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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org La porcata nucleare di Trump,a cura di Giuliano Ciampolini

La porcata nucleare di Trump

a cura di Giuliano Ciampolini

Donald Trump: riarmo nucleare, muscoli, torture. Parlando dalla Casa Bianca, Trump ha detto che proporrà un aumento di 54 miliardi di dollari per le spese militari, un incremento del 10% rispetto ai livelli attuali di spesa x aumentare la potenza distruttiva delle armi nucleari.


(Quindi, gli USA, da circa 600 miliardi di dollari annui - di SPESA PUBBLICA - x spese militari e guerre,
passeranno a circa 650 miliardi a servizio delle guerre e a beneficio dei produttori e dei mercanti di armi)
http://www.lookoutnews.it/ spese-militari-commercio-armi- 2016-sipri/
http://www.greenreport.it/ news/geopolitica/spese- militari-italiane-14-del-pil- 21-piu-10-anni-armamenti-10- nel-2017-85-rispetto-al-2006/


"Solo pochi giorni fa in Italia si è consumato un vero e proprio «golpe» da parte del governo Gentiloni (fotocopia di Renzi) che ha approvato un disegno di legge per implementare il «Libro Bianco per la sicurezza internazionale». Di fatto si istituzionalizza la guerra con l’assegnare alle Forze armate missioni che stravolgono la Costituzione: gli «interessi vitali» del Paese (invece della patria, come da art.52 della Costituzione); il contributo alla difesa collettiva della Nato e al mantenimento della stabilità nelle aree incidenti sul Mare Mediterraneo; la gestione delle crisi al di fuori delle aree di prioritario intervento; e, dulcis in fundo, si affida alle Forze armate sul piano interno «la salvaguardia delle libere istituzioni…con compiti specifici in casi di straordinaria necessità e urgenza». Non si tratta di spalare la neve. Siamo alla istituzionalizzazione della «guerra umanitaria» che dai Balcani, all’Afghanistan – dove le truppe italiane sono nel contingente Nato in una inutile quanto sanguinosa guerra da 16 anni – fino all’Iraq e alla Libia non solo non hanno risolto le crisi internazionali ma le hanno aggravate. " Tommaso Di Francesco
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27 febbraio 2017 - EDDYBURG
MISTERI E COMMEDIE
di Giorgio Nebbia

Si è svolto, nei mesi scorsi un vasto dibattito interno e internazionale sulla eliminazione delle armi nucleari, il più grande pericolo che incombe, insieme ai mutamenti climatici, sul futuro non solo degli italiani, ma di tutti i terrestri. Ci sono oggi, all’inizio del XXI secolo, circa 15.000 bombe nucleari negli arsenali di nove paesi: Stati Uniti e Russia (che hanno il maggior numero di bombe), e poi Cina, Regno Unito, Francia, Israele, Pakistan, India e Corea del Nord.

Da anni si levano le voci di coloro che chiedono l’eliminazione di tali bombe la cui potenza distruttiva è oltre cento volte superiore a quella di tutti gli esplosivi usati durante la seconda guerra mondiale. Una bomba termonucleare “piccola”, da una dozzina di chiloton, ha la potenza distruttiva equivalente a quella di una dozzina di migliaia di tonnellate di tritolo. Da anni le speranze di disarmo si scontrano con l’opposizione dei paesi, grandi e piccoli, dotati di bombe nucleari che non vogliono rinunciare al potere di minacciare qualsiasi ipotetico avversario che avesse l’idea di aggredirli, a sua volta, con un attacco nucleare; la chiamano deterrenza.

Eppure il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari NPT, firmato da quasi tutti i paesi nel 1975 prescrive che si deve evitare la diffusione di tali armi con l’obiettivo (articolo VI) di arrivare ad un futuro disarmo nucleare totale. Eppure nel 1998 la Corte internazionale di Giustizia ha riconosciuto l’illegalità delle armi nucleari, armi di distruzione di massa come quelle chimiche e biologiche la cui esistenza è stata pure vietata. Nonostante questo non si riesce a far nessun passo verso trattative per il disarmo nucleare.

Soltanto di recente un gruppo di paesi ha preso l’iniziativa di proporre alle Nazioni Unite una risoluzione (A/C.1/71/L.41) che imponga l’avvio di trattative per il disarmo nucleare. Il 26 ottobre 2016 la I Commissione dell’Assemblea Generale ha votato a larga maggioranza a favore di tale risoluzione; l’Italia, che ospita alcune bombe termonucleari americane ad Aviano e Ghedi, ha votato contro. Se ne è parlato in un breve intervento intitolato: Vergogna in eddyburg. Per inciso lo stesso giorno il Parlamento Europeo aveva approvato a larga maggioranza una risoluzione (2016/2936(RSP) di sostegno all’apertura di trattative di disarmo nucleare. La proposta di risoluzione A/C.1/71/L.41, è stata esaminata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 23 dicembre 2016 ed è stata approvata con 113 voti a favore, 35 contrari (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Israele, eccetera) e 13 astensioni (fra cui la Cina). In questa votazione il rappresentante dell’Italia ha votato a favore dell’avvio di trattative per il disarmo nucleare.

A molti di noi si è allargato il cuore: finalmente un gesto di pace, magari influenzato dall’invito al disarmo nucleare espresso con energia nel messaggio per la giornata della Pace annunciato da Papa Francesco per il 1 gennaio 2017. Nei giorni successivi alcuni parlamentari hanno presentato delle interrogazioni al governo esprimendo apprezzamento per il voto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e chiedendo che, per coerenza, venga chiesto agli Stati Uniti di ritirare le bombe nucleari depositate in Italia. Entusiasmo di breve durata. Il viceministro Mario Giro ha risposto, nella seduta della commissione esteri del 2 febbraio 2017: “Desidero chiarire che l’intenzione di voto dell’Italia durante la sessione plenaria della 71ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione «Taking forward multilateral disarmament negotiations», è stata alterata da un errore tecnico-materiale che ha interessato anche altri Paesi. L’erronea indicazione di voto favorevole è stata successivamente rettificata dalla nostra Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite, che ha confermato il voto negativo espresso in Prima Commissione. Secondo quanto mi segnalano, tale errore sembra essere dipeso dalle circostanze in cui è avvenuta la votazione, a tarda ora della notte del 23 dicembre”.
La risposta continua spiegando perché il governo italiano è contrario all’avvio di colloqui per il disarmo nucleare ed è fautore, invece, di un “approccio progressivo” al disarmo. Comunque nelle registrazioni di voto, in questa fine di febbraio 2017, il voto dell’Italia del 23 dicembre 2016 risulta ancora “YES”, a favore dell’avvio dei negoziati per il disarmo nucleare e non sembra quindi che il governo italiano abbia fatto correggere l’"errore" del suo funzionario. Il voto italiano a favore di tali negoziati è stato dovuto ad una distrazione del funzionario che era in aula, quasi a mezzanotte dell’antivigilia di Natale, o ad una obiezione di coscienza del funzionario alle direttive del governo, o al pentimento o ripensamento del governo stesso?

Una commedia per il comportamento del governo, e una vergogna se davvero il governo continua nella decisione di opporsi a trattative che allontanino i pericoli di catastrofi rese possibili dall’esplosione anche solo di una bomba nucleare per errore di un operatore o per un atto terroristico.
Mi risulta che ci siano iniziative per chiedere al governo almeno di partecipare alle riunioni della commissione, istituita dalla risoluzione (ora denominata A/RES/71/258) approvata dalle Nazioni Unite, che dovrebbe avviare le trattative per il disarmo nucleare e che si svolgeranno a New York dal 27 al 31 marzo e dal 15 giugno al 7 luglio 2017.

Bisogna continuare a mobilitarci soprattutto alla luce della politica del nuovo presidente degli Stati Uniti che dichiara di voler potenziare e ammodernare il suo arsenale di bombe nucleari, e alla luce delle crescenti tensioni internazionali. Bisogna continuare a mobilitarci, ricordando l’avvertimento con cui finisce il libro e il film L’ultima spiaggia (1959), davanti ad un pianeta i cui abitanti sono stati sterminati dalla radioattività liberata da una guerra nucleare cominciata “per caso: Fratelli, siete ancora in tempo a rinsavire”. Ma il tempo è poco.
 
Bando delle armi nucleari: l’Italia si impegni positivamente a New York:
https://www.pressenza.com/it/ 2017/02/bando-armi-nucleari- italia-si-impegni- positivamente-new-york/
http://www.eddyburg.it/2015/04 /per-un-nuovo-mondo-senza-armi -nucleari.html
http://www.eddyburg.it/2016/ 10/vergogna.html
http://www.eddyburg.it/2016/ 12/onu-disarmo-nucleare- risoluzione.html
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http://milex.org/2017/02/15/ra pporto/
15 febbraio 2017
NATO chiede più spese militari: Italia già spende nella media NATO ma spende male
di Enrico Piovesana
Mentre USA e NATO rinnovano la pretesa che tutti gli alleati aumentino la spesa militare al 2 percento del PIL (obiettivo concordato al summit NATO tenutosi in Galles del 2014, che non ha alcun valore legale senza previa approvazione del Parlamento) bacchettando l’Italia per il suo “scarso” 1,1 per cento, i dati del primo rapporto annuale dell’Osservatorio MIL€X sulle spese militari italiane – presentato ieri alla Camera dei Deputati – dimostrano che il nostro Paese spende già l’1,4 per cento, esattamente la media dei Paesi NATO (USA esclusi), ma spende in modo irrazionale e inefficiente.
L’Osservatorio MIL€X sottolinea che l’obiettivo delle spese militari al 2 percento, concordato al summit NATO tenutosi in Galles del 2014, non ha alcun valore legale senza previa approvazione del Parlamento. Inoltre osserva che in tempi di austerity, chiedere agli alleati di spendere di più, invece che di spendere meglio, penalizza chi spende in modo efficiente e premia chi spreca denaro senza risultati. Un’assurdità che raggiunge il paradosso quando la NATO si congratula con la Grecia per la sua spesa militare, quando lo Stato greco è perennemente sull’orlo della bancarotta.
Dal rapporto MIL€X 2017 sulle spese militari italiane emerge che si continua a spendere troppo per il personale (soprattutto per ufficiali e sottufficiali, troppo poco per la truppa) e sempre più in armamenti “tradizionali” come cacciabombardieri, missili, carri armati e navi da guerra (+85 per cento rispetto al 2006), mentre mancano fondi per mantenere operativi mezzi e uomini e non si investe nella “difesa del futuro”, vale a dire la cyber difesa (con il paradosso di spendere miliardi in sistemi d’arma che possono essere messi fuori uso da un semplice attacco informatico).
Il rapporto contiene inoltre approfondimenti con notizie inedite e retroscena politici e industriali sui principali programmi di procurement militare italiano: dai cacciabombardieri F-35, alla nuova portaerei Trieste, ai nuovi mezzi corazzati dell’Esercito.
MIL€X 2017 ospita anche contributi di parlamentari di diversi schieramenti riguardo alla normativa in materia di controllo parlamentare sulle spese militari (armamenti e missioni), limitazione del potere della lobby militar-industriale, e impatto delle servitù militari.
Di seguito l’indice del Rapporto con i link alle sezioni pubblicate su questo sito:
INTRODUZIONE: SPESE MILITARI E DEMOCRAZIA
– DEMOCRAZIA IN PERICOLO
– “IN TEMPI DI ISIS…”
– DARE I NUMERI
ANALISI DELLE SPESE MILITARI ITALIANE
– NOTAMETODOLOGICA
– LA SPESA MILITARE ITALIANA
PRINCIPALI PROGRAMMI DI PROCUREMENT
– IL CIMITERO DEI CARRI ARMATI
– AEREO A SOVRANITÁ LIMITATA
– ALL’ARREMBAGGIO
NORMATIVA SULLE SPESE MILITARI
– IL “LODO SCANU”
– UN “GAO” ITALIANO
– PORTE GIREVOLI
– CYBER DIFESA
– EVITARE SPESE INUTILI
– SCARSA INFORMAZIONE
Sicurezza e difesa: libro bianco o nero?
Cambia la Costituzione. Muore la politica
Pax Christi Italia
Pax Christi Italia non ci sta! Il Consiglio dei ministri ha approvato il 10 febbraio 2017 il disegno di legge per limplementazione del «Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa» che demolisce la nostra Costituzione, in particolare gli articoli 52 e 11. Qualcuno parla di golpe industriale-militare e di stravolgimento della Costituzione. Noi vogliamo sperare di no ma non possiamo tacere la nostra forte preoccupazione!
La difesa della Patria stabilita dallart. 52 viene riformulata quale «contributo alla difesa collettiva dellAlleanza Atlantica e al mantenimento della stabilità nelle aree incidenti sul Mare Mediterraneo, al fine della tutela degli interessi vitali o strategici del Paese».
Il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, stabilito dallart. 11, viene sostituito dalla «gestione delle crisi al di fuori delle aree di prioritario intervento, al fine di garantire la pace e la legalità internazionale». Verso tale esito conduceva già la Legge quadro entrata in vigore nel 2016, che istituzionalizza le missioni militari allestero con un fondo specifico presso il Ministero delleconomia e delle finanze.
Inquietante, nella sua vaghezza, è , poi, l'idea di affidare alle Forze armate sul piano interno la «salvaguardia delle libere istituzioni», con «compiti specifici in casi di straordinaria necessità ed urgenza».
 
Allarmante, nella sua ricaduta pratica, è il fatto che il nuovo modello apra le porte delle Forze armate a «dirigenti provenienti dal settore privato» che potranno ricoprire gli incarichi di massimo livello e permetteranno ai potenti gruppi dellindustria militare di pilotarle secondo interessi legati alla guerra. Lindustria militare viene definita nel Libro Bianco «pilastro del Sistema Paese» poiché «contribuisce, attraverso le esportazioni, al riequilibrio della bilancia commerciale e alla promozione di prodotti dellindustria nazionale».
Il Libro Bianco annulla, in tal modo, il fondamento ideale, promotore di pace, della Costituzione italiana, più volte ricordatoci da persone come Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro.  L'Italia viene ridisegnata e snaturata come potenza che si arroga il diritto di intervenire militarmente sia in aree vicine come Nordafrica, Medioriente o Balcani, sia ovunque siano in gioco gli interessi di potenze, rappresentati dalla Nato sotto comando degli Stati Uniti.
 
Siamo al suicidio della politica costituzionale? Il Parlamento per ora tace.

Viene messa in disparte ogni proposta riguardante la riduzione delle spese militari con l'eventuale loro riconversione sociale; la verifica dell'attuazione della legge 185/90 sul commercio delle armi; l'iniziativa ONU per il disarmo nucleare; il progetto per una Difesa non armata e nonviolenta.
 
Non ci stiamo come cittadini della Repubblica italiana, fedeli alla Costituzione!
Non ci stiamo anche come cristiani, discepoli del Vangelo di Cristo!
 
Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017 "La nonviolenza: stile di una politica per la pace", papa Francesco ci ha ricordato "la via della pace: non quella proclamata a parole ma di fatto negata perseguendo strategie di dominio, supportate da scandalose spse per gli armamenti mentre tante persone sono prive del necessario per vivere" (15.12.2016).
 
16 febbraio 2017
PAX CHRISTI ITALIA
 
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SPESE MILITARI PER LE GUERRE NEL MONDO:
QUASI 2000 MILIARDI OGNI ANNO (di SPESA PUBBLICA).
  A livello mondiale, investiamo quasi 5 miliardi di dollari al giorno in armi e guerre.
L'ITALIA, secondo l’Osservatorio spende 64 milioni di euro al giorno.
Basterebbe togliere 400 miliardi ogni anno alle armi, agli eserciti e alle guerre
x far trovare all'Onu e agli Stati nazionali le risorse finanziarie necessarie
per fermare la morte per fame (circa 10 milioni di bambini/e e persone ogni anno)
e per avviare a soluzione la sofferenza sociale in ogni Paese e nel mondo,
dando soluzioni concrete, di sostegno e di lavoro, ai cittadini poveri in ogni Stato
e anche agli immigrati che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalle dittature e dalle emergenze ambientali
provocate da uno sviluppo quantitativo che provoca crescenti disastri ecologici.
Dobbiamo indignarci e protestare contro i governi che non fanno questa scelta
e contro i vari Trump e Salvini che - per prendere voti e potere - ne approfittano
per scatenare l'odio dei penultimi e dei terz'ultimi contro gli ultimi della terra
.
Giuliano
Risultati immagini per staino vignette migranti per il forse


Martedì 28 Febbraio,2017 Ore: 21:10
 
 
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