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www.ildialogo.org "L’Italia ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari accogliendo il diritto dell’Umanità alla sopravvivenza",di Alfonso Navarra

"L’Italia ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari accogliendo il diritto dell’Umanità alla sopravvivenza"

DICHIARAZIONE STAMPA DEI DISARMISTI ESIGENTI


di Alfonso Navarra

Dopo la discussione alla Camera (24 luglio 2017) della mozione Basilio del M5S sul disarmo nucleare (voto rinviato)
Documento per la Stampa 
 
Milano, 24 luglio 2017
Oggi, 24 luglio 2017, alla Camera dei deputati, è stata discussa una mezz’oretta (dalle 14 alle 14.30) la mozione del M5S in materia di disarmo nucleare dell’Italia (vedi testo sotto riportato), prima firmataria Tatiana Basilio, deputata originaria di Brescia. Non si è arrivati al voto ma si è, in un certo senso, ripetuto il film che abbiamo visto il 18 luglio al Senato: le mozioni in qualche modo concordate con il movimento disarmista contestate, in nome della “centralità del Trattato di non proliferazione (TNP)”, dal Partito democratico (al Senato il voto del PD, insieme a quello della destra, le ha esplicitamente respinte).
Va segnalata una difformità di un certo rilievo: la mozione alla Camera del M5S a differenza di quella del Senato, primo firmatario Roberto Cotti, non fa cenno alla necessità, da parte dell’Italia, di firmare il nuovo, “storico”, accordo adottato il 7 luglio scorso alla Conferenza ONU di New York: il nuovo Trattato per la proibizione delle armi nucleari (voto favorevole di 122 Stati, potenze nucleari e NATO invece contrarie). La deputata Basilio ne ha fatto cenno, di striscio, solo nel suo intervento orale.
Alla Camera, con ogni evidenza, non è avvenuta la sensibilizzazione che i “Disarmisti esigenti” sono riusciti a generare in Senato: bisogna uscire da una vecchia impostazione nazionale (“fare gli interessi sovrani dell’Italia”) per accogliere invece il nuovo punto di vista della comune umanità. Qui sta il cuore della cultura di pace, che impara a percorrere il cammino della nonviolenza. Prima viene il diritto dell’Umanità, intesa come unico soggetto collettivo, ad essere liberata dalle minacce che pendono contro la sua sopravvivenza (nel contesto del rispetto della Madre Terra); dopo vanno considerate le esigenze dei singoli Stati, che comunque non possono e devono essere esercitate mettendo a rischio i beni comuni di tutti, ed in primo luogo il bene dei beni: la vita stessa. Questo principio è stato affermato nel diritto ambientale internazionale, in particolare quando è stato adottato, il 12 dicembre 2015, l’accordo di Parigi sul clima globale. Ed è per questo che i Disarmisti esigenti saranno presenti alla COP 23, che si svolgerà dal 6 al 17 novembre a Bonn, con lo scopo di andare avanti nell’attuazione degli accordi di Parigi, ripudiati dal nuovo presidente USA, Donald Trump.
Il disarmo nucleare, indispensabile se si tiene conto che occorre liberarsi degli ordigni atomici prima che essi distruggano l’Umanità e forse la stessa biosfera (la guerra nucleare può essere scatenata persino per caso, per incidente o per errore di calcolo), deve essere perseguito anche con atti indipendenti nazionali o di blocchi di Stati che compiano il primo passo nella direzione giusta. Ecco perché è nostro l’obiettivo, indicato anche nella mozione Basilio, che l’Italia dichiari l'indisponibilità ad utilizzare armi nucleari (ed a minacciarne l’utilizzo! – ndr) escludendo l'acquisizione, per i propri sistemi d'arma, di tecnologie in grado di rendere gli stessi atti all'impiego di armi nucleari. Si tratta di uscire dalla condivisione nucleare NATO, di rispedire al mittente americano le B-61 di Ghedi ed Aviano in via di ammodernamento e predisposte per i nuovi F35 che stiamo comprando (ed in parte anche producendo), di prevedere il divieto di attracco in porti e moli nazionali di navi o sommergibili, anche di Paesi alleati, che possano portare a bordo armi nucleari.

 
Alfonso Navarra (LDU) email alfiononuke@gmail.com ed Antonia Sani (WILPF Italia) – portavoci dei Disarmisti esigenti - cell. 340-0736871 oppure 349-7865685
Diffuso alle ore 15.00

 
Testo mozione Basilio ed altri n. 1-01081 (gruppo M5S)

 
Link alla fonte: aic.camera.it

 
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/12/2015

 
ATTO MODIFICATO IL 20/07/2017

 
 La Camera,
premesso che:

il Trattato di non proliferazione nucleare sancisce l'obbligo per l'Italia di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati nucleari, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio; nello specifico, l'articolo 1 recita: «Ciascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Stato militarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o congegni esplosivi»;
secondo quanto affermato dall'Istituto affari internazionali nel documento «Il dibattito sulle armi nucleari tattiche in Italia» nonostante l'esplicito impegno a «creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari», il nuovo Concetto strategico della Nato, adottato a Lisbona il 19 novembre 2010, ribadisce che «fintanto che ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà una Alleanza nucleare». Ultimo caso di dispiegamento avanzato (forward deployment), cinque paesi dell'Alleanza atlantica – Belgio, Germania, Italia, Olanda e Turchia continuano ad ospitare armi nucleari tattiche (Ant) statunitensi all'interno dei propri confini. Il tipo di arma nucleare a disposizione della Nato attualmente ospitata sul territorio europeo è la bomba B-61, che è comunemente classificata come tattica. Attualmente sono in servizio le versioni B61-3, B61-4 e B61-10, costruite tra il 1979 e il 1989, con varie opzioni di potenza da 0.3 a 170 chilotoni. Le bombe possono essere trasportate dagli aerei statunitensi F-15E e F-16C/D e dagli aerei delle forze europee come gli F-16 belgi, olandesi, turchi e i Tornado italiani e tedeschi. Le bombe sono custodite sotto il controllo americano dagli US Munitions Support Squadrons (Munss);
svariati organi di stampa parlano di atomiche americane presenti in Italia nelle basi di Aviano e Ghedi, di esercitazioni svoltesi nelle stesse per valutare la sicurezza delle armi nucleari e di addestramento specifico rivolto al personale militare per fronteggiare emergenze di carattere nucleare in caso di incidenti con queste stesse armi;
i siti Internet ufficiali dell'Aeronautica militare statunitense affermano che nella base di Aviano, esistono apparecchiature specifiche per il controllo e la manutenzione di questo genere di armamenti;
anche nel bilancio 2018 dell'USAF si stanziano fondi per l'F-35A DCA (Dual Capable Aircraft) con capacità nucleare. In particolare, nel bilancio di ricerca e sviluppo 2018 per la US Air Force in discussione in questi giorni al Congresso statunitense sono previsti fondi aggiuntivi per lo sviluppo della versione DCA dell'F-35A Lightining II. La versione DCA è previsto possa portare nella stiva interna due bombe nucleari B61-12;
il programma di sviluppo del velivolo DCA (identificato nel bilancio USAF con il numero 676011) è iniziato nell'anno fiscale 2014 e si concluderà verosimilmente nell'anno fiscale 2025;
per il 2018 l'Usaf chiede uno stanziamento di 27.731 milioni di dollari, in aumento rispetto allo stanziamento 2017 di 25.743 milioni. Il trend della spesa per questa specifica versione dell'F-35A segnala ulteriori aumenti nei prossimi anni fino a toccare i 50.433 milioni dell'esercizio fiscale 2021, ultimo anno per il quale sono pubblicate le proiezioni, per un totale complessivo presunto di circa 250 milioni di dollari;
questa spesa sarà sostenuta, oltre che dagli Stati Uniti, anche dai Paesi partner del programma F-35 che si doteranno di questa specifica versione. Tra questi vi sono certamente l'Italia, i Paesi Bassi e la Turchia. La Gran Bretagna non è coinvolta avendo finora acquisito soltanto la versione B del velivolo priva di capacità DCA. Ugualmente fuori dal programma nucleare è la Germania che non partecipa al programma F-35;
come affermato dalla Corte internazionale di giustizia, mantenere una minaccia nucleare nei confronti di altri Paesi è un illecito e per di più le armi nucleari in territorio italiano rappresentano un pericolo per la salute e la vita di chi vive nei pressi di una installazione nucleare militare;
in una risposta all'interrogazione n. 4-01188 della deputata Basilio (M5S), il Ministro della difesa pro tempore, Sen. Mauro, affermava che: «Anche l'Alleanza Atlantica ha aggiornato periodicamente la propria politica di difesa, inclusa la componente nucleare. Il processo di revisione è iniziato nel 2010 a Lisbona e ha portato all'approvazione, nel 2012, della Revisione della difesa e della deterrenza dell'Alleanza Atlantica (Defence and deterrence posture review – Ddpr), la quale delinea il mix ottimale (“appropriate mix”) di forze nucleari, convenzionali e di difesa missilistica necessarie per garantire la sicurezza e la difesa dell'Alleanza e per perseguire gli impegni annunciati nel nuovo concetto strategico relativi alla difesa collettiva, alla gestione delle crisi e alla sicurezza cooperativa. La Defence and deterrence posture review, nel ribadire che finché esisteranno armi nucleari la deterrenza nucleare rappresenterà un elemento indispensabile per la sicurezza dell'Alleanza e dei suoi Stati membri»;
nella stessa risposta all'interrogazione il Ministro della difesa pro tempore affermava tra l'altro «Con riferimento alla questione della presenza di armi nucleari in Europa, si fa rilevare che l'Alleanza, pur mantenendo un atteggiamento assolutamente trasparente sulla propria strategia nucleare e sulla natura del proprio dispositivo in Europa, non può agire, tuttavia, a discapito della sicurezza di questo dispositivo e della riservatezza che è indispensabile avere in relazione ai siti, la loro dislocazione, i quantitativi e la tipologia di armamento in essi contenuti. Una riservatezza che non può essere violata unilateralmente da un singolo paese dell'Alleanza, perché la deterrenza nucleare è un bene ed un onere collettivo che lega collegialmente tutti i Paesi alleati. La tipologia e la qualità delle informazioni rilasciabili sugli armamenti nucleari è quindi una decisione politica collettiva ed unanime degli alleati, cui nessun Paese può sottrarsi, pena la violazione del patto di alleanza liberamente sottoscritto e del vincolo di riservatezza che da esso ne discende.» Questa affermazione appare, secondo gli interroganti, in contrasto però con il fatto che la presenza di armi nucleari tattiche nelle basi militari di Ghedi ed Aviano è stata resa nota unilateralmente evidentemente dal Congresso degli Stati Uniti d'America. Senatori e deputati degli USA, nonché semplici cittadini attraverso il Freedom of Information Act, evidentemente, godono di un potere di conoscenza superiore a quello degli altri Paesi membri;
la legge 9 luglio 1990, n. 185, vieta espressamente la fabbricazione, l'importazione, di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia;
il divieto di cui alla legge n. 185 del 9 luglio 1990 si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi;
l'Italia ha da sempre dichiarato di non far parte del «club atomico» con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano;
per ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum, l'opzione nucleare, anche solo per fini civili,
impegna il Governo:
  1. a relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari, sulla loro dislocazione e potenza non facendosi più «paravento» di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente per i cittadini ed i parlamentari USA;
    2) a dichiarare l'indisponibilità dell'Italia ad utilizzare armi nucleari escludendo l'acquisizione, per i propri sistemi d'arma, di tecnologie in grado di rendere gli stessi atti all'impiego di armi nucleari;
    3) a non procedere all'ammodernamento degli aerei Tornado attualmente abilitati al trasporto di bombe nucleari per renderli idonei all'impiego delle bombe nucleari B61-12 di prevista prossima introduzione nell'arsenale statunitense;
    4) a non acquisire le componenti software e hardware necessarie per rendere gli aerei F-35 eventualmente destinati all'Aeronautica militare idonei al trasporto di armi nucleari;
    5) ad assumere iniziative per prevedere il divieto di attracco in porti e moli nazionali di navi o sommergibili, anche di Paesi alleati, che abbiano a bordo armi nucleari.

(1-01081) «Basilio, Frusone, Corda, Rizzo, Tofalo, Paolo Bernini, D'Incà, Sorial, Cozzolino, Crippa, Del Grosso, Brugnerotto, Pesco, Agostinelli, Alberti, Baroni, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, Dieni, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mannino, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Petraroli, Pisano, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Spessotto, Terzoni, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».

 



Lunedì 24 Luglio,2017 Ore: 21:11
 
 
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