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www.ildialogo.org IL RAPPORTO. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO A PARTIRE DAL RAPPORTO CHILCOT,di "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

IL RAPPORTO. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO A PARTIRE DAL RAPPORTO CHILCOT

di "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Si è svolto mercoledì 6 luglio 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul rapporto presentato oggi da sir John Chilcot che denuncia l'illegalità e criminalità della seconda guerra del Golfo.
L'incontro si è aperto con un minuto di silenzio per le vittime di quella guerra, di tutte le guerre, di tutte le stragi.
Successivamente è stata data lettura di alcuni estratti del rapporto come riportati dalle più qualificate agenzie di stampa internazionali.
E' poi intervenuto il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, del cui ragionamento riportiamo di seguito una sinossi.
*
Il rapporto della commissione d'inchiesta inglese sulla seconda guerra del Golfo conferma quello che tutti già sapevamo: quella guerra terrorista e stragista, come sono terroriste e stragiste tutte le guerre, è stata un crimine contro l'umanità che ha anche originato un'ulteriore serie di stragi e di orrori che tuttora continuano.
*
Due conseguenze occorre trarne.
La prima è che i decisori responsabili di quella guerra, come di tutte le guerre, devono essere perseguiti secondo la vigente legge penale per il crimine commesso, devono essere processati per le innumerevoli persone fatte morire, devono essere condannati in modo esemplare: affinché tutti i governanti del mondo sappiano che nessuno può impunemente far uccidere degli esseri umani, e che dei crimini commessi, delle uccisioni fatte commettere, delle morti provocate, anche le persone più potenti della Terra saranno chiamate a rispondere in una corte di giustizia e non potranno evitare la pena prevista.
La seconda e decisiva: che occorre abolire gli eserciti e le armi.
*
Due riflessioni è inoltre necessario aggiungere.
La prima: che la seconda guerra del Golfo (e l'occupazione militare dell'Iraq seguita ad essa) è la causa principale (o una delle principali) della nascita dell'Isis, e quindi delle stragi dall'Isis successivamente commesse. Così come la scelta statunitense di creare e sostenere l'organizzazione di Bin Laden in Afghanistan per combattere il governo afgano sostenuto dall'Armata Rossa è stata la causa principale (o una delle principali) della nascita di Al-Quaeda, e quindi delle stragi da Al-Quaeda successivamente commesse, tra cui quella di New York dell'11 settembre 2001.
La seconda: quando verrà una commissione d'inchiesta anche in Italia che denunci la flagrante illegalità ad esempio della guerra dei Balcani del 1999, o di quella libica del 2011? Quando verranno messi sotto processo i governanti italiani che in violazione della Costituzione della Repubblica Italiana hanno coinvolto l'Italia nelle guerre terroriste e stragiste dall'Iraq all'Afghanistan, dalla Jugoslavia alla Libia?
E quando verranno processati i vertici della Nato per i crimini di guerra e contro l'umanità commessi? E quando si scioglierà la Nato, che è palesemente sempre più divenuta un'organizzazione terrorista e stragista?
E quando si deciderà di cessare di produrre e mettere a disposizione degli assassini le armi di cui si servono per aggredire, terrorizzare ed uccidere innumerevoli esseri umani innocenti? Cosa si aspetta a capire che le armi sono nemiche dell'umanità, che è indispensabile ed urgente il disarmo a tutti i livelli?
*
Giova ripetere ancora una volta alcuni semplici ed ineludibili ragionamenti che da anni ogni persona di volontà buona condivide, ma che sciaguratamente ancora non trovano ascolto nei palazzi in cui un ceto politico e burocratico di insipienti ed irresponsabili (e sovente di corrotti, e talora di criminali tout court) prende a danno di tutti decisioni scellerate.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni uccisione è un crimine.
Non si può contrastare una strage commettendo un'altra strage.
Non si può contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.
A tutti i terrorismi occorre opporsi.
Salvare le vite è il primo dovere.
La guerra è il terrorismo portato all'estremo.
Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.
La guerra è un crimine contro l'umanità.
Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.
Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Salvare le vite è il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.
La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.
Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.
Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignità umana di innumerevoli persone e di interi popoli.
Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite è il primo dovere.
La violenza assassina si contrasta salvando le vite.
La pace si costruisce abolendo la guerra.
La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.
La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.
Salvare le vite è il primo dovere.
Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.
Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite è il primo dovere.
Cominci l'Italia.
Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.
Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.
Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.
Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.
Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.
Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.
Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.
Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalità che salva le vite.
Salvare le vite è il primo dovere.
Ogni vittima ha il voto di Abele.
Alla barbarie occorre opporre la civiltà.
Alla violenza occorre opporre il diritto.
Alla distruzione occorre opporre la convivenza.
Al male occorre opporre il bene.
Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.
Salvare le vite è il primo dovere.
*
Al termine dell'incontro le persone partecipanti, come di consueto, hanno ancora una volta espresso un appello al Parlamento affinché legiferi due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitù in Italia: una legge che riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; una legge che riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Concludendo l'incontro il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha riproposto ancora una volta alcuni ragionamenti su cui la struttura nonviolenta viterbese è da decenni impegnata.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civiltà.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalità che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civiltà che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza può salvare l'umanità e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Vi è una sola umanità in un unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.
Salvare le vite è il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani; in difesa del mondo vivente; in difesa del bene comune dell'umanità.
Solo la nonviolenza si oppone alla violenza in modo adeguato, concreto e coerente.
Solo compiendo il bene si può contrastare il male.
Solo salvando le vite si pone fine alle stragi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Alla disumanità opporre la civiltà.
Alla barbarie opporre la convivenza.
La nonviolenza è in cammino.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 6 luglio 2016
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it
* * *
Una breve notizia sul responsabile della struttura nonviolenta viterbese
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, già consigliere comunale e provinciale, è stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitù energetiche e militari nell'Alto Lazio (ha preso parte al movimento antinucleare fin dalla prima iniziativa a Montalto di Castro); dalla metà degli anni Settanta è stato uno dei principali animatori della sinistra antitotalitaria a Viterbo; negli anni '90 ha preso parte all'esperienza del "Movimento per la democrazia - la Rete", rappresentativa del movimento antimafia nelle istituzioni; obiettore di coscienza al servizio militare, dagli anni Settanta è persona amica della nonviolenza (condividendo la formulazione di Aldo Capitini); nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti lotte contro le istituzioni totali e per i diritti umani e rilevanti campagne di solidarietà concreta; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1991 è stato processato ed assolto per la sua azione contro la guerra del Golfo; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia (anche per questa iniziativa ha subito un processo conclusosi con l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti); nel 2001 è stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attività di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e animato due delle più importanti e vittoriose campagne ambientaliste nell'Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni '80-'90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo (che avrebbe devastato irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame) dal 2007; negli anni '80 e '90 è stato tra i principali redattori del settimanale "Sotto voce" che a Viterbo condusse fondamentali inchieste contro i poteri criminali e il regime della corruzione; dal 2000 è direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione. Nel gennaio del 2015 un suo scambio di lettere con il Presidente del Consiglio dei Ministri sulle iniziative necessarie per promuovere la pace ha dato luogo a un vivace dibattito. All'inizio del 2016 ha promosso la costituzione del "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".



Venerdì 08 Luglio,2016 Ore: 11:58
 
 
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