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Salta l’incontro “storico” Kim-Trump: e ora?

25.05.2018 - Angelo Baracca
Quest'articolo è disponibile anche in: Spagnolo
Salta l’incontro “storico” Kim-Trump: e ora?
La disdetta – unilaterale – dello “storico” incontro fra Trump e Kim Jon-un sul quale vi erano grandi aspettative per la soluzione della crisi coreana solleva molti interrogativi, dal momento che le dichiarazioni di Trump non esplicitano evidentemente i possibili retroscena. Penso sia utile comunque proporre qualche osservazione, anche alla luce dei primi commenti internazionali.
Sembra che l’annuncio abbia preso alla sprovvista anche il governo sud coreano, visto che il presidente Moon Jae-in si era incontrato con Trump alla Casa Bianca pochi giorni fa. Vi erano state avvisaglie di qualche complicazione quando il presidente nord coreano Kim Jon-un aveva denunciato l’esecuzione di esercitazioni militari degli Stati Uniti con la Corea del Sud: anche se queste esercitazioni erano previste ancor prima dell’incontro tra i presidenti delle due Coree, a qualunque persona di buon senso un’esibizione muscolare non sembrerebbe un viatico per l’incontro in programma, anche se per Washington sembra la norma.
Kim Jon-un ha dato invece una dimostrazione della sua buona volontà smantellando proprio oggi il sito nucleare di Punggye-ri con esplosioni controllate di cui sono state diffuse le immagini>1.
Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha convocato un vertice di sicurezza, rilanciando la necessità di un “dialogo diretto” fra i protagonisti.
Un articolo del Bulletin paventa addirittura che l’improvvisa decisione di Trump possa rischiare di compromettere l’alleanza fra la Corea del Sud e gli Stati Uniti>2, dato anche il fatto che Moon è il dirigente politico che si è conquistato il più alto indice di gradimento dell’opinione pubblica nella regione. E i sondaggi delle settimane scorse esprimevano una larga fiducia nelle intenzioni di Kim di denuclearizzare. Trmp ha già dato l’impressione nel passato all’opinione pubblica sud coreana di un atteggiamento di coercizione politica, non molto gradito: lo ha fatto quando ha preteso che il sistema di difesa antimissile THAAD da un miliardo di $ fosse schierato in Corea del Sud, e pagato da Seoul (e un negoziato per dividersi i costi militari è ancora in corso); e lo ha ripetuto quando ha forzato la rinegoziazione dell’accordo bilaterale di libero commercio FTA (che quando era candidato aveva criticato). Senza contare che il “fire and fury” non fu propriamente gradito dai sud coreani, per ovvie ragioni.
Trump si era esibito in passato in dichiarazioni, al suo solito, roboanti: “Sono impaziente di incontrarla un giorno” e ancora “ringrazio Kim per il magnifico gesto del rilascio degli ostaggi americani”, “Non vedevo l’ora di essere lì con lei”; condite, a dire il vero, con una spacconata che ricorda quella ridicola su chi ha il bottone più grosso, “Lei parla delle sue capacità nucleari ma le nostre sono così massicce e potenti che prego Dio non siano mai usate”. In verità tutto il mondo si augura che non siano mai usate! Come ho più volte discusso, un attacco nucleare alla Corea del Nord sarebbe assolutamente impossibile.
Su questa linea minacciosa aveva improvvidamente esordito il mese scorso il super-falco Segretario per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, ricordando a Kim l’esempio del leader libico Gheddafi, che nel 2003 fu persuaso dal presidente Bush Jr. ad abbandonare il suo limitato programma nucleare (ma 8 anni dopo era stato fatto fuori). Nella sua arroganza Bolton non ricordava neanche quello che Kim aveva dichiarato un anno fa, “Saddam ha abbandonato il sui programma, Gheddafi ha abbandonato il suo programma, e sono stati fatti fuori …”: insomma, l’arma nucleare come un’assicurazione sulla vita.
Qualche commentatore si chiede se l’annuncio di Trump potrebbe essere un bluff>3. Trump deve “lustrare” le sue credenziali, recentemente si è riferito a se stesso come candidato al Nobel per la pace. Mickey Bergman, vice presidente del Richardson Center for Global Engagement, dichiara: “È una classica mossa di Trump”. Bergman ipotizza che il summit potrebbe procedere senza un annuncio che lo preceda. Trump stesso giovedì aveva dichiarato: “È possibile che l’incontro esistente possa avere luogo o un summit in una data successiva. Nessuno dovrebbe essere ansioso”.
Trump potrebbe decidere di inviare il Segretario di Stato, Mike Pompeo, di nuovo a Pyongyang per ulteriori colloqui: Pompeo aveva già effettuato due missioni nel paio di mesi passati per negoziare il rilascio di tre prigionieri americani. Molto dipenderà da come Kim reagirà all’annuncio di Trump.
Mi sembra opportuno ribadire un concetto che ho già espresso in passato. Qualsiasi negoziato sensato con Pyongyang deve partire dalla presa d’atto che la Corea del Nord non è un paese che “prolifera”, ma è ormai (per precise responsabilità degli Stati Uniti) uno Stato nucleare a tutti gli effetti. E che la “denuclearizzazione” riguarda anche gli Stati Uniti, per il sospetto transito di vettori di armi nucleari nella regione, nonché la presenza di basi militari in Corea del Sud [in un sondaggio effettuato una decina di giorni fa il 52% dei sud coreani si era dichiarato favorevole al ritiro delle truppe statunitensi (25% di quelle che stazionano in permanenza, 27% il ritiro completo), contro il 44% favorevole alla loro permanenza].
In altre parole, la vera prospettiva non può che essere che (e si profilava come) una penisola coreana denuclearizzata, nel quadro di un vero trattato di pace che non è mai stato stabilito dalla fine della Guerra di Corea 65 anni fa.
Intanto il sito di regali online della Casa Bianca è crollato dopo lo sconto che ha dovuto fare sulla vendita delle monete commemorative dell’incontro fra Trump e Kim>4.
>1 Corea del Nord, esplosioni controllate distruggono il sito nucleare di Punggye-ri. Le immagini, rainews.it.
>2 Karl Friedhoff, “Why Trump’s cancellation of the North Korea summit may undermine the US-South Korea alliance”, Bulletin of the Atomic Scientists, 24 maggio 2014, thebulletin.org.
>3 Emil Tamkin, Elias Groll, Dan De Luce, “Now That the Summit Is Off Between the U.S. and North Korea, What’s Next?”, Foreign Policy, 24 maggio 2018.
>4 White House Gift Shop Website Crashes After Discounting Commemorative U.S.-North Korea Summit Coins, 24 maggio 2018, fortune.com. Per l’emissione della moneta si veda: The U.S. Has Made a Commemorative ‘Peace Talks’ Coin Ahead of the Trump-Kim Summit, Time, 22 maggio 2018, time.com.
Informazioni sull'Autore

Professore ora in pensione dell'Universita di Firenze. Saggista specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare e attivista pacifista e ecologista. Editorialista per Pressenza sulle questioni nucleari e sull'etica nelle scienza.



Sabato 26 Maggio,2018 Ore: 18:10
 
 
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