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www.ildialogo.org IL RILANCIO DEL NUCLEARE CIVILE IN RAPPORTO ALLE FASI DEL CICLO MILITARE,di Alfonso Navarra – Coordinamento Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

IL RILANCIO DEL NUCLEARE CIVILE IN RAPPORTO ALLE FASI DEL CICLO MILITARE

di Alfonso Navarra – Coordinamento Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

(utilità e tempestività di una "Carovana "NO AL NUCLEARE - NO AL MILITARE")


L'economicismo residuo in tanti di noi spiega perché tantissimi amici, con questo paraocchi, restino stupiti di fronte al rilancio globale del nucleare civile. L'ultima notizia è che Obama, contraddicendo il suo programma elettorale, ha appena affermato che "Dobbiamo costruire una nuova generazione di impianti nucleari puliti e sicuri".

Sul Corriere della Sera del 17-02-2010 apprendiamo che "L'amministrazione Usa ha dato il via libera a prestiti garantiti per 8,3 miliardi di dollari (6,1 miliardi di euro) per la costruzione di due centrali nucleari a Burke, in Georgia."

I post sulle 7 licenze accordate di nuove centrali atomiche negli USA (sono quindi più di due, e 45 sono le nuove licenze richieste) che rompono un digiuno nucleare (civile) 30ennale li sto diramando da un bel po'. Ma, ovviamente, ci voleva il discorso di Obama, pronunciato in una occasione solenne (il report sullo "Stato dell'Unione"), per dare la sveglia, per fare capire che il vento è veramente cambiato.

Altra notizia non da poco è che, pur confermando l'intenzione di ridurre gli ordigni atomici, il presidente USA ha deciso di riconfermare il "primo colpo" nella sua "Nuclear Posture Rewew" (chi ha letto il mio "La guerra nucleare spiegata a Greta", EMI edizioni, sa di cosa sto parlando. E potrebbe comprendere che si tratta del fatto, o almeno uno dei fatti, più importanti - quanto ignorati - per il destino di questo Pianeta).

Secondo voi, che leggete, tra i due fatti (il rilancio del nucleare civile e la riconferma della centralità di una dottrina nucleare offensiva) c'è un rapporto puramente casuale?

Dobbiamo realmente convincerci, anche se spesso lo ripetiamo a livello sloganistico, che il nucleare civile è un sottoprodotto di quello militare.

L'ideologia economicista diventa un ostacolo a recepire ed interpretare i dati della realtà, che non vengono osservati in quanto fuoriescono dallo schema mentale abitudinario.

Dovremmo stamparci in testa questa sigla: MIEC, Complesso militare-industriale-energetico.

Stiamo parlando del centro di potere prevalente negli USA e in tutti gli Stati che partecipano al "sistema globale della potenza".

Da questo punto di vista, della messa in rapporto del nucleare civile con quello militare determinati dalle fasi del "gioco della potenza", mi permetto ancora di segnalare l'ultimo libro di Giulietto Chiesa dal titolo "La menzogna nucleare" (Edizioni Ponte alle Grazie").

Ne cito un passo, che condivido nella sostanza:

"... Perchè oggi riemerge il problema nucleare?

La risposta - una risposta sostanziale, anche se non unica - è che è finita la fase unipolare, dominata da un'unica superpotenza planetaria, e ci si avvia ad una configurazione inedita, al tempo stesso globale e multipolare... Componenti cruciali di questa nuova situazione sono la Cina e l'India, entrambe impegnate nella costruzione di un proprio arsenale, inclusa la sua componente di nucleare militare. Due giganti in crescita vorticosa e ormai chiaramente destinati a imprimere il proprio marchio su quel secolo ventunesimo che Bill Clinton per primo aveva incautamente osato definire "americano", insieme ai neocon in ascesa ...

Ecco perché sia gli Stati Uniti che la Russia (nel frattempo nuovamente proiettata su disegni ambiziosi ...) hanno ricomniciato a programmare la crescita e lo sviluppo di centrali nucleari. Si tratta di non rimanere spiazzati, o addirittura superati, da altri concorrenti che sono ormai entrati nel club nucleare, e perfino da outsider che vi si affacciano oramai prepotentemente, a cominciare dal Pakistan, per continuare col Brasile e l'Iran, senza dimenticare Israele che, al momento, è la quinta potenza nucleare mondiale...

E' in questo contesto che USA, Russia, Cina, India, Iran, ma anche Brasile e Pakistan, si muovono ora verso un nuovo sviluppo del nucleare civile. La Francia va aggiunta a questo elenco, ma solo per rilevare che Parigi non aveva mai rinunciato, nemmeno per un istante, al proprio sviluppo nucleare, militare e civile. Per quanto concerne la Gran Bretagna, il suo comportamento è una copia di quello americano. Il tutto a conferma dell'assunto di partenza: dietro ad ogni discorso sul nucleare civile si nasconde sempre un discorso più importante che concerne le armi nucleari".

Ed è anche per fare capire questa verità, fondata sui fatti e che quindi prescinde da ogni schema ideologico, agli attivisti sociali insieme all'opinione pubblica, che risulta utile, opportuna e tempestiva la Carovana "NO al nucleare - NO al militare", che si farà partire il 26 aprile, anniversario del disastro di Chernobyl.

La spinta al nucleare "civile" è fortissima, poggia sulla centralità della guerra e della preparazione bellica nei rapporti internazionali, non si tratta della semplice, "nazionalistica", propensione al business delle Grandi Opere del berlusconismo (che magari annuncia, finanzia studi e progetti preliminari, ma non conclude).

Ed è bene anche informarsi meglio sulla concretezza materiale dei rapporti tra nucleare civile e militare, la cui chiave sta in due semplicissimi concetti:

1- nel ciclo del nucleare c'è quasi identità tra combustibile (civile) ed esplosivo militare: la tecnologia nucleare odierna è, nei fatti, una via per la Bomba;

2- la produzione elettronucleare comunque la si guardi non è competitiva sul mercato, ha bisogno di essere assistita da uno Stato con interessi di potenza, uno Stato che punta a farsi, a conservare o ad accrescere un arsenale atomico (chiamamola, questa entità statuale, "Stato atomico").

Non approfondisco in questo post la problematica sopra accennata. L'occasione per discuterne, confrontando varie ipotesi in merito, saranno, per l'appunto, le tappe della Carovana che dovrebbero essere costituite sia dalle basi nucleari (ad es. Vicenza con Longare - il sito Pluto; le basi di Ghedi ed Aviano con le 90 atomiche B-61; gli 11 porti "atomici"); sia da siti significativi del ciclo nucleare "civile" (tenendo presente che con ogni probabilità il "nuovo nucleare" verrà innestato sul "vecchio", solo formalmente chiuso dopo il referendum del 1987).

A quanto mi risulta, sarebbero disponibili tre camper per la prima settimana di avvio dell'iniziativa.

Io e Tiziano Cardosi, aspettando altri che vorranno unirsi, stiamo studiando una partenza da Vicenza il 26 aprile e pensavamo di toccare Ghedi, Trino, Caorso, La Spezia e Livorno.

Ma contenuti, modalità e percorso della Carovana saranno impostati meglio nell'assemblea del 21 marzo a Montalto di Castro.

Ripropongo in allegato, per chi se lo fosse perso, la bozza di documento per la Carovana che ho presentato all'Assemblea antinucleare del 23 gennaio a Roma (e che è stato recepito come idea di base).

E risollecito un impegno di opposizione unitaria dei veri movimenti (sindacali, ecologici, antimilitaristi e pacifisti, del consumo critico, della salvaguardia territoriale) sulla base della considerazione che il programma nucleare in Italia non solo è costosissimo (10 centrali da oltre 1.000 MW sono, realisticamente, 10 TAV da 7 miliardi di euro, stando all'esperienza finlandese), ma ambientalmente devastante in modo inimmaginabile (molto di più rispetto a qualsiasi altro ciclo produttivo). Altro che abbassamento dei livelli di CO2! Avremo, tra l'altro, scorie radioattive ad alta attività della durata di 200.000 anni. 1 solo grammo di plutonio può, potenzialmente, provocare 18 milioni di tumori al polmone... Scorie, che come oggi, faremo circolare, per il ritrattamento, avanti ed indietro per l'Europa...

Finalmente avremo un terreno pratico per mettere insieme movimenti dal respiro spesso troppo localistico e che tendono a focalizzarsi su tematiche "specialistiche" (mentre è una esigenza richiamata da tutti quella di collegare i contenuti e coordinare le iniziative, per dare corpo in modo efficace alla speranza dell'alternativa).

Alfonso Navarra – Coordinamento Fermiamo chi scherza col fuoco atomico

C/O Campagna OSM-DPN, Via Mario Pichi, 1/E - 20143 Milano - tel. fax 02/58101226 - email: locosm@tin.it - cell. 349-521.18.37



Martedì 09 Marzo,2010 Ore: 16:25
 
 
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