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www.ildialogo.org Strage di Nassiriya: sė della Cassazione al risarcimento dei familiari delle vittime,a cura di Tusio De Iuliis

Strage di Nassiriya: sė della Cassazione al risarcimento dei familiari delle vittime

a cura di Tusio De Iuliis

Riceviamo questi documenti dall'amico Tusio De Iuliis presidente dell'associazione "Aiutiamoli a Vivere" (Passage to the South). In una lettera così egli ci scrive:
Carissimo Direttore e amico,
ti invio ma solo perché tu sappia di quanto accaduto qui a Pescara nel lontano 2005 allorché tutte le forze politiche (la sinistra al governo della città) decisero di costruire un monumento ai caduti di Nassiriya con una ambiguità e compromessi inaccettabili e fuorvianti.
Fu un momento di grande dolore per me soprattutto datomi da quelle forze che ancora continuavano a "cantare" la Pace
Il quella lettera come potrai notare al punto 3 affrontavo e denunciavo il comportamento del comando italiano di Nassiriya per leggerezza e superficialità nella gestione della sicurezza.
Ora finalmente la Giustizia ha dato il suo giudizio finale e questo è per me motivo di grande piacere e soddisfazione perchè almeno in questo caso, la verità è prevalsa su tutte le ambuiguità della politica.
Tieni presente che in quel periodo ero in Iraq e quindi a conoscenza di quanto avveniva.
Di seguito il giudizio della Cassazione e la lettera aperta che feci allora ritrovandomi solo, peggio di un cane abbandonato.
Ti sarei grato per la tua attenzione.
Ancora grazie
Tusio De Iuliis
Strage di Nassiriya:
sì della Cassazione al risarcimento dei familiari delle vittime
La Cassazione ha accolto il ricorso dei familiari delle vittime della strage di Nassiriya e ora la Corte d'appello di Roma dovrà stabilire il risarcimento in precedenza negato.
In particolare la Seconda sezione penale della Suprema corte ha annullato con rinvio, alla Corte d'appello civile di Roma, la sentenza con la quale, il 24 novembre 2009, i risarcimenti erano stati negati ed erano usciti definitivamente assolti i generali Bruno Stano e Vincenzo Lops, accusati di non aver predisposto adeguate misure di sicurezza a Base Maestrale.
Per i due alti militari, comunque, non ci sarà alcun nuovo processo perché la loro assoluzione non era stata impugnata dalla Procura della Corte d'appello. Nella strage di Nassiriya, il 12 novembre 2003, un camion kamikaze esplose provocando la morte di 12 carabinieri, 5 militari e due civili italiani, mentre altre 140 persone rimasero ferite. Nell'esplosione persero la vita anche alcuni civili iracheni.
Il legale dei familiari: "Grande vittoria morale" - "Questa è una grandissima vittoria morale perché le famiglie delle vittime di Nassiriya, che io rappresento quasi tutte, non hanno mai chiesto il denaro ma hanno combattuto per l'accertamento della verità. Anche quando eravamo soli, perché la Procura militare non ci seguiva, e anche quando il governo ha fatto leggi contro di noi". E' questo il commento a caldo dell'avvocato Francesca Conte che ha ascoltato, in Cassazione, la lettura del verdetto che gli ha dato ragione. "Resta un solo rammarico, ossia che la Procura militare non abbia fatto ricorso in Cassazione, insieme a noi, contro le assoluzioni".
 
LETTERA APERTA
  • Al Signor Sindaco del Comune di Pescara
  • Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
  • Al Signor Vice Sindaco
  • Ai Signori della Giunta
  • Ai Signori rappresentanti in Consiglio Comunale
  • Ai Capi gruppo in Consiglio Comunale
  • Agli Illustri Rappresentanti
il Comitato tecnico organizzativo
e p. c.
  • Alla Rete Non Violenta Abruzzo
  • Al Social Forum Abruzzo
  • Ai Signori rappresentanti dell’informazione
 
Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio, Illustrissimi Signori in indirizzo,
i tempi che la nostra società sta attraversando sono molti difficili e per alcuni versi colmi di orrori e nefandezze da renderne quasi impossibile un riscontro con la memoria storica delle barbarie della nostra umanità.
Solo molto casualmente, ho letto, dell’intenzione dell’amministrazione comunale della città di Pescara di erigere un monumento alla pace, senza però poter fare a meno di riflettere con grande preoccupazione alle dichiarazioni espresse sulle motivazioni e sulla intitolazione.
Leggo testualmente sul documento ufficiale dell’ufficio di presidenza (Gianni Melilla):
“… presentazione del Monumento per gli Operatori di Pace nel Mondo ed a ricordo della Vittime di Nassiriya e contro ogni forma di terrorismo”.
Ed ancora oltre: “…Dopo la tragedia di Nassiriya, il Consiglio Comunale ha approvato alla unanimità un ordine del giorno affinché, oltre ad intitolare un’importante arteria cittadina, a ricordo di questo doloroso avvenimento, venisse realizzato anche un monumento che potesse meglio rappresentare la partecipazione ed il dolore di tutta la cittadinanza pescarese nei confronti dei familiari delle vittime (militari e civili), ma anche delle Istituzioni che i nostri sfortunati italiani rappresentavano in Iraq.
Il Monumento è anche dedicato a tutti gli Operatori di Pace nel Mondo per testimoniare…”
Una confusione evidente, incongruenze pesanti come macigni, sospettosi compromessi inapplicabili, volontà che voglio credere oneste ma che nella realtà confondono ancora di più una opinione pubblica “bombardata” da una disinformazione scientificamente calcolata e tragicamente falsa.
La “Pace” non è un oggetto plasmabile, è un bene prezioso tanto e come l’acqua, pulita e trasparente; è una parola chiara scritta nei testi fondanti delle Nazioni Unite (o di quel che ne rimane).
Senza dubbio i “ragazzi” di Nassiriya meritano un monumento.
Le vittime di quel tragico atto terroristico meritano un ricordo per molti motivi:
  1. Sono vittime perché inviati in Iraq a seguito ed a sostegno di quelle forze che militarmente hanno occupato quel Paese calpestando ogni diritto internazione ed ogni carta costituente i diritti dei popoli e i diritti umani.
  2. Sono vittime perché inviati in Iraq da una maggioranza del nostro Parlamento, dal Governo e dal Presidente del Consiglio del nostro Paese sulla base di una spaventosa e cinica menzogna e per cercare armi di distruzione di massa (che tutti sapevamo non esserci fin dal 1998).
  1. Sono vittime dell’inefficienza e della leggerezza di coloro i quali avevano il compito della sicurezza del Comando di Nassiriya.
Mentre da molto tempo prima, a Baghdad come a Bassora o come in altri luoghi sensibili dell’Iraq e perfino intorno ad alcuni alberghi erano stati costruiti frettolosamente paratie e difese di cemento armato, bitte di varie tonnellate di peso, recinti di filo spinato e tutto quanto poteva essere comunque necessario a ridurre o eliminare ogni tentativo di attacco dall’esterno, il Comando di Nassiriya rimaneva inspiegabilmente senza nessuna difesa adeguata.
  1. Sono vittime perché inviati in Iraq per difendere gli accordi stipulati tra il nostro Governo, l’ENI ed il Governo del dittatore Saddam per lo sfruttamento dei pozzi di petrolio di Nassiriya.
  2. Sono vittime perché mandati in Iraq a svolgere attività “umanitarie” con carri armati, elicotteri da guerra, armi leggere e pesanti e aerei da combattimento, di fatto occupando un paese che non ci ha mai dichiarato guerra.
  3. Sono vittime perché inviati in Iraq a sostenere i responsabili dei peggiori crimini contro l’umanità.
  4. Sono vittime perché inviati in Iraq a supportare i torturatori di un popolo indifeso.
  5. Sono vittime perché mandati in Iraq a guardare il genocidio di un popolo e l’assassinio a freddo di decine e decine di miglia di donne e bambini.
Non c’è nessun dubbio che il militare italiano sia strutturalmente e culturalmente diverso dal soldato americano, così come credo e spero che mai raggiungeranno i livelli criminali, la tossicità omicida, la sadicità nell’applicazione sistematica della tortura.
 
Elenco Comitato tecnico, organizzativo, cerimoniale per la realizzazione del monumento alla Pace:
 
Ricci prof. Ermanno quale rappresentante del Sindaco
Capitano di vascello Carlo Paternuosto Com.te dir. Marittima di Pescara
Ten. Col. Antonio Carideo – Com.te prov. Arma dei carabinieri
Dott. Alfredo D’Agostino – Vice questore aggiunto
Capitano Filippo Patri – Com.te Comp. Guardia di Finanza
Colonnello Fausto Frittoli – Ispettore reg. Abruzzo Ass. Naz. Carabinieri
Clementi prof. Alberto – Preside facoltà di architettura Univ. G. d’Annunzio
 
Signor Sindaco, signor Presidente, signori in indirizzo, questi ragazzi meritano un monumento perché vittime di un deliberato inganno senza precedenti.
Signori, se volete innalzare un monumento, che sia semplicemente un monumento alla Pace.
Prima di ogni soldato, prima di tutti, ci sono le vittime innocenti delle guerre e di tutti i terrorismi; le vittime della fame, delle malattie e del terrore che le donne e i bambini dell’Africa, del Sud-Est asiatico, del Sud America, del Sud del Mondo soffrono, pur sorridendo, giocando e piangendo allo stesso modo come le donne e i bambini d’occidente; le madri vestite di lutto, senza differenza di razza, religione o stato, con o senza burka; i popoli dimenticati; i soldati italiani in Kossovo, ingannati anche loro e lasciati morire (senza monumenti) nella solitudine più totale degli effetti devastanti dell’uranio impoverito; le vittime dei signori della guerra; le vittime innominabili come le donne, i bambini e gli uomini di Falluja massacrati a migliaia fin dentro le moschee, con armi di sterminio.
I ragazzi di Nassiriya meritano tutto il rispetto e più rispetto ancora, proprio per questo non potete nascondere la verità per la seconda volta.
Molti di loro li ho conosciuti personalmente sotto la tenda dell’ospedale della CRI a Baghdad, dove mi recavo a portare ai bambini lì ricoverati i miei peluche, dove spesso
 
durante il frugale pranzo abbiamo scambiato opinioni e idee, e l’abbiamo fatto in piena onestà e chiarezza e alla fine ci siamo rispettati sempre.
Ho chiesto a loro di portarmi i libri raccolti in Italia per la Biblioteca della Facoltà di lingue (sezione di Italiano) dell’Università di Baghdad, lo hanno fatto senza nessun commento.
Signor Sindaco, signor Presidente del Consiglio, illustrissimi Signori in indirizzo, credo che anche voi, siete in qualche modo vittime di chi millantando la pace, in realtà vuole innalzare un obelisco alla guerra, all’odio, alla scontro religioso e culturale, ad un nazionalismo sciocco, fuori dal tempo, dalla ragione e dalla storia.
Ci sono valori come gli ideali sani, le utopie, i sogni di uomini straordinari e puliti, il lavoro di veri operatori di pace che non possono essere confusi o mediati dalla solita politica.
Sta a voi, alla vostra capacità di chiarezza, alla vostra onestà intellettuale e politica prendere le decisioni opportune per non diventare complici di un’altra menzogna ed uccidere per la seconda volta i ragazzi di Nassiriya.
Fra qualche giorno, mi pare il 6 di agosto, ci sarà l’anniversario della prima esplosione atomica su Hiroshima, un monito ed un orrore che non dovremmo mai dimenticare.
C’è una scuola, proprio nella nostra città, il Liceo Artistico “G. Mistioni” che da cinque anni lavora, studia, incontra personalità diverse della cultura, per arrivare alla progettazione di un monumento alla Pace; gli studenti, i professori gli artisti stanno lavorando per questo, loro…non posseggono computer che forniscono monumenti a comando, hanno però dalla loro parte l’umiltà e la passione, l’onestà dell’arte e della giovinezza.
Un monumento alla Pace non è solo una pietra scolpita o un disegno; non è un monolite senza anima; non è il prodotto richiesto anche se ad un buon professionista; è qualcosa di più; nasce lentamente, giorno per giorno, dallo studio e dall’esempio quotidiano; spesso nasce da idee a parole volutamente tenute isolate come fossero lebbra; nasce dalla sofferenza e dalla visione raccapricciante degli orrori di questa civiltà senza civiltà; nasce quasi sempre dalla solitudine in cui vengono rinchiuse le persone scomode; nasce dall’entusiasmo e dall’ottimismo; nasce dalla capacità di sognare e di tradurre i sogni in realtà senza mai essere inutili sognatori; nasce dalla consapevolezza del valore della vita e del dolore della morte; nasce dalle speranze di milioni di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, la maggioranza del nostro pianeta che si batte per un mondo migliore; non nasce dalla mente dei furbi ma dal cuore e dall’intelligenza delle persone oneste.
Mi spiace tantissimo che proprio voi proponenti un monumento alla “Pace”, il 21 di luglio 2005, alla serata di una musica non casuale come il Jazz, di solidarietà con le vittime di ogni guerra e di tutti i terrorismi, eravate spaventosamente tutti assenti.
Beato il Paese che non ha bisogno di eroi” (Bertolt Brecht)
spero e confido nell’azione della società civile pescarese e abruzzese
spero e confido nell’azione delle persone intellettualmente oneste
spero e confido nell’azione dei movimenti e dei partiti democratici
spero e confido in un vostro ripensamento
 
Pescara 31 luglio 2005
In fede
Tusio De Iuliis
 
Carissimi amici e cari compagni,
mi corre l’obbligo di un chiarimento, la mia lettera aperta al sindaco e che vi rimando per non ingenerare confusioni, non era l’appello per una raccolta di firme, né per lanciare una petizione contro qualcuno, né tanto meno quella di contestare quella o l’altra persona (mi pare che questo fosse molto chiaro).
Negli ultimi venti anni, ho visto morti, sofferenze e tragedie a non finire; ho visto orrori inenarrabili; ho visto cose di cui molti si saziano a parlarne solo quando conviene e spesso per fini poco nobili; ci sono troppe cose da fare ed io non ho nessuna intenzione e voglia di entrare in una logica di "guerre" che non mi appartiene.
La mia lettera aperta voleva essere solo un modo civile, corretto e onesto di sollevare e aprire un leale dibattito su qualche cosa che mi pareva essere (ed è) di grande confusione e soprattutto frutto di “compromessi” che assolutamente non dovevano né potevano essere fatti.
I ragazzi di Nassiriya sono morti a causa di un attentato terroristico e non per un banale e tragico incidente, come loro dicono.
Sono morti per l’azione terroristica di un gruppo chiamato Al-Qaid, addestrato, istruito, finanziato e armato dai principi sauditi e dai circoli finanziari di Wall Street e dalle joint ventures dei petrolieri texani e della famiglia Bush.
Al-Qaida, non aiuta il popolo iracheno né i popoli che vogliono la pace, così come il governo americano e le forze di occupazione.
Il mio era solo un modo come un altro perché prevalesse la verità, non la mia, ma quella testimoniata e documentata ampiamente dai fatti.
Il fatto che talune persone preferiscano al confronto, la latitanza, è la prova provata di una impreparazione e di una disonestà culturale di fondo, prima che politica.
Da noi purtroppo, esiste la cultura dell’effimero, dell’auto esaltazione, dell’auto incensimento, delle parole e dei bla bla, non la cultura del fare ma quella dell’apparire e del sembrare.
Caro Paolo, sono scomparsi tutti? Non so. Sono mai esistiti?
D’altronde sarebbe impossibile discutere o polemizzare con chi non esiste
Quando non si ha il coraggio e l’onestà di affrontare, discutere e difendere le proprie idee e soprattutto le proprie azioni, cosa dire? Niente! La realtà è nei fatti.
Viva la “sobrietà” senza “se” e senza “ma” !!!
Spero che la nostra società, le forze politiche ed in particolare quelle della sinistra, sappiano riflettere con la criticità dovuta.
E meno male che si trattava solo di una semplice lettera Aperta e della proposta di una semplice discussione; meno male che non sono mai stato un duro e puro (li ho sempre visti con grande sospetto); meno male che non ho mai avuto coperture e protezioni da parte di nessuno (mi ritengo un fortunato, altrimenti anch’io dovrei pagare il pizzo); Totò avrebbe detto: “alla faccia del cacio cavallo” (mettiamola così… è molto meglio per tutti).
Una cosa però è certa: né Berlusconi (che non odio) con la sua megalomania creativa e nemmeno Bush (che non odio) nei suoi pochissimi momenti di lucidità, sarebbero riusciti a pensare una tale alchimia di così infima “alta politica”.
Lo hanno fatto loro tutti, nessuno escluso, all’unanimità.
Sono veramente bravi, unici in Italia e nel mondo.
La “quadratura” del cerchio é perfetta !!!
Non le parole, ma i fatti, mettono allo scoperto le volontà.
Basta leggere l’elenco dei componenti il comitato per la realizzazione del monumento alla pace. Sembra un comitato di guerra (con tutto il mio sincero rispetto per le autorità che lo compongono),
Nella mia visione Pasoliniana della vita e della società e quindi anche delle forze dell’ordine, che non sono del Governo, ma dello Stato, ancora una volta, come oltre trenta anni fa, ci si ritrova soli, in balia della retorica, della menzogna e del populismo.
La guerra, perché di questo si tratta, crea odio e vendetta
Sui morti non si gioca, su tutti i morti non si gioca
Né su quelli di Nassiriya, né sulle centinaia di miglia di vittime civili innocenti, donne e bambini sulle quali si continua ancora a tacere
QUI A PESCARA NON E’ SUCCESSO NULLA
Spero nessuno si sia offeso, non era nel modo assoluto nelle mie intenzioni.
BUONA ESTATE a tutti
Un abbraccio Tusio


Sabato 22 Gennaio,2011 Ore: 17:44
 
 
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