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Cosa succederà al TNP di New York

di Alfonso Navarra

A New York - nona revisione del TNP, termine dei lavori il 22 maggio pv - sta emergendo clamorosamente il contrasto tra Stati armati nuclearmente (e chi si ripara sotto il loro "ombrello") con gli Stati non nucleari: gli 84 dell'"Impegno di Vienna" ma anche i 159 che hanno firmato le dichiarazioni sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari.
Si sta discutendo la bozza di documento finale della Prima Commissione sul Disarmo.
I "ribelli" sostanzialmente chiedono che il testo preparato dalla Presidenza, ritenuto del tutto insufficiente :
- riconosca che la guerra nucleare avrebbe un "grave impatto umanitario", e non solo "gravi conseguenze", come proposto dai P5 (le cinque Potenze nucleari, USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna)
- l'obiettivo deve restare il disarmo nucleare totale (l'articolo VI così come è non va toccato: si pretende invece dai P5 che il disarmo nucleare venga messo "a compimento" del disarmo generale e completo)
- anche una singola esplosione non dovrebbe mai verificarsi, mentre i P5 si riferiscono solo ad una conflagrazione (evidentemente generale);
- le armi nucleari non dovrebbero mai essere usate "in nessuna circostanza" (è l'aggiunta che caldeggiano Austria & C.)
- il gap giuridico con le armi chimiche e biologiche andrebbe colmato e quindi andrebbe costruito uno strumento giuridico internazionale a tale scopo
Ma tutto si blocca, le potenze nucleari hanno sollevato un fuoco di sbarramento perché i "ribelli" vogliono inserire il punto che "i P5 hanno accumulato ritardi nell'attuare l'articolo 6" (le trattative in buona fede per disarmare) : non ci sarebbero stati "progressi significativi"; e ciò naturalmente urta la suscettibilità degli Stati nucleari, che non vogliono sentirsi sul banco degli imputati.
Come finirà?
Io prevedo un documento di compromesso "pastrocchio", perché la "gabbia" del TNP, nella sua struttura e nel suo funzionamento, non permette altro entro il suo recinto bello e stabilito.
Si funziona per "consenso", cioè in pratica i P5 hanno diritto di veto.
Ed il consenso si attua nell'ambito di un paradigma concettuale che è stato approvato da tutte le Parti: le premesse da cui partono i ragionamenti, quali che essi siano, sono viziate in partenza.
Le premesse che un nuovo paradigma deve esplicitamente rifiutare sono:
1 - le armi nucleari sono un fattore strategico, rientrano in un ambito di sicurezza militare che precede la sicurezza umana;
2- esiste un diritto all'autodifesa degli Stati "sovrani" che precede il diritto alla sopravvivenza dell'umanità (quest'ultimo diritto neanche si sa cosa sia negli ordinamenti internazionali);
3- una "deterrenza" temporanea da parte di un club limitato si giustifica se gli Stati che non la esercitano sono compensati dall'aiuto ricevuto nel sviluppare il nucleare "civile" (che è una favola ipocrita).
Se non si rifiutano queste tre premesse, che al momento (quasi) TUTTI gli Stati hanno accettato e sottoscritto ufficialmente, appaiono ovviamente contraddittorie ed insensate richieste come:
- non bisogna modernizzare le armi nucleari;
- la deterrenza non deve prevedere lo stato di allerta per alcune di esse;
- le dottrine militari non ne devono prevedere l'impiego in nessuna circostanza;
- si possono possederle (temporaneamente) ma questo non deve significare che se ne minacci l'uso;
- la deterrenza deve esercitarsi solo ad un livello minimo... ed altre amenità del genere!
Perchè le istanze sopra richiamate tali non possono che risultare (pretese insensate e ridicole) se non si rifiutano chiaramente ed esplicitamente le 3 premesse sopra elencate, alla luce del fatto che "le armi nucleari non sono armi ma ordigni che provocano catastrofi"; "la guerra nucleare non è una guerra ma un evento cataclismatico che porta alla scomparsa della specie umana"; "il diritto alla sopravvivenza dell'umanità non può essere messo in gioco dai giochi "difensivi" dei singoli Stati"; "non c'è il diritto a sviluppare a livello applicativo ed industriale di massa una tecnologia che è tecnicamente la base per mettere insieme un arsenale nucleare".
Il percorso umanitario vuole arrivare ad abolire le armi nucleari allo stesso modo delle armi biologiche e chimiche: quindi in quanto incompatibili con l'attuale diritto umanitario internazionale. E' un approccio insufficiente, stando alle argomentazioni fin qui sviluppate. La deterrenza nucleare è una minaccia incombente, radicale e totale alla vita universale, grazie al fatto che essa può scatenare guerre cataclismatiche persino "per caso e/o per errore": qui c'è un salto di qualità della problematica , nel modo di interpretarla e di affrontarla, che ci impone la realtà stessa delle cose.
Questa bussola di consapevolezza dobbiamo tenerla presente - credo - quando andiamo a proporre percorsi di azione che, naturalmente, dovranno fare i conti con le strutture giuridiche esistenti ed i livelli di consapevolezza da cui traggono origine.
Personalmente consiglierei alla società civile internazionale questa strategia: fare leva sul gruppo dei Paesi Latinoamericani, i più avanzati e consapevoli, per avviare, con una conferenza ad hoc, il percorso di un Trattato che proibisca le armi nucleari. Un Trattato che impegni chi ci sta subito e via via chi si aggiunge, in un'ottica non contrappositiva, perché bisogna insistere nel messaggio che chi disarma non minaccia chi, per il momento, resta armato...



Lunedì 18 Maggio,2015 Ore: 22:04
 
 
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