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www.ildialogo.org ARCANGELO CON LA SCIENZA DELLA CROCE E LA FORZA DELLA STOLA CREA LAVORO E FONDA SCUOLA A FAVORE DI POVERI E DI OPERAI,DI CARLO CASTELLINI

ARCANGELO CON LA SCIENZA DELLA CROCE E LA FORZA DELLA STOLA CREA LAVORO E FONDA SCUOLA A FAVORE DI POVERI E DI OPERAI

DI CARLO CASTELLINI

Riflessioni a margine di un Concerto nella Chiesa di Sant'Antonio alla Badia in Brescia


Arrivo con qualche affanno e quasi sudato, sopra la stradicciola in salita, (fatta di ciottolato e cemento, resi viscidi dalla pioggerella insistente), che conduce alla chiesa di Sant'Antonio, alla Badia, mentre al microfono sta parlando Francesco Troli: è il maestro di Musica e Direttore della bella piccola orchestra, che rende omaggio ad ARCANGELO, che in pieno Ottocento si interessa di scuola e di lavoro, e di opere sociali, con cui cerca di avvicinare donne e uomini del suo tempo, per la soluzione dei problemi di ogni giorno.
L'umile prete bresciano, praticamente sconosciuto alla gente di oggi, ma amato dalla gente di ieri, perchè di essa si è interessato con semplicità e umiltà: don Arcangelo Tadini. Non ha partecipato alle Settimane Sociali e nemmeno ai movimenti di Rivoluzione che volevano cambiare connotati della società. Si è fatto scudo della scienza della croce e della energia della stola. Cose dell'altro mondo per il nostro mondo di oggi. Una bella lezione di stile e di sostanza, per tutti gli sfasciacarrozze di oggi presenti in tutti i partiti ruspanti del cambiamento gridato.
Dopo le parole del maestro di Cazzago San Martino, gli strumentisti incominciano a raccontare la sua storia, intrecciando le note degli strumenti e delle voci, con le musiche di Luigi Salvetti e i testi di Gianfranco Grasselli, Piero Costa, Giuliano Venieri.
I testi sono essenziali e storicizzati, legati alle vicende personali di Arcangelo, che nasce a Verolanuova il 12 ottobre 1846 e che conclude la sua vicenda terrena a Botticino Sera il 20 maggio 1912. La musica è bella e sostenuta da robuste voci della Corale Paolo VI di Brescia, gruppo misto, per l'occasione composto da sei uomini e sette donne, che esaltano da par loro la figura umana di Arcangelo, esaltandone i suoi slanci e le sue opere di solidarietà: tra queste ricordiamo la Società operaia di mutuo soccorso che aiutera' le giovani donne a entrare nella filanda per non emigrare. Come supporto a queste giovani nasceranno le Suore Operaie, dedite alla Santa Casa di Nazareth. A volte il testo sa di passatista e non ti invoglia più di tanto. Ma chi oggi tra i nostri mezzi politicanti si interessa in concreto di Lavoro, di Scuola e si batte per trovare posti di lavoro?
La cultura dominante del tempo non aiutava certo il suo desiderio solidale, per la presenza anche di un rissoso anticlericalismo di sostanza e di maniera....... L'ambiente urbano non forniva certo un'immagine rassicurane. Il 1 giugno 1881 il giornale BRESCIA NUOVA lamentava:”.........animali da cortile, liberamente vaganti e sottoproletariato rustico, ossia proveniente dalle campagne, che minacciava il buon ordine cittadino. In certi vicoli del quartiere di Sant'Alessandro e s. Afra dove l'immigrazione rustica versa a bizzeffe il proprio contingente, vagano in tutta libertà polli, conigli. I rustici inurbati portano sudiceria, ignoranza rozzezza campagnola e l'istinto del pauperismo; perciò si dedicano all'accattonaggio e molestano le istituzioni pie, per estorcerne ad ogni costo la beneficenza”.
Ma la società bresciana reagisce con forza e dà vita ad una splendida fioritura di associazioni movimenti e congregazioni maschili e femminili: ne ricordiamo solo alcuni Don Bartolomeo Martinengo, Suor Maria Crocifissa di Rosa, le Ancelle della Carità, le suore operaie di Botticino, le Suore di Santa Dorotea da Cemmo, le Suore camilliane, Beato Ludovico Pavoni, Don Giambattista Piamarta, e gli Artigianelli, mons. G. Bonsignori, Giuseppe Tovini, Giorgio Montini, don Bassano Cremonesini e la casa di ricovero per malati psichici, religiosi e laici che attuarono opere solidali e assistenziali, in quest'epoca di terrore e follie insensate.
Intanto gli strumenti dialogano tra di loro con Livia Stefani al flauto, con il giovane Emilio Paraggio all'oboe; mentre al fagotto si esibisce Mattia Rullo; e al violoncello un maturo Giuliano Galli, mentre le tastiere dell'organo sono suonate da Bruno Strada; a concerto concluso applausi prolungati ma non di circostanza.
Mi conforta il gesto di Francesco Troli, che non si fa desiderare e viene a pescarmi tra i presenti in fondo alla chiesetta, per ringraziarmi della mia presenza. Cerco un fazzoletto per tergergli il sudore sulla fronte, ma non lo trovo, era nel giubbino.
Spero di tornare presto a parlare di lui specie della sua trilogia compositiva, sia di testo che di musica, a cui ha lavorato in questi ultimi anni. Un oratorio sul Vangelo di Marco, questo su Arcangelo Tadini, e quello sui Martiri di Tibhirine, che col tempo sono certo, faranno parlare del Maestro Francesco Troli di Cazzago San Martino.
Una considerazione a parte per questa orchestra, di voci e di orchestrali, animati da un maestro di musica, che meriterebbero da parte delle comunità ospitanti un sostegno psicologico, intelligente e solidale anche da un punto di vista economico. (Carlo Castellini)



Venerdì 01 Giugno,2018 Ore: 15:57
 
 
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