa 70 testate termonucleari in Italia. L'eliminazione delle armi nucleari è un requisito essenziale per la sopravvivenza dell'Umanità. Il nuovo Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari approvato il 7 luglio da 122 paesi (quasi due terzi dei paesi dell'ONU) è un fatto storico, sancito anche dal Premio Nobel per la Pace assegnato alla campagna internazionale ICAN. Il Governo italiano – prostrato ai dictat degli USA e della NATO – non ha partecipato ai negoziati all'ONU e rifiuta per ora di firmare il Trattato: è un obiettivo fondamentale esigere che il governo italiano firmi questo trattato.

 
Opposizione al Libro Bianco della Difesa che si fonda sulla logica neocoloniale, prodotto dal governo Renzi invoca costantemente la tutela dei cosiddetti “interessi nazionali”. Difficile comprendere, per un paese come l’Italia, a quali interessi corrisponda l’aver destabilizzato tutto il proprio vicinato, dai Balcani alla Siria, passando per Iraq e Libia; ma soprattutto a quali interessi corrisponda il rilancio di una nuova guerra fredda contro la Russia e la perdurante cessione di sovranità a favore di basi strategiche statunitensi/NATO.

 
Opposizione alle produzioni militari, nonché al commerci di armi: cose palesemente vietate dall'Art. 11 della Costituzione.
Drammaticamente attuale la produzione di bombe in Sardegna vendute al regime più oscurantista del mondo, l'Arabia Saudita, che le usa per devastare lo Yemen!

 
Last but not least è necessario ricordare un tema che, se non è direttamente di natura militare, è e sarà sempre più al centro della conflittualità mondiale: la crisi climatica (il Bulletin of Atomic Scientists l'annovera tra le ragioni principali per le quali ha avvicinato le lancette del Doomsday Clock a soli 2 minuti e mezzo dalla Mezzanotte dell'Apocalisse: thebulletin.org).
Si ricordino - non perché siano l'ultimo problema – le guerre per l'acqua.

 
Fondamentale che i futuri Parlamento e Governo rovescino la politica in maggioranza seguita finora verso i Governi progressisti e i progressi sociali in America Latina, che sono sotto attacco da parte delle élite finanziarie per ristabilire lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e umane: se questa non è guerra !!!!



Mercoledì 17 Gennaio,2018 Ore: 17:47
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
No guerra

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info