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www.ildialogo.org "L’Italia ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari accogliendo il diritto dell’Umanità alla sopravvivenza",di Alfonso Navarra (LDU)  ed Antonia Sani (WILPF Italia) – portavoci dei Disarmisti esigenti

"L’Italia ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari accogliendo il diritto dell’Umanità alla sopravvivenza"

di Alfonso Navarra (LDU)  ed Antonia Sani (WILPF Italia) – portavoci dei Disarmisti esigenti

Dopo l’inizio della discussione in Senato (18 luglio 2017) delle mozioni sul disarmo nucleare che ha respinto l’adozione del Trattato per la proibizione degli ordigni “atomici”

 
Documento per la Stampa 
"L’Italia ratifichi il Trattato per la proibizione delle armi nucleari accogliendo il diritto dell’Umanità alla sopravvivenza"
Il Senato, con il dibattito tenuto stamattina, 18 luglio 2017, e con il voto che ha respinto le mozioni, primi firmatari Roberto Cotti l’una (M5S), Loredana De Petris (Sinistra Italiana) l’altra (ce n’è poi anche una terza, non ancora votata, di Federico Fornaro del MDP - vedi testi sotto riportati), presentate per l’adozione del Trattato del 7 luglio 2017, trattato giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro totale eliminazione (A/CONF.229/2017/L.3/Rev.1), ha perso un’ occasione storica.
Le forze politiche principali del Parlamento italiano rifiutano di seguire quanto hanno già accolto positivamente nel Parlamento europeo (ottobre 2016) Popolari e Socialisti: dovrebbero ritenere la proibizione delle armi nucleari non “divisiva”, come è invece l’attuale posizione del governo Gentiloni, bensì un contributo fondamentale che spinge all’attuazione dell’art.VI del Trattato di non proliferazione nucleare. Vale a dire: trattative in buona fede per arrivare ad un effettivo disarmo nucleare totale.
Noi Disarmisti Esigenti, coalizione operativa formatasi in Italia aderendo all’appello di Stéphane Hessel ad “esigere un disarmo nucleare totale”, non demordiamo comunque: continueremo a lavorare perché l’Italia partecipi alla Conferenza di alto livello dell’ONU, stabilita in New York per il 2018 (data ancora da precisare) per mediare realmente tra le potenze nucleari “recalcitranti” e i 122 Stati non nucleari. Vale a dire i “ribelli” che, in nome di tutta l’ONU, ai sensi della Convenzione di Vienna, il 7 luglio a New York hanno aperto veramente la strada ad un mondo senza atomiche. Il Trattato del 7 luglio può essere firmato e ratificato dal 20 settembre 2017 in poi.
Mediare significa, a nostro parere, che sta nel solco della strategia seguita dalla società civile internazionale che ha spinto decisivamente per il risultato del 7 luglio a New York, considerare il Nuovo Trattato la cornice giuridica generale (metaforicamente: il codice) in cui può collocarsi l’aspetto positivo del TNP (una legge particolare da inglobare nel codice), tradito da quelle interpretazioni di comodo che ne fanno la base per la legittimazione dell’oligopolio atomico delle potenze rappresentate in modo permanente nel Consiglio di Sicurezza. E per essere credibili in questo ruolo occorrerebbe da subito ritirarsi, con decisione autonoma, dalla “condivisione nucleare NATO” che ci fa ospitare le atomiche USA a Ghedi ed Aviano e forse in transito negli 11 porti a rischio nucleare di cui usufruisce la VI Flotta USA.
La nostra posizione di movimenti di base, espressa ufficialmente alla Conferenza di New York, condivisa da componenti del movimento internazionale, è molto chiara: il diritto internazionale ambientale , con gli sviluppi quasi universalmente accettati che l’Italia riconosce (avendo sottoscritto e ratificato gli accordi di Parigi del dicembre 2015 contro il riscaldamento climatico globale), può, con i suoi nuovi principi, fornire una base politica e culturale risolutiva in senso positivo e costruttivo al conflitto che si va ad aprire tra la “rivoluzione disarmista” oggi possibile ed il vecchio, mortalmente pericoloso, disordine atomico. Si tratta di limitare la sovranità degli Stati in nome di una esigenza comune dell’Umanità ad essere liberata dalle minacce che pendono sulla sua sopravvivenza.
Con questo spirito e con questi contenuti saremo presenti con una nostra delegazione, accreditata dalla WILPF internazionale, alla COP 23 di Bonn indetta dall’ONU dal 6 al 17 novembre 2017 per l’attuazione degli accordi di Parigi sul clima globale.
Alfonso Navarra (LDU) email alfiononuke@gmail.com ed Antonia Sani (WILPF Italia) – portavoci dei Disarmisti esigenti - cell. 340-0736871 oppure 349-7865685
Diffuso alle ore 17.00
 
Nel file allegato: le mozioni presentate di cui è da segnalare la n. 1-00801 presentata dal PD che ha come base di riferimento la “centralità del TNP”.
In mancanza del numero legale la discussione in aula al Senato è stata rinviata nel pomeriggio. Grasso alle 16.30 ha fatto riprendere con all’odg il tema dei vaccini.


 
Martedì 18 luglio 2017
860a e 861a Seduta Pubblica
alle ore 11
Discussione di mozioni sulla proliferazione delle armi nucleari(testi allegati)
MOZIONI SULLA PROLIFERAZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
(1-00405p. a.) (29 aprile 2015)
premesso che:
la Lockheed Martin, uno dei leader mondiali nella produzione di sistemi d'arma, ha denominato Joint Strike Fighter (JSF) F-35 Lightning II una famiglia di tre velivoli d'attacco mono-pilota destinati a essere utilizzati da operatori diversi quali le aeronautiche e le marine militari di molti paesi;
l'F-35 Lightning II è stato principalmente finanziato dagli Stati Uniti. Inoltre, altri paesi, tutti stretti alleati degli Stati Uniti, quali Regno Unito, l'Italia, il Canada, l'Australia, la Norvegia, la Danimarca, i Paesi Bassi e la Turchia, hanno in diversa misura contribuito allo sviluppo del programma JSF. Ancora altri Paesi hanno poi deciso, oppure stanno valutando, l'acquisto di velivoli di questa famiglia;
l'Aeronautica Militare Italiana (AMI) e la Marina Militare Italiana (MMI) hanno in programma la messa in linea di due dei tre velivoli di questa famiglia. L'AMI intendere schierare l'F-35A, che si caratterizza per decollo e atterraggio convenzionale ed è dotato di un solo motore. La MMI intende invece schierare l'F-35B, che si caratterizza per decollo corto e atterraggio verticale ed è dotato di due diversi motori;
anche per via del fatto che non tutti gli operatori destinati a utilizzare l'F-35A e l'F-35B possiedono un qualche tipo di capacità nucleare, nazionale o condivisa, il programma F-35 Lightning II è strutturato in modo da rendere questa famiglia di velivoli anche in grado di trasportare l'arma nucleare;
considerato che:
il programma "JSF/F-35 Lightning II" prevedeva, oltre a una fase di sviluppo di nuove tecnologie in materia di Difesa, l'impegno da parte italiana all'acquisto di 131 velivoli F-35 (69 F-35A e 62 F-35B);
il 15 febbraio 2012, il ministro pro tempore della difesa Di Paola, in un'ottica di riduzione di spesa del Ministero, ha proposto di ridurre l'impegno di acquisto a 90 unità;
il 28 marzo 2012, la Camera dei deputati ha approvato alcune mozioni sul contenimento delle spese militari con specifici interventi tra cui la riduzione a 90 unità dell'acquisto degli F-35 proposta dal Governo;
ricordato che il sistema costituzionale della Repubblica Italiana, in conformità alle istituzioni di una repubblica parlamentare, oltre al potere legislativo assegna al Parlamento anche la funzione di indirizzo politico e di controllo sull'operato del Governo;
considerato inoltre che:
è poi noto come il programma "JSF/F-35 Lightning II" preveda la capacità di trasportare operativamente all'interno di ciascun velivolo F-35 due bombe nucleari di tipo B61-12;
tale capacità è ad oggi annunciata come caratteristica dei lotti di produzione convenzionalmente denominati "Block 4A" e "Block 4B", la cui produzione è prevista a partire dall'anno 2021;
almeno alcuni dei 90 velivoli F-35 previsti per il nostro paese apparterranno ai lotti convenzionalmente denominati "Block 4A" e/o "Block 4B";
rimane indefinito l'onere finanziario relativo all'acquisizione di tali eventuali capacità aggiuntive necessarie per il ruolo nucleare;
rimane altrettanto indefinito se a sostenere tale onere sarà esclusivamente il nostro Paese oppure uno o più Paesi terzi;
alcuni paesi alleati, quali il Regno Unito, hanno da tempo rinunciato alle capacità nucleari condivise dell'Alleanza Atlantica, mentre altri come la Germania, il Belgio e l'Olanda hanno già espresso tale intenzione;
il Parlamento olandese ha chiesto al governo del proprio Paese che il velivolo F-35 scelto come successore degli attuali F-16 non sia dotato delle capacità necessarie per svolgere il ruolo nucleare;
l'Italia ha sottoscritto il Trattato internazionale di non proliferazione nucleare;
la legge 9 luglio 1990, n. 185, vieta espressamente la fabbricazione, l'importazione, di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia;
il divieto di cui alla legge n. 185 del 9 luglio 1990 si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi;
l'Italia ha da sempre dichiarato di non far parte del "club atomico" con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano;
per ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum, l'opzione nucleare, anche solo per fini civili,
impegna il Governo a non procedere all'acquisizione dei requisiti hardware e software necessari per equipaggiare le varie versioni del velivolo F-35 delle capacità necessarie per trasportare e sganciare armi nucleari del tipo B61-12, il cui schieramento operativo sul territorio europeo è previsto a partire dalla fine del presente decennio nell'ambito dei programmi di condivisione nucleare dell'Alleanza Atlantica.
(1-00739) (Testo 2) (13 luglio 2017)
premesso che:
la sussistenza delle armi nucleari su questo pianeta rappresenta una minaccia per la sopravvivenza della stessa umanità: liberarsi di tale minaccia rappresenta dunque, per i popoli della terra, un diritto istitutivo e costitutivo della stessa vita sociale;
l'articolo VI del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, ratificato con legge n. 131 del 1975 (Gazzetta Ufficiale n. 113 del 30 aprile 1975), impegna ciascuna parte a perseguire in buona fede negoziati per definire, nel più breve tempo possibile, misure effettive che conducano alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e al disarmo nucleare, nonché ad un trattato sul disarmo generale e totale sotto il severo ed effettivo controllo internazionale;
secondo il parere della Corte internazionale di giustizia de L'Aja dell'8 luglio 1996, in applicazione del diritto internazionale ius in bello, sono illegittimi la minaccia o l'uso delle armi nucleari. Pur non volendo la Corte esprimersi in merito al caso estremo di legittima autodifesa, viene inoltre chiarito come gli Stati debbano, in ogni caso, rispettare il diritto umanitario internazionale;
ciascuno degli Stati militarmente non nucleari che risulti parte del Trattato di non proliferazione "si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente";
l'Italia, in contrasto con tale obbligo e con l'articolo 26 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 23 maggio del 1969, mette a tutt'oggi a disposizione il suo territorio per l'installazione, il transito, la detenzione e l'uso di armi nucleari, in attuazione di accordi con gli Stati Uniti e conformemente alle dottrine della "condivisione nucleare NATO";
l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con il voto del 23 dicembre 2016 sulla risoluzione A/C.1/71/L.41, ha avviato un nuovo, storico percorso per attuare l'obiettivo conclamato del Trattato di non proliferazione, mediante la predisposizione, come primo passo, di strumenti giuridicamente vincolanti per la proibizione delle armi nucleari, in grado di condurre alla loro totale eliminazione;
il 7 luglio 2017 l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato il Trattato per il bando definitivo delle armi nucleari, sotto l'impulso di una crescente spinta proveniente dalle organizzazioni della società civile. A votare a favore sono stati 122 Paesi, un'ampia partecipazione che rende manifesta la percezione di un pericolo tutt'altro che remoto, e sul quale il precedente Trattato di non proliferazione non è stato in grado di incidere in modo significativo;
a pesare è stata, indubbiamente, l'assenza ai negoziati delle maggiori potenze nucleari (Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord), nonché dei Paesi aderenti alla NATO, con la sola eccezione dell'Olanda, che, tuttavia, ha costituito l'unico voto contrario al trattato. Risulta evidente come tali Paesi non abbiano alcuna intenzione di avviare un serio percorso di disarmo nucleare, unica possibilità per garantire a tutti gli abitanti del pianeta una reale sicurezza da guerre di impatto irreversibile;
a giudizio dei proponenti, anche l'Italia, come sempre, ha seguito la volontà degli alleati NATO, rendendosi complice di tale vergognoso e irresponsabile atteggiamento;
è evidente come l'approvazione del trattato non costituisca la risoluzione del problema, anche a causa della crescente emarginazione dell'ONU nelle scelte di politica internazionale: è tuttavia un passo importante, che segnala una crescente presa di coscienza da cui è inaccettabile fuggire,
impegna il Governo:
1) a ratificare, subito dopo la data del 20 settembre 2017, il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, anche al fine di garantire la sua effettiva entrata in vigore che avverrà successivamente alla ratifica da parte di 50 Paesi;
2) ad avviare, nell'immediato, un percorso che porti alla totale rimozione, da parte degli Stati Uniti, delle armi nucleari presenti nelle basi e nei porti italiani, essendo necessario che il nostro Paese, che ricopre attualmente il ruolo di membro temporaneo del Consiglio di sicurezza, sia coerente e credibile nel supportare la volontà manifestamente maggioritaria degli Stati di pervenire ad un mondo libero dalla minaccia della guerra nucleare, innescabile oggi persino a causa di incidente, per il caso o per errore.
(1-00795) (Testo 2) (13 luglio 2017)
premesso che:
il 23 dicembre 2016 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione A/C.1/71/L.41 "Taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations" ("Portare avanti i negoziati per il disarmo nucleare multilaterale"), presentata dal Messico e sottoscritta, tra gli altri, da Austria, Irlanda, Brasile, Nigeria, Nuova Zelanda, Sudafrica;
la risoluzione prevede la convocazione di una conferenza ONU a cui affidare il compito di approvare un testo giuridicamente vincolante per rendere illegale lo sviluppo, la produzione, l'uso o la sperimentazione di armi nucleari, disponendo per la progressiva eliminazione totale di quelle esistenti;
la prima parte della conferenza si è svolta a New York dal 27 al 31 marzo 2017 con la partecipazione di 132 Stati;
nella seconda sessione dei lavori della conferenza, tenutasi a New York a partire dal 15 giugno, sono stati avviati i negoziati sulla base di una bozza di trattato denominata "Draft convention on the prohibition of nuclear weapons", redatta il 22 maggio 2017 sotto la responsabilità della presidente della conferenza, Elayne Whyte Gómez del Costa Rica;
la bozza di trattato, sostenuta da una grande maggioranza di Stati, richiede che i Governi facciano ogni sforzo per garantire che le armi nucleari non siano più utilizzate, in nessun caso. Il testo rileva che gli effetti delle armi nucleari trascendono le frontiere nazionali, comportano gravi implicazioni per la sopravvivenza umana, l'ambiente, lo sviluppo socio-economico, l'economia globale, la sicurezza alimentare, e per la salute delle generazioni future, evidenziando altresì le conseguenze delle armi nucleari, come ad esempio l'imprevedibile impatto delle radiazioni sulla salute materna e sulle donne, rilevando come necessari l'assistenza medica, la riabilitazione e il sostegno psicologico per le sopravvissute ad attacchi e test nucleari, con la previsione di un recupero ambientale delle aree contaminate;
ai negoziati, svoltisi in due sessioni per un totale di 4 settimane complessive, hanno partecipato delegazioni di circa 140 Paesi e della società civile di tutto il mondo;
la società civile internazionale e nazionale che si occupa di disarmo nucleare, con in prima fila International campaign to abolish nuclear weapons (Ican), Parliamentarians for nuclear non-proliferation and disarmament (PNND), "Senzatomica", "Rete italiana per il disarmo", "Disarmisti esigenti" e Women's international league for peace and freedom Italia, ma anche la stessa chiesa, hanno accolto positivamente la pubblicazione della bozza di trattato;
in occasione dell'ultima "giornata internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari", il Segretario generale pro tempore dell'ONU, Ban Ki-moon, dichiarava: "Impegniamoci a lavorare per l'eliminazione totale delle armi nucleari con urgenza e con un senso di scopo collettivo. La nostra stessa sopravvivenza dipende da questo";
per ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum, l'opzione nucleare anche solo per fini civili, e la comunità internazionale ha oggi un'occasione concreta per un accordo di divieto delle armi nucleari, seguendo la strada già adottata in passato per il divieto di possesso e di uso di altre armi di distruzione di massa;
considerato che:
i lavori della conferenza ONU convocata a New York in seconda sessione, per rendere illegale lo sviluppo, la produzione, l'uso o la sperimentazione di armi nucleari, si sono regolarmente conclusi il 7 luglio, con l'approvazione di un trattato giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro totale eliminazione (A/CONF.229/2017/L.3/Rev.1);
il testo si fonda sul diritto umanitario internazionale e sulle esperienze già in vigore di proibizione di armi inaccettabili, come quelle chimiche e biologiche, le mine anti persona, le munizioni cluster;
il trattato, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di almeno 50 Paesi, per la prima volta nella storia dichiara fuori legge le armi più distruttive che esistano e vieta, da un lato, di sviluppare, testare, produrre, acquisire, possedere, ma anche trasferire o ricevere il trasferimento, di consentire la dislocazione di armi nucleari e altri dispositivi esplosivi nucleari, dall'altro, di incoraggiare, indurre, assistere o ricevere assistenza per una qualsiasi delle suddette attività, vietando altresì la "minaccia d'uso" e raccogliendo così molte delle istanze della società civile internazionale;
il testo di trattato adottato col voto favorevole di 122 nazioni (su 193 nazioni aderenti all'ONU), una sola astensione e un solo voto contrario, è una chiara indicazione che la maggioranza degli Stati del mondo non accetta più l'esistenza delle armi nucleari e non le considera un legittimo strumento bellico;
il documento, inoltre, garantisce una specifica assistenza agli Stati ed agli individui colpiti dall'uso di armi nucleari o dalla sperimentazione atomica, sancisce la necessità di bonifica ambientale e impegna gli Stati Parte a farsi promotori del bando presso gli altri Paesi, in modo che il trattato raggiunga l'universalità,
impegna il Governo:
1) ad aderire al trattato giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro totale eliminazione, approvato a New York il 7 luglio 2017 dalla conferenza ONU appositamente convocata, dando seguito alle conseguenti procedure di ratifica dello stesso nei termini più brevi possibili;
2) ad avviare un percorso giuridico-diplomatico per la revisione di tutti gli accordi e trattati in essere che consentono il transito, la sosta e il ricovero nel territorio italiano di armamenti nucleari;
3) a promuovere in Italia azioni, progetti e programmi, di concerto con la società civile, per la promozione di politiche di pace e disarmo nucleare.
(1-00799) (20 giugno 2017)
premesso che:
la situazione internazionale non accenna a migliorare, continuando piuttosto a caratterizzarsi per la numerosità e complessità dei teatri di crisi, su molti dei quali le maggiori potenze mondiali e regionali si misurano attraverso vere e proprie forme di guerra "per procura";
dal 1945 ad oggi, le armi nucleari hanno contribuito a mantenere la pace tra le maggiori potenze del pianeta, anche se costituisce motivo di preoccupazioni crescenti l'interesse dimostrato nei confronti della loro acquisizione da parte di Paesi che spesso non condividono la medesima cultura e razionalità strategica "occidentale";
le ragioni di fondo che indussero l'Alleanza atlantica a poggiare la propria strategia di mantenimento della pace sul possesso e la disponibilità ad usare le armi nucleari degli Stati Uniti non sono ancora venute meno. La proliferazione delle armi di distruzione di massa sembra anzi aggiungerne di nuove;
furono gli europei ad esigere a suo tempo lo stazionamento nel continente europeo delle armi nucleari americane e non gli Stati Uniti ad imporlo;
l'intenzione annunciata dal presidente americano Donald Trump di riorientare la Nato in modo tale da renderne più agevole l'impiego a sud e sudest dell'Europa, non necessariamente contro la Federazione russa ma, anzi, anche in collaborazione con la Russia, offre ulteriori incentivi al mantenimento delle armi nucleari americane nel continente europeo;
dubbi concernenti la presunta diminuzione dell'interesse degli Stati Uniti alla sicurezza europea hanno già provocato in Germania l'apertura di un dibattito sull'opportunità che la stessa Repubblica federale tedesca si doti di un proprio deterrente nucleare nazionale;
esiste quindi il rischio potenziale che il ritiro delle armi nucleari americane dall'Europa provochi una corsa al riarmo nucleare anche fra alleati europei della Nato, dalle conseguenze politiche e strategiche imprevedibili, ma sicuramente dannose per la coesione complessiva dell'Occidente;
in seguito alla "Brexit", il nostro Paese si trova oggi a disporre di una posizione geopolitica che potrebbe permettergli di assumere un ruolo di mediazione tra gli Stati Uniti e la Germania, ed in senso più ampio l'Unione europea, tra i quali sta emergendo un'evidente contrapposizione di interessi e visioni;
il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in Estremo oriente potrebbe spingere anche il Giappone a riconsiderare la propria opzione contraria all'acquisizione delle armi nucleari;
in assenza dell'ombrello nucleare americano, anche l'Italia sarebbe chiamata ad effettuare nuove ed impegnative scelte sul piano della propria politica di sicurezza;
non è chiara la posizione del nostro Paese per il caso in cui si pervenisse effettivamente ad un'integrazione europea anche nel campo della difesa e, conseguentemente, all'europeizzazione del deterrente nucleare francese,
impegna il Governo:
1) ad intensificare i propri sforzi in tutte le sedi competenti, affinché venga progressivamente depotenziata la spinta ad allargare e modernizzare gli arsenali nucleari militari;
2) a favorire il dialogo tra le maggiori potenze nucleari del pianeta, quale miglior precondizione della progressiva e bilanciata riduzione degli ordigni atomici nel mondo;
3) a confermare l'impegno del nostro Paese a scoraggiare il fenomeno della proliferazione nucleare tra le potenze emergenti ed altresì nei confronti di Stati nostri alleati, come la Germania ed il Giappone, che starebbero riflettendo sull'opportunità o meno di dotarsi di propri arsenali atomici;
4) a non rinunciare, data la criticità dell'attuale situazione internazionale, alla garanzia comunque ancora offerta dalla disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l'Europa, ed il nostro stesso Paese, non necessariamente rispetto alla Russia, ma, più in generale, contro qualsiasi aggressore potenziale;
5) a chiarire la posizione del nostro Paese in merito all'eventualità che un giorno la "Force de frappe" francese divenga il nucleo del deterrente nucleare di un'Europa integrata anche dal punto di vista militare.
(1-00801) (20 giugno 2017)
premesso che:
il disarmo nucleare costituisce uno degli obiettivi principali di politica estera del Governo italiano;
tale obiettivo deve essere perseguito tenendo conto dell'articolata cornice degli impegni internazionali assunti dall'Italia e considerando gli aspetti umanitari e di sicurezza collegati al tema;
l'obiettivo della totale eliminazione delle armi nucleari può essere raggiunto solo gradualmente, attraverso una serie di passi, concreti e progressivi, diretti ad accrescere la fiducia e la percezione di sicurezza internazionale e, dunque, a favorire la creazione di un ambiente idoneo al disarmo nucleare;
il disarmo nucleare, per essere realistico e sostenibile, deve essere trasparente, verificabile e irreversibile; esso presuppone, altresì, un impegno universale e il pieno coinvolgimento dei Paesi militarmente nucleari;
appare opportuno preservare la centralità del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), che ha costituito la cornice essenziale dei risultati sinora raggiunti nel disarmo nucleare, continuare a perseguire la sua universalizzazione e insistere sull'interdipendenza dei suoi tre pilastri (disarmo, non proliferazione e uso pacifico dell'energia nucleare), a fronte dei rischi di erosione politica del Trattato connessi a processi non inclusivi;
il potenziale impatto della conferenza per negoziare uno strumento legalmente vincolante per la proibizione delle armi nucleari sul regime di non proliferazione e disarmo nucleare in vigore suggerisce di continuare a monitorare con attenzione l'andamento e gli esiti del processo negoziale;
l'Italia ha convintamente sostenuto la dichiarazione di Hiroshima dei Ministri degli esteri del G7 del 2016, che, con forte valenza simbolica, ha riaffermato l'impegno a creare le condizioni favorevoli a un mondo privo di armi nucleari, in un quadro di stabilità internazionale, e la piena applicazione del Trattato di non proliferazione nucleare in tutte le sue componenti, disarmo incluso;
tale posizione ha ispirato la presidenza italiana della riunione dei Ministri degli esteri del G7, tenutasi a Lucca il 10 e 11 aprile 2017, il cui comunicato congiunto menziona i principali elementi dell'approccio progressivo e ricorda, compatibilmente con le varie sensibilità rappresentate dai partner, l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari;
il comunicato dei Ministri degli esteri del G7 è stato, successivamente, avallato dai leader in occasione del vertice del G7 di Taormina del 26-27 maggio,
impegna il Governo:
1) a continuare a perseguire l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari, attraverso un approccio progressivo e inclusivo al disarmo, che riconosca la centralità del Trattato di non proliferazione nucleare e attraverso modalità che promuovano la stabilità internazionale;
2) ad impegnarsi con i partner per favorire l'universalizzazione ed il rafforzamento del Trattato di non proliferazione nucleare, l'entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), la conclusione di un Trattato sulla messa al bando del materiale fissile idoneo alla fabbricazione di armi nucleari (FMCT), il consolidamento e la creazione di zone libere da armi nucleari, soprattutto in Medio oriente, e altre misure di trasparenza e costruzione della fiducia.
(1-00817) (18 luglio 2017)
premesso che:
il 23 dicembre 2016 l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato una risoluzione che ha disposto l'avvio di negoziati per definire un accordo internazionale, al fine della proibizione delle armi nucleari fino alla totale eliminazione. I negoziati per la redazione del testo hanno avuto inizio con una conferenza a New York dal 27 al 31 marzo 2017;
in seguito a questa prima fase di discussione, il 22 maggio è stato pubblicato un progetto di convenzione per la proibizione delle armi nucleari. La bozza è stata oggetto di discussione nella seconda fase negoziale, che si è aperta il 15 giugno e si è conclusa il 7 luglio, quando l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato il Trattato per il bando definitivo delle armi nucleari. A votare a favore sono stati 122 Paesi; l'Italia era assente. Pertanto, il passaggio successivo per l'Italia è quello di sottoscrivere dapprima il Trattato e poi ratificarlo;
considerato che:
nonostante vi sia un numero rilevante di documenti internazionali in cui si sono da sempre sottolineati gli effetti devastanti di queste armi e si è cercato di limitarne la diffusione, per le armi nucleari non esiste un divieto generale e completo. Pertanto, un bando alle armi nucleari, legalmente vincolante, costituirebbe una significativa novità nel quadro del diritto internazionale in materia;
nel documento, il divieto delle armi nucleari è espresso in termini inequivocabili. La convenzione impone anche il divieto, per gli Stati parte, di autorizzare la presenza di armamenti nucleari o lo svolgimento di test nel proprio territorio. Quest'ultima previsione è particolarmente rilevante per i membri della Nato, come l'Italia, che ospitano nel proprio territorio armi nucleari statunitensi;
tuttavia, tale divieto vede la contrarietà dei membri della Nato, compresa quindi anche l'Italia. Come affermato in un recente intervento parlamentare, infatti, secondo l'Esecutivo «la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisce un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare. Un nostro sostegno avrebbe, in altre parole, rischiato di erodere la credibilità politica del "progressive approach" e del Trattato di Non Proliferazione. In spirito costruttivo, assieme ai Paesi like-minded, abbiamo ritenuto invece preferibile continuare a promuovere o sostenere una serie di iniziative che prevedono un percorso graduale, realistico e concreto in grado di condurre a un processo di disarmo nucleare irreversibile, trasparente e verificabile». Quello che emerge pertanto è la prudenza da parte dell'Italia, al fine di non indebolire il quadro internazionale esistente,
impegna il Governo ad adottare, attraverso una nuova strategia diplomatica, azioni opportune al fine di consentire, nel rispetto degli impegni internazionali già assunti, la sottoscrizione del trattato giuridicamente vincolante sul divieto delle armi nucleari, approvato a New York il 7 luglio 2017 dalla conferenza ONU appositamente convocata, dando seguito alle conseguenti procedure di ratifica dello stesso



Martedì 18 Luglio,2017 Ore: 22:08
 
 
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