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www.ildialogo.org LA RELIGIONE IN CINA: FENOMENO RELIGIOSO O ANCHE PROCESSO SOCIALE?,a cura di Carlo Castellini

LA RELIGIONE IN CINA: FENOMENO RELIGIOSO O ANCHE PROCESSO SOCIALE?

LA VISIONE DI UN TEOLOGO LATINO AMERICANO NELLA LETTERA RELAZIONE A LUIS NUNES


a cura di Carlo Castellini

Ciò che della Cina può interessare un teologo non è solo il fenomeno religioso ma anche il processo sociale che ho sopra delineato. Si trova infatti in esso una grandezza etica e spirituale incontestabile. I Teologi della Liberazione parlano qui della “dimensione teologale” della storia. Essa riguarda l Regno., cioè la “politica di Dio” nella storia e non direttamente la “politica della Chiesa”. Del resto voglio dirle sinceramente che della Cina mi ha sempre impressionato, più che propriamente la questione della Chiessa, l'esperienza storica del suo popolo, sia pure vista da lontano.
Nel CANADA prima, ad HONG KONG poi, mi resi conto che nelle nostre discussioni il problema-Cina correva il rischio di rimanere “sfocato”. L'interesse maggiore dei nostri interlocutori era sempre la Chiesa. Si davano giudizi sulla Cina intera a partire dalla questione religiosa. Si immagini come può essere visto il cielo da un rospo in fondo ad un pozzo.
Apparivano come grandi problemi teologici della Cina il consolidamento del cristianesimo, la libertà religiosa e altri diritti “corporativi” della Chiesa, e non esattamente la liberazione del popolo, la giustizia sociale, la partecipazione della base, le libertà (anche religiosa, naturalmente).
Fatte poche eccezioni, i cristiani di Hong Kong si mostravano apprensivi sul futuro della Chiesa: come si verrà a trovare quando, nel 1997, la Cina estenderà il suo governo a quell'isoloto capitalista. Quasi non si domandavano se la Cina Popolare non potrebbe portare qualche contriobuto positivo, come eliminare le immancabili favelas e gli alveari umani,, riscattare i mendicanti in giro per le strade, , moralizzare i comportamenti pubblici, impiantare l'insegnamento generale e gratuito (la Chiesa possiede ad Hong Kong 314 collegi, naturalmente a pagamento, e inevitabilmente di élite), ecc.
Erano piuttosto ansiosi di sapere se e come i potente complesso di Opere Sociali della Caritas, avrebbe potuto continuare.....Va pur detto che una chiesa profetica ed evangelica non ha necessariamente paura del socialismo.......E' quello che sinceramente penso.
Dobbiamo imparare a vedere la Cina non tanto dall'alto dei campanili delle chiese quanto dalla piazza del popolo. Anzi da un punto ancora puù alto: dobbiamo vedere Chiesa e Popolo dal punto di vista del Regno di Dio.
LO SPIRITO RELIGIOSO IN CINA.
Sono religiosi i Cinesi? Su questo punto è necessario sbarazzarsi dell'idea occidentale di religione. Siamo infatti abituati alla religione come a qualcosa di istituito, con una sua presenza materiale nei templi, nelle gerarchie, nei culti e nei sacri codici. Se questa è la religione, la Cina è assai poco religiosa, solo forse nella misura del 10 %, per chi si ostini a misurare con i numeri la religiosità di un popolo.
Ma la religione in Cina non è questo. Cos'é allora? A mio avviso, (dato che i sinologi discutono molto su questo), la religione per un cinese è un'esperienza più diffusa. E' qualcosa di sentito e vissuto più che detto e parlato. Il cinese non parla di Dio ma del “Cielo”,(Tien). Basti ricordare a Pechino, il “Tempio del Cielo” e la “Porta della Pace celeste”. In Cina dunque la religione, è più mistero che positività, più “vuoto” che “pieno” più sapienza che scienza, più espeienza che rappresentazione.
Va detto, in secondo luogo, che la religione in Cina è “Tao”, via pratica e non tanto culto sacro. Tutte le relazioni sociali sono permeate di senso del divino nella misura in cui sono intessute di benevolenza, e di rsipetto, il senso del divino è nei campi di riso, e in tutta la natura dalla quale emana come un'energia superiore; è negli IDEOGRAMMI, così ricchi di connotazioni attraverso la loro composizione e grafia; è nei NOMI estremamente evocativi, delle persone e dei luoghi; è nell'ARTE e nelle PITTURE CINESI, che mostrano una natura, che spicca per contrasto, superba e piena d'anima; è, così mi pareva, nella GINNASTICA “taiti”, che i cinesi fanno al mattino presto, e anche durante il giorno nei giardini e nei parchi,una gionnastica che mi dava l'impressione di essere un'autentica LITURGIA per la concentrazione della mente che essa esige, il controllo del corpo e i suoi gesti ieratici. E non è poi soprattutto nel simbolo onnipresente del DRAGO, animale benefico, sempre in cerca della PERLA preziosa, immagine della VITA e dell'IMMORTALITÀ?
Non sto ancora parlando del profondo SENSO ETICO i questo popolo e, particolarmente adesso, del suo acuto senso di DIGNITÀ E GIUSTIZIA, cose che la Cina deve soprattutto a CONFUCIO, il Maestro per eccellenza ed a MAO, il grande “Educatore”. Ma l'immagine della “santità cinese” mi si è presentata a SHANGHAI quando, dopo aver visitato la Scuola per Ciechi, abbiamo chiesto alla direttrice, donna ricca di esperienza quanto priva di pretese, che cosa la spingesse a quel lavoro straordinario e insieme così esigente. La sua risposta prese le mosse da lontano per arrivare in fine a dire : “Ciò che ci spinge è soprattutto l'amore per i bambini. E' questo in sintesi tutto il nostro ideale”. Così dicendo fu presa dalla commozione e gli occhi le si riempirono di lacrime mentre concludeva:”Molti consideano i bambini ciechi come dei “fiori selvatici”, io li ritengo “fiori di giardino”. Nell'uscie di là uno mi disse:”Questa donna batte molte delle nostre suore e direttrici di orfanotrofi”. Se Dio è amore, li ci doveva essere una grande presenza di Dio.
Tuttavia in Cina esistono anche quelle convenzionalmente chiamate RELIGIONI. Lo Stato attuale riconosce formalmente cinque grandi religioni: il BUDDISMO, con circa 100 milioni di seguaci (la loro appartenenza religiosa è però quella dei nostri cattolici tradizionali; l'ISLAMISMO, col 5% della popolazione; il TAOISMO, religione cinese a pieno titolo, fondata da LAO-TSE; il PROTESTANTESIMO, con circa 6 milioni di membri; e, religione da esso diverso agli occhi dei cinesi – il CATTOLICESIMO, con un numero di seguaci che va, scondo le varie stime, dai 3,5 ai 6 milioni.
Come lei può vedere, la Chiesa cattolica corrisponde a o,5% della popolazione totale. I cristiani si collocherebbero complessivamente intorno all'1%. La Chiesa di Cristo è una piccola isola in mezzo ad un oceano di gente. Si tratta dunque di una chiesa di minoranza, in situazione di diaspora.
Tale situazione offre molto da riflettere in termini teologici, come di fatto mi capitò in una notte afosa a WUHAN, mentre contemplavo al 18° piano dell'Hotel, le acque tranquille del più grande fiume della Cina, lo YANG-TSE (=figlio del mare), che scintillava di migliaia di riflessi luminosi, e avevo di fronte a me sull'altra sponda del fiume, la famosa pagoda TORRE DELLA CICOGNA GIALLA, che si ergeva sul MONTE DEL SERPENTE. Le risparmio Mons. LUIS, quella lunga riflessione; non so però trattenermi dall'indicarle alcuni punti:
a. La Cina può trovarsi al momento priva della Parola ma non della Grazia. E la Parola stessa....Non ha detto Paolo che “Dio aveva parlato molte volte e in diversi modi” (Eb, 1, 1) Non potrebbe dunque aver parlato anche per bocca di CONFUCIO, LAO-TSE, MENCIO, HUANTSE, e perchè no? MAO, ecc. ecc.?
Il Verbo non invade forse il mondo con la sua luce e la sua vita prima ancora di manifestarsi nella carne di Gesù di Nazaret? (Gv 1)? E' anche vero tuttavia che la voce degli “amici dello sposo” non è precisamente la voce dello Sposo stesso (Cf. Gv, 3, 29).
b. La Chiesa in Cina, per quanto piccolo gregge, (Lc, 12, 32), costituisce la primizia di quell'mmenso paese, come lo era agli occhi di Paolo, la famiglia di Stefana per l'Acaia (! Cor, 16, 15). I cristiani cinesi sono primizie non solo come i primi ma come rappresentanti di tutti gli altri. Ogni qualvolta vedevo nelle chiese un vecchietto o una ragazza che pregava, mi veniva in mente:”E' la Cina intera davanti a Dio”. Oltre tutto, non è la Chiesa, per essenza, comunità, cosa di pochi?
  1. E la nostra Chiesa cattolica in America Latina, come appare vista dalla Cina? Non è anch'essa, nella sua verità teologica, minoritaria? Non è forse il cattolicesimo di masssa, cattolico, più per cultura che per fede, più per “convenzione” che per “convinzione”? E le CEB non sarebbero a rigore una “comunione di comunità”, e non massa, anche se aperte e in seno alla massa, lievitandola evangelicamente e politicamente?
  1. Ma alla fine esiste o no l'”imperativo missionario della chiesa”? E come no? In Cina però ci è stato ricordato più di una volta, che, in base all'esperioenza traumatica da loro avuta, la missione è relazione fraterna, è condivisione e dialogo. Insomma missione è amicizia. Non ha scritto il grande missionario MATTEO RICCI un “trattato sull'amicizia”?
Lo stesso gruppo di Canadesi che facevano da mediatori al nostro primo contatto con la Cina, non si chiamava precisamente “AMICIZIA-CINA”? (CLODOVIS BOFF, a cura di Carlo Castellini).



Giovedì 29 Giugno,2017 Ore: 07:35
 
 
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