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www.ildialogo.org 2016. La Nato che verrà…,di Antonio Mazzeo

2016. La Nato che verrà…

di Antonio Mazzeo

Aggressiva, dissuasiva e preventiva; onnicomprensiva, globale e multilaterale; cyber-nucleare, superarmata e iperdronizzata; antirussa, anticinese, antimigrante e anche un po’ islamofoba. Strateghi di morte e mister Stranamore vogliono così la NATO del XXI secolo: alleanza politico-economica-militare di chiara matrice neoliberista che sia allo stesso tempo flessibile e inossidabile, pronta ad intervenire rapidamente e simultaneamente ad Est come a Sud, ovunque e comunque.
La prova generale della NATO che verrà… si è svolta dal 3 ottobre al 6 novembre 2015 tra lʼItalia, la Spagna, il Portogallo e il Mediterraneo centrale. Denominata Trident Juncture 2015, è stata la più grande esercitazione NATO dalla fine della Guerra fredda ad oggi, con la partecipazione di oltre 36.000 militari, 400 tra cacciabombardieri, aerei-spia con e senza pilota, elicotteri, grandi velivoli cargo e per il rifornimento in volo e una settantina di unità navali di superficie e sottomarini. Presenti le forze armate di 30 paesi, sette dei quali extra-NATO o in procinto di fare ingresso formalmente nell’Alleanza (Australia, Austria, Bosnia Herzegovina, Finlandia, Macedonia, Svezia e Ucraina). In qualità di “osservatori”, inoltre, gli addetti militari di Afghanistan, Algeria, Azerbaijan, Bielorussia, Brasile, Colombia, Corea del Sud, El Salvador, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Kyrgyzistan, Libia, Marocco, Mauritania, Messico, Montenegro, Russia, Serbia, Svizzera e Tunisia. Ai war games pure i delegati di importanti organizzazioni governative internazionali come l’Unione Europea, l’Unione Africana, la Lega Araba e l’OSCE, di alcune agenzie delle Nazioni Unite (OCAH - Coordinamento degli affari umanitari; PNUD  - Programma per lo Sviluppo; UNDSS - Dipartimento di Sicurezza delle Nazioni Unite; UNICEF; PMA - Programma Mondiale di Alimentazione; OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e perfino di diverse organizzazioni non governative (ONG) o sedicenti tali. “Abbiamo la necessità che attori militari e non-militari lavorino insieme, cercando di vincere la pace”, ha affermato il generale NATO Hans-Lothar Domröse alla vigilia di Trident Juncture 2015. “L’obiettivo di ottenere la partecipazione di organizzazioni internazionali/ONG/Organizzazioni Governative serve a migliorare la capacità della NATO di interagire con i principali attori civili”, riportava invece la brochure ufficiale dell’esercitazione. In precedenza, era stato pure diffuso un elenco delle istituzioni civili che si erano dichiarate disponibili a presenziare alle manovre NATO, poi misteriosamente sparito dal sito web dell’Alleanza. Nella special list comparivano il Comitato internazionale della Croce Rossa, le ONG Save the Children, Assistência Médica Internacional Foundation, Human Rights Watch, World Vision e le agenzie nazionali alla “cooperazione” United States Agency for International Development (USAID), Department for International Development (DFID), Deutsche Gesellschaft für internationale Zusammenarbeit (GIZ), l’Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo. Continua in: antoniomazzeoblog.blogspot.it



Martedì 12 Gennaio,2016 Ore: 21:36
 
 
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