- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (247) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org All’attenzione del Direttore Didattico e del corpo docenti del “Fauser”, Novara,di Stefano Ferrario

No alla cultura della guerra
All’attenzione del Direttore Didattico e del corpo docenti del “Fauser”, Novara

di Stefano Ferrario

Contro l'uso di un aereo militare come bandiera di una scuola


MB326wIo sono stato uno studente, tra i migliori, che ha frequentato il “Fauser” tra il 1985 e il 1988. Ho fatto tanti sacrifici per raggiungere il diploma… i viaggi ogni giorno in treno da Vanzaghello alle 6.51, lo studio intenso ed ampio… e tanti sacrifici li hanno fatti i miei genitori, provenendo da una famiglia semplice e povera.
Il “Fauser”, ai miei tempi, era l’ITIS di Costruzioni Aeronautiche più importante (e più duro) del Nord Italia. Io l’avevo scelto per la passione del volo che avevo ed ho… tanto che quando ho partecipato alla “top gun” per studenti provenienti da tutta Italia (nel 1987) all’aeroporto militare di Cervia sono arrivato 16° su una lunga fila di partecipanti (in “teoria” li battevo tutti; un po’ meno a guidare l’aereo… per cui non sono arrivato in finale per questo motivo).
 
Sinceramente ora però vi devo confidare che provo vergogna nell’essere un “fauseriano”; il vostro Istituto ha preso delle scelte che sono profondamente contrarie alla vita e allo slancio per il volo.
Iniziamo da un fattore ‘estetico’. L’Aermacchi MB 326 che avete issato all’ingresso dell’istituto come una bandiera. Ma lo sapete quante morti ha sulla coscienza quell’aereo?
In Italia è stato venduto come addestratore militare per i piloti che poi avrebbero volato anche sui Tornado e AMX. Ma all’estero? Ve lo siete mai chiesto? Vi aiuto io. È stato venduto a: Sudafrica (violando l’embargo internazionale a causa dell’Apartheid), Congo, Ghana, Zambia, Nigeria, Tunisia, Dubai, Argentina, Perù, Brasile, Australia e Malesia. E lo tenete ad immagine del vostro istituto?
 
Recentemente, poi, ho saputo del corso post-diploma che dovrebbero seguire alcuni studenti per la preparazione a diventare tecnici per la costruzione del cacciabombardiere F35 a Cameri (NO). E qui, lo ammetto, le mie residue capacità di pazienza e di rispetto per la scuola che ho fatto sono venute meno ed è subentrata una grande indignazione. Ma vi rendete conto di quanto ciò significhi? L’F35 non è un addestratore militare (pur ripudiando anche quella scelta) ma è un cacciabombardiere da attacco al suolo, nato non per giacere in un hangar, ma per distruggere villaggi, famiglie… come le nostre… come le vostre. E gli studenti che faranno questa scelta? Non so quanto saranno liberi in coscienza di farla o saranno condizionati dalla scuola, dalla famiglia, dai mass-media, dai politici locali… In entrambi i casi non posso che disapprovarla radicalmente ed, essendo la lettera indirizzata a voi insegnanti, vi chiedo e vi imploro di non indottrinare militarmente gli studenti. Fate obiezione di coscienza: io mi rifiuto di insegnare quella parte di materia; io mi rifiuto di portare i miei studenti in visita a Cameri, in Aermacchi, in AgustaWestland, come esempi da seguire professionalmente per la loro vita.
 
A costruire armi, usiamola finalmente questa parola e svestiamo i surrogati (“intercettore”, ecc.) che sono usati per coprire gli aerei o gli elicotteri che andranno ad assemblare viene meno anche l’umanità di chi le costruisce. È un investimento di energie, intelligenze, tempo, passione che va contro la costruzione e il rispetto per la vita, tutto a sottrazione di tempo, energie, denari, ecc. che dovrebbero andare a finire nella direzione della difesa della vita. Oppure non è più questo che una scuola deve trasmettere agli studenti, al di la delle materie didattiche? Far loro fare un cammino di coscienza per arrivare a scegliere quale sarà il loro futuro professionale migliore per loro e per coloro che vivono intorno a loro, siano essi vicini o fisicamente lontani?
 
Vi chiedo di fermarvi a riflettere su questa lettera e sui contenuti che fate passare agli studenti. Grazie!
 
Samarate (VA), 16/11/2010 
Stefano Ferrario


Mercoledì 24 Novembre,2010 Ore: 17:08
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Campagne: no armi

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info