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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Cina, l'armonia dei contrari,a cura di Carlo Castellini

Cina, l'armonia dei contrari

a cura di Carlo Castellini

IL BRASILE METTE RABBIA, DÀ NAUSEA IL CANADA', LA CINA DÀ GUSTO. UN GRUPPO DI TEOLOGI BRASILIANI VISITA LA CINA E NE RACCONTA IN UN LIBRO L'ANIMA INTERIORE DEL GIGANTE ASIATICO. IL VIAGGIO RISALE ALL'OTTOBRE 1988 MA IL LIBRO È ANCORA MOLTO ATTUALE E UTILE PER CAPIRE DOVE VA IL GIGANTE CINESE, ( A CURA DI CARLO CASTELLINI).
PRESENTAZIONE E COMMENTO DEL LIBRO
“CINA: L'ARMONIA DEI CONTRARI, UN SOGNO INFRANTO?”DI GIOVANNI GENNARI, CLODOVIS BOFF, ALOYSIUS B. CHANG, FREI BETTO, LEONARDO BOFF, JEROME HEYNDRIDCKS, CITTADELLA EDITRICE, COLLANA NUOVE FRONTIERE, A CURA DI GIUSEPPINA POMPEI.
PRESENTAZIONE DI GIANNI GENNARI.
É difficile oggi leggere un libro sulla Cina, senza avere nelle orecchie e, davanti agli occhi, vivissimi, i suoni e le immagini della rivolta di Piazza Tien an Men, la Porta del Cielo. Tra tutte le immagini spicca, come un lampo che muore nel buio, quella del ragazzo che ferma la colonna dei carri armati, salta sopra il primo di essi e dalla feritoia grida la sua speranza e la sua protesta. A lui, forse alla sua memoria, vorrei che fossero dedicate queste righe.
IL TESTO
E' un libro questo, che serve per capire la Cina e gli eventi recenti non gli tolgono valore, ma ne amplificano le domande, i dubbi, gli interrogativi, e contemporaneamente le speranze. Non è un libro supeRficiale, questo, e non è un libro di propaganda. Per convincersene basta leggerlo. Lo scrivo perchè sono certo che qualcuno ne parlerà senza averlo letto: prenderà nota che si parla della Cina, e che gli autori sono i Teologi della Liberazione” e darà il suo verdetto.
UN LIBRO PRECARIO.
Questo è un libro “precario”: lo dice esplicitamente lo stesso CLODOVIS BOFF nella sua lunga lettera a LUIS FERNANDES che apre il volume e ne esprime il senso globale. E' un libro precario perchè è il risultato di una visita di poche settimane, perchè tratta di realtà gigantesche, perchè si trova a confrontarsi con una storia recentissima piena di cambiamenti anche drammatici.
E' un libro ancora, in cui sarebbe difficile trovare un vero presentimento della rivolta di Piazza Tien An Men, e del sangue nel quale la si è soffocata, ma che contiene e appoggia i motivi nobili e puliti che l'hanno ispirata, e formula direttamente i dubbi e le domande che ha espresso. L'ho letto e riletto anche dopo la tragedia e la sua utilità non mi è parsa diminuita. Si sono certo ingigantiti i punti interrogativi che già ne esprimevano la sostanza, ma penso che non abbiano perso il loro valore le osservazioni positive che ne scandiscono le pagine e ne conducono le analisi. Questo libro resta una piccola finestra sulla grande CINA, e sulla opportunità che questo gigantesco popolo di un miliardo e cento milioni di persone rappresenta per l'umanità intera e per la riflessione cristiana in genere e cattolica in particolare.
TRE MILIONI DI CATTOLICI......
E' un piccolo angolo del volume ma vorrei rimarcarlo con forza: in Cina ci sono oggi, quasi 3 milioni di cattolici, che hanno resistito alla ferocia di una persecuzione devastante ideologica, amministrativa e politica, durata decenni. Questi cattolici sono vivi, si sentono cattolici e si sentono cinesi, colmando così una frattura durata 1300 anni.
Finora chi voleva essere cristiano e cattolico doveva quasi per necessità, interna ed esterna, cessare di essere e sentirsi cinese. Oggi non è più così. Questo è il dato nuovo del presente, non scosso dalla bufera di Piazza Ten an Men. A questi tre milioni di cinesi in crescita, si dedicano 50 vescovi, tra i pochi giuridicamente riconosciuti da Roma e i molti ritenuti certamente a far sorgere le domande giuste. Per la generale nostra ignoranza storica dell'universo cinese saranno molto preziose, in relazione alla chiesa cattolica, le pagine storiche di JEROME HEYNDRICKS, che non nasconde ricchezze e miserie di un'epoca lunga e difficile.
ATROCITÀ DEL PASSATO, MA GUARDARE AL FUTURO.
Si aggiunge ad esso lo scritto di padre ALOYSIUS B. CHANG, gesuita cinese e profondo conoscitore dei problemi della sua terra e della sua Chiesa. Egli racconta le atrocità e gli errori del passato, con nome e cognome, ma dichiara con spirito davvero evangelico, che “ciò che interessa, qui adesso, è pensare con coraggio e prudenza ai vari mezzi con cui poter continuare ad essere presenti per dare un apoggio all'insieme della Chiesa cattolica nella Cina continentale. Se qualcuno da un libro come questo, si attendesse altro, avrebbe evidentemente sbagliato lettura.
CHI L'HA SCRITTO?
Ma occorre dire che buona parte dell'interesse del libro, sta anche nel fatto che a scriverlo non sono dei cattolici e teologi presi a caso, ma che tra gli autori spiccano i nomi dei due fratelli LEONARDO E CLODOVIS BOFF, legati alla realtà del cattolicesimo latino-americano e della teologia della Liberazione e con loro FREI BETTO, noto e discusso scrittore latino-americano di un incontro tra realtà cristiano - cattolica e socialismo reale. A me pare, dopo avere letto attentamente tutto, che il lavoro dei FRATELLI BOFF, sia molto utile ed equilibrato. Non si fanno mai pRendere la mano dalla retorica e non si nascondono i problemi crudi del passato e del presente. Non è una osservaszione marginale. Capita spesso purtroppo, che autori cattolici noti per acume critico e rigore nel mettere in evidenza i difetti e le pecche della loro chiesa e degli uomini che la governano, diventano poi quasi ciechi, e stranamente concilianti quando esaminano le realizzazioni altrui, sia che si tratti di altre chiese che di governi o istituzioni che si autoproclamano “progressisti” e dalla parte del popolo.
LA LETTERA DI CLODOVIS BOFF A MONS. FERNANDES.
I due saggi dei Boff costituiscono la parte più rigorosa e cosruttiva del volume. La lettea di CLODOVIS a mons. FERNANDES è una lucida riflessione sulla realtà vista, ma anche su quella nascosta e quasi proibita, di questo gigante che è la Cina di oggi. Questa , CINA, “ha vinto la RIVOLUZIONE DELLA FAME, scrive CLODOVIS BOFF, ma ora deve vincere la RIVOLUZIONE DELLA LIBERTÀ. La descrizione quasi ammirata della tranquillità e dell'austerità della società cinese, come “una grande famiglia modesta, ma ordinata”, può far sorridere il nostro consumato cinismo europeo, ma non è il frutto ingenuo del francescanesimo facilone di due frati brasiliani che cercano il paese in cui si predica ai lupi e si parla agli uccelli, riproponendo fuori copione e contesto, il candore originario tipico di FRANCESCO D'ASSISI. Va ricordato che è l'immagine trasmessa anche da tutti i viaggiatori europei, illustri o meno, che di recente si sono recati laggiù. Alzi la mano chi, senza il senno di poi, aveva avvertito i segni della tragedia in arrivo.
“IL BRASILE METTE RABBIA, IL CANADA' DÀ NAUSEA, LA CINA DÀ GUSTO”.
E' una frase un po' sbrigativa, certo, ma solo nella terza parte. Non credo che gli avvenimenti di queste settimane abbiano tolto valore alle prime due. Si può non provare rabbia a sapere e in BRASILE ci sono 30 mil di bambini abbandonati, per le strade, che vivono da soli o in bande, a mendicare e a contendersi gli avanzi con i cani randagi?
Si può non provare nausea, o almeno vergogna a pensare che con ciò che in CANADA' consuma in una settimana una famiglia media potrebbe vivere per sei mesi una famiglia delle favelas brasiliane o delle savane africane? Non mette rabbia e non fa nausea insieme questa Italia di “Jovanotti” e simili, anche pensando ai morti di Piazza Tien an Men?
Possiamo credere che il ragazzinno inerme saltato sul carro armato difendeva o reclamava questi modelli di umanità e di società?
La statua della libertà innalzata daglio studenti cinesi non era certo il simbolo della libertà vera, e la prima libertà è quella di non morire di fame, materiale o spirituale.
NON SEMPLIFICARE LA COMPLESSITÀ.
Non semplifichiamo il complesso. I saggi di CLODOVIS E LEONARDO BOFF non semplificano. Ci sono gli spunti di stupore per la sicurezza di fondo dei cinesi, certo, ma ci sono tutti i dubbi doverosi di ogni persona intelligente. “Tutto pare tranquillo e sotto controllo,.....ma sarà proprio così”? “Solo la storia potrà dire l'ultima parola”.
Per conto mio sono curioso di vedere come sarà la Cina da qui a 10 o a 15 anni”. CLODOVIS vede con speranza la “sdogmatizzazione della ideologia marxista che perde la sua rigidità cadaverica”. E deve aprirsi all'invasione della liobertà, ma non nasconde i suoi dubbi:”è saggio non farsi molte illusioni sull'evoluzione dello Stato marxista in senso non totalitario, L'ultima parola spetta comunque alla storia”.
CHIESA CINESE E AMERICA LATINA.
Il fatto è che il punto di vista adottato in Cina è, coerentemente, lo stesso che i teologi della Liberazione adottano in AMERICA LATINA, quello di una fede che parte dal Vangelo vissuto dal Popolo, e da una Chiesa povera di denaro e di potere. Perciò BOFF diffida degli elogi del potere cinese di DENG, alla Chiesa cattolica cinese e alle varie associazioni patriottiche, annota gli elogi ecclesiastici a DENG, ma ricorda che la “chiesa deve conservarsi indipendente dal potere dello Stato, qualunque esso sia, anche se popolare e socialsita” e aggiunge che “ciò vale a fortiori per un potere oppressivo”.
LE RIFLESSIONI TEOLOGICHE DI LEONARDO BOFF.
E' fortemente conscio dei suoi limiti, e non si nasconde gli interrogativi che di fronte a questa società globale, nascono in uno straniero, in un teologo che per un mese osserva la realtà che si offre davanti ai suoi occhi che non possono mai dimenticare la Luce del Verbo.
Egli azzarda una visione della storia della CINA come progressiva apertura profetica verso l'accoglienza del Cristo. Tra Trinità e Cristologia, non dimentica la realtà dei fatti, elogia anche lui “la rivoluzione della fame” vinta, ma ricorda che non basta il pane, perchè l'essere umano sente in sé altri tipi di fame, di libertà, di creazione, di partecipazione senza ostacoli che nei socialismi reali vengono soddisfatte in maniea pecaria, o addirittura negate”.
BOFF non nasonde l'ammirazione per una società in cui si rispettano uomini e cose, “una società né consumistica, né prodiga, né povera, né schiava dei bisogni, ma austera e organizzata a partire dalle necessità fondamentali, ma non ha timore di prospettare la necessità del superamento del partito unico e l'apertura a vari modelli di organizzazione socialista”. (6)
Egli trova una specificità della CINA nella insaziabile ricerca dell'integralità, in cui tutte le componenti della persona, della famiglia, della societò, e persino del mondo delle cose, trovino l'equilibrio della saggezza e del superamento dell'ansia.
ALLORA? QUAL È LO SPIRITO DI QUESTO LIBRO?
Valgono ancora questi giudizi per comprendere la Cina di oggi dopo i fatti recenti? Pare difficile dire di no. Semmai valgono ancora di più come vale di più la speranza che permea tutto il libro, capace di leggere la realtà senza sputare sentenze che poi altri pagherebbero, di avanzare critiche senza senso del possibile e del reale, e soprattutto di ricordare che che l'ultima parola, nella storia, resta alla libertà degli uomini e alla misericordia di Dio.
Il compito dei credenti e della Chiesa intera, nello spirito di questo libro, può essere riassunto con la frase di GIOVANNI PAOLO II, che JEROME HEYNDRICKS riporta nel suo testo. Il Papa parlando da Manila ai cristiani della Cina, nel 1981 disse:”Nel corso di questi lunghi anni avete senza dubbio vissuto esperienze che ci sono ancora sconosciute. In certi momenti vi siete chiesti cosa fosse necessario fare in coscienza.....Desidero tuttavia che sappiate una cosa: durante questo periodo e anche ora, io, e la chiesa universale con me, siamo stati con voi col pensiero e con la preghiera”.
PAROLA CONCLUSIVA.
Questo libro può, anzi deve diventare, uno strumento di pensiero e di preghiera, per tutti i figli di Dio che sono in Cina. Anche a fare i conti in fretta, appare evidente che il SIGNORE DEL CIELO, come i Cinesi chiamano il Dio dei cattolici, non può dimenticare un quarto dei suoi figli attualmente viventi sulla terra. Valeva perciò, la pena, di scrivere queste pagine, e vale la pena di leggerle. ( GIOVANNI GENNARI, A CURA DI Carlo Castellini).



Sabato 25 Marzo,2017 Ore: 19:04
 
 
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