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www.ildialogo.org FILMATI CON LE GAMBE CORTE. SIRIA: CHI HA USATO LE ARMI CHIMICHE?,di Adista Notizie n. 32 del 21/09/2013

FILMATI CON LE GAMBE CORTE. SIRIA: CHI HA USATO LE ARMI CHIMICHE?

di Adista Notizie n. 32 del 21/09/2013

37292. ROMA-ADISTA. Non che si possa proprio tirare il fiato, ma qualche molecola di ossigeno ce la si può permettere in attesa che il presidente della Siria Bashar al-Assad compia quanto ha promesso il 9 settembre al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov (e ufficializzato il giorno dopo), ovvero la consegna all’Onu dell’arsenale chimico siriano, neutralizzando di conseguenza la reazione statunitense. Barack Obama, poco persuaso ma possibilista, ha subito dichiarato che, «se gli arsenali chimici verranno eliminati davvero, non avremo bisogno di lanciare l’attacco».
Che il governo siriano sia dotato di questo tipo d’armamento ormai Assad l’ha confermato; e invece, chi l’abbia usato il 21 agosto, uccidendo secondo gli Usa e l’opposizione siriana 1.500 civili di ogni età, per ora rimane un’araba fenice. Intanto c’è da chiedersi perché l’Amministrazione Usa non ha mai mostrato alla stampa le prove – foto e trascrizioni di conversazioni telefoniche che pur dice di possedere – che il crimine sia stato commesso dagli uomini di Assad. Se l’avesse fatto, si sarebbe assicurato il sostegno dei parlamentari e dei cittadini. Il 55% degli statunitensi è contrario all’attacco, non convinto né della necessità di impelagarsi in un’altra guerra “umanitaria”, né delle ragioni. D’altronde, «non è semplice comprendere – ha argomentato un ex ufficiale britannico direttore della rivista The Armed Forces of the U.K., Charles Heyman – perché un comandante militare dovrebbe bombardare un sobborgo di Damasco con armi chimiche per ottenere un piccolo vantaggio tattico sapendo di provocare un disastro (politico e diplomatico) a lungo termine». Più o meno lo stesso argomento che porta Assad, quando, rispondendo a Le Figaro (2/9), afferma: «Chi può concepire che un esercito, che sta ottenendo successi sul terreno con armi convenzionali (cosa da tutti riconosciuta, ndr) ricorra ad armi di distruzione di massa?». «Sarebbe concepibile usarle in aree dove le nostre truppe stanno operando? Quale sarebbe la logica? Ed inoltre, è plausibile che l’uso di queste armi in un’area densamente popolata, residenziale, di Damasco non uccida decine di migliaia di persone?» (l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, fra gli altri, ha riferito di 502 vittime; secondo Medici senza Frontiere sono 355). Ci sono stati feriti fra i militari?, chiede il quotidiano. «Sì – risponde Assad – nella zona di Baharia, a Damasco. Gli ispettori dell’Onu li hanno incontrati all’ospedale».
Se non fosse ascrivibile al presidente siriano, allora l’uso del gas sarin il 21 agosto scorso sarebbe un crimine commesso dall’opposizione armata ad Assad. A sostegno di questa ipotesi c’è quanto testimoniato il 9 settembre dallo storico belga Pierre Piccinin e dal giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, finalmente liberi dopo il lungo sequestro nelle mani della brigata Abu Ammar, cui l'Esercito siriano libero che li aveva arrestati li aveva poi consegnati. Entrambi hanno ascoltato una conversazione in Skype fra tre “miliziani” (non tutti identificabili dai sequestrati) durante la quale, parole di Quirico, «gli uomini dicevano che l’operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata condotta dai ribelli come provocazione, per spingere l’Occidente ad agire». Se Quirico ha aggiunto: «Non sono assolutamente nella condizione di affermare che questa conversazione era basata su fatti reali o su sentito dire», Piccinin con più determinazione ha affermato: «Il responsabile non è Bashar al-Assad». E sì che Piccinin ce la dovrebbe proprio avere con il regime di Assad: solo nel 2012 è rimasto nelle mani della polizia siriana per una settimana (17-23 maggio), subendo pesantissime torture fisiche e psicologiche, come egli stesso ha raccontato (www.pierrepiccinin.eu/pages/SIRIA_Viaggio_allInferno-7890888.html).
Suor Agnes Mariam de la Croix, che vive in Siria da vent’anni ed è molto impegnata sul fronte delle informazioni sul conflitto in corso nel Paese, in un’intervista apparsa il 6 settembre sul sito CounterCurrents.org, dubita dell’autenticità del video sulle vittime del gas sarin che è stato diffuso dalla Reuters. È andato in onda alle 6.05 di mattina, osserva suor Agnes, quando «l’attacco chimico si dice sia avvenuto fra le 3 e le 5 di quella stessa mattina a Ghouta (sobborgo di Damasco, ndr). Com’è possibile – chiede – montare una dozzina di differenti riprese», che filmano le vittime, mostrano «i primi aiuti» prestati loro e «intervistarli, e tutto questo in meno di tre ore»? «Ho studiato accuratamente il filmato ed elaborato un’analisi che presenterò a breve», anche alla Commissione Onu per i Diritti Umani. La conclusione di suor Agnes – ma non per negare l’esistenza dell’attacco con armi chimiche, precisa – è che il video sarebbe un montaggio: «È stato inscenato e preparato prima dell’attacco allo scopo di fare apparire il governo siriano come l’autore».
Secondo altri, i video sull’attacco chimico erano già in rete, e in più lingue, il 20 agosto, ore prima di quando ha avuto luogo. Cosa significa?, si chiede il sito Sibialiria.org (“portavoce” in Italia del movimento pacifista siriano Mussalaha) nel ricco articolo redazionale intitolato “Armi chimiche in Siria: un nuovo incidente del Tonchino?” che linka almeno cinque di questi video sospetti (www.sibialiria.org/wordpress/?p=1865). (eletta cucuzza)
Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it


Sabato 21 Settembre,2013 Ore: 19:24
 
 
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