- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (194) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org PICCOLE ARMI, GRANDI PROFITTI. L’ITALIA PRIMO ESPORTATORE DI ARMI NON MILITARI,di Agenzia Adista n. 97 del 18/12/2010

PICCOLE ARMI, GRANDI PROFITTI. L’ITALIA PRIMO ESPORTATORE DI ARMI NON MILITARI

di Agenzia Adista n. 97 del 18/12/2010

35908. ROMA-ADISTA. Un primato inespugnabile: per il quinto anno consecutivo l’Italia è il primo Paese al mondo per esportazioni di armi da fuoco di tipo non militare: con quasi 250 milioni di dollari, precede il Brasile, che esporta per 186 milioni, la Germania (127 milioni) e gli Stati Uniti (114 milioni). Lo rivela, sul portale informativo Unimondo, Giorgio Beretta, caporedattore della testata ed analista dell'Osservatorio sul commercio di armi (Oscar) di Ires Toscana, esaminando i dati del registro dell’Onu sul commercio internazionale delle armi non “militari”.

Scorrendo la lista dei Paesi destinatari delle armi italiane, se si scavalcano i primissimi posti della (Stati Uniti, che comprano dall’Italia per oltre 104 milioni di dollari; Francia, 23 milioni; Federazione Russa, 20 milioni; e poi Regno Unito, Germania, Spagna e Grecia), si notano diverse “sorprese”, con la presenza di una serie di Paesi da tempo all’attenzione degli organismi internazionali per violazione dei diritti umani: a cominciare dalla Libia, che nel 2009 ha acquistato armi italiane per 11 milioni di dollari; e poi Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Turchia (1 milione di dollari), Kuwait, Kazakhstan, Malaysia, Armenia, Sudafrica, Azerbaijan, Guatemala, Repubblica di Moldova, Tunisia, Cina, Georgia, Filippine, Camerun, Kenya, Indonesia, Kyrgyzstan, Yemen, Namibia, Vietnam, Etiopia, fino al Vaticano che compra armi per qualche migliaio di dollari.

E se ai dati di queste armi si sommano anche quelli degli altri armamenti, ovvero quelli di tipo militare (quasi 5 miliardi di esportazioni nel 2009, v. Adista n. 30/10), l’Italia si conferma come uno dei maggiori produttori ed esportatori mondiali di armi.

Eppure per la lobby armiera e per la destra deve essere ancora poco, dal momento che il governo vorrebbe avere dal Parlamento una delega in bianco per modificare la 185/90 – la legge che regolamenta l’export di armamenti – allentando i controlli vigenti (v. Adista nn. 77/10). Pericolo per ora scongiurato – perché la discussione in Senato è stata rimandata (v. Adista n. 95/10) – ma non scampato, perché di sicuro Palazzo Chigi ci riproverà, a meno che il 14 dicembre il voto di sfiducia del Parlamento non rispedisca Berlusconi a casa. (l. k.)



Giovedì 16 Dicembre,2010 Ore: 16:09
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Campagne: no armi

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info