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www.ildialogo.org NON BASTA PASSEGGIARE "CONTRO" PER NON ESSERE "COMPLICI" DI QUESTO "SISTEMA" E CON LA POLITICA IMPERIALISTA,di Alfonso Navarra

NON BASTA PASSEGGIARE "CONTRO" PER NON ESSERE "COMPLICI" DI QUESTO "SISTEMA" E CON LA POLITICA IMPERIALISTA

di Alfonso Navarra

Vedo scritto da qualche parte che si sta manifestando contro una esercitazione NATO con la seguente motivazione fondamentale:
“Non possiamo essere complici della politica imperialista di distruzione e sfruttamento”.
Manifestare "per non essere complici" la ritengo una soluzione inadeguata, soprattutto quando si veicolano analisi, contenuti e toni non proprio da donne e uomini di pace, come ho già scritto in un mio precedente post.
Diventa poi addirittura controproducente, come ha dimostrato la protesta contro l'EXPO a Milano, se si offre il destro a qualche "teppista politico"
di sfasciare per strada qualche bancomat: andrebbe ricordato al sedicente "rivoluzionario" che la sua azione nemmeno danneggia la banca, fa solo lievitare il PIL...
Quello che segue consideratelo un predicozzo rivolto a tutti coloro che intendono seguire le orme di "Er pelliccia" e simili.
Le catene che ci tengono personalmente e socialmente avvinti al "sistema imperialista" somo molte e gli intrecci sono svariati e complessi.
Qualche esempio.
Non uso forse gli euro e con questa moneta mi faccio pagare, e pago l'affitto di casa e i miei acquisti?
Non pago le tasse che poi finiscono nei bilanci militari?
Non ho il conto corrente presso una banca che finanzia il nucleare e la produzione di armamenti?
Non mangio carne di allevamenti alimentati con mangime OGM?
Non indosso capi di cotone transgenico prodotto dai contadini indiani super-sfruttati?
Non giro in auto con motori a benzina o a gas che grondano sangue?
Non bevo, anche nel centro sociale, birra prodotta da multinazionali?
Non uso il cellulare fabbricato con le "terre rare"?
Non mi sono iscritto a Facebook?
Liberarsi da queste catene, poco ma sicuro, non è il risultato di sfoghi di rabbia momentanei (anche se organizzati con qualche decina di persone e ripetuti 3 o 4 volte in un anno ai cortei in cui ci si infiltra).
Bisogna pensare, se si ha veramente la preoccupazione di cambiare le cose, ad una strategia complessa organizzata collettivamente. La DIMENSIONE POLITICO-SOCIALE COLLETTIVA non può essere elusa.
Alcuni comportamenti individuali di consumo possono e devono essere cambiati. Di lì non si scappa.
Ma nemmeno, mi ripeto, e ripeto, questo basta...
Ed in ogni caso, soprattutto a livello individuale, va messa in conto una inevitabile dose di incoerenza e di compromesso.
I "rapporti di forza", come si suol dire, sono tali che spesso succede che devi piegarti a fare determinate cose, altrimenti salti letteralmente dalla finestra.
Quindi è bene colpevolizzarsi fino ad un certo punto, anche se non si deve credersi del tutto assolti, come cantava De Andrè.
Del resto lo stesso sistema in sé non è un monolito ma cova la coerenza e la contraddizione dentro di sé.
Il problema è veramente serio, io personalmente ho dei principi e delle idee, ma certamente non la ricetta semplice che risolve tutto e subito.
"Er Pelliccia" molto probabilmente accoglierà quanto sopra esposto con irritazione e fastidio: ecco, dirà tra sé e sé, l'ennesimo pistolotto moralista del benpensante "sinistro" che "non ha le palle per agire".
Ma io qui sto anche parlando alla nuora perché la suocera intenda.
Ecco quello che voglio dire alla "suocera" del movimento pacifista, in tutte le sue espressioni.
A me sembra che tutta l'impostazione tattica di una mobilitazione contro una situazione "intangibile" (che non consente alcun appiglio pratico per interventi creativi combinanti indissolubilmente protesta e proposta e tenenti conto di ciò che in concreto ci lega al "sistema") costituisca il miele che prima o poi attirerà la presenza niente affatto casuale dei Black Bloc.
Continuiamo a fare cortei - old style e a senso unico - con gli slogan degli anni '50 del secolo scorso e stiamo a vedere cosa succederà!
Credo e temo ben poco di buono.
Cosa si potrebbe fare di diverso? In sintesi, campagna EUROPEA per SCIOGLIERE LA NATO (non "uscire fuori") come parola d'oredine generale. Percorso da articolare con due obiettivi pratici: 1) istituzionale, no alle sanzioni alla Russia (in Italia avremmo già la maggioranza parlamentare); 2) di mobilitazione sociale: denuclearizzazione "grimaldello" che aggancia meglio l'opinione pubblica e si presta a prese di coscienza collettive più mature che non le solite invettive contro il "cattivo imperialismo USA" (abbiamo, sempre in Italia, la delibera del Comune di Napoli da generalizzare).
So bene di fare la parte del Grillo Parlante che al momento nessuno vuole ascoltare.
Quindi proprio per questo - avendo energie scarse e calanti - invito amiche ed amici a desistere dagli inviti a partecipare OGGI ad Assemblee per portare il mio punto di vista nel Comitato NO NATO (magari per essere tacciato - è già successo! - di operare come agente provocatore!).
Vogliamo strappare qualcosa di concreto e dirompente "qui ed ora"? Concentriamoci - è l'invito che rivolgo - su questa questione del non rinnovo delle sanzioni alla Russia (che non vuol dire viva Putin ma abbasso la nuova guerra fredda): ecco un punto su cui - ne sono convinto - una amplissima unità può farci "vincere" contro Renzi, etc...
Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari
pressenza.com



Venerdì 23 Ottobre,2015 Ore: 22:57
 
 
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