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www.ildialogo.org Il Venezuela espelle diplomatici USA,di Alessandra Riccio

Il Venezuela espelle diplomatici USA

di Alessandra Riccio

Checché ne dica Niccolò Locatelli su Limes on line del 27.9.13 (temi.repubblica.it), il gesto forte di Maduro, che ha espulso tre diplomatici statunitensi dal Venezuela, non è la decisione di un uomo impaurito che vede fantasmi ovunque, non è frutto della paranoia di un uomo ossessionato da un complesso di persecuzione. La storia dell’America Latina è piena di episodi di pesanti interventi e di azioni di destabilizzazione che durano armai da due secoli, visto che per gli Stati Uniti il resto del continente americano altro non doveva –e non deve-essere se non “il cortile di casa” di una nazione giovane e potente che voleva –e vuole- imporsi come modello all’America e al resto del mondo.
Sbaglia Locatelli a ridurre ad un episodio di pusillanimità l’assenza del presidente Maduro dalla 60° Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York dopo che qualche giorno prima le autorità statunitensi avevano negato il permesso di sorvolare Porto Rico al suo aereo diretto in Cina e avevano anche negato (ma poi concesso) il visto a due membri della delegazione venezuelana all’Assemblea. Bisogna ricordare che allo stesso Maduro, quando era ancora Ministro degli Esteri, era stato negato il permesso di entrata e bisogna ricordare anche che la sede delle Nazioni Unite a New York, proprio per i frequenti episodi di discriminazioni nel rilasciare i permessi delle autorità statunitensi, è ufficialmente stata messa in discussione dai presidenti della Bolivia e dell’Ecuador, Morales e Correa.
Locatelli non crede opportuno ricordare quanto avvenuto con l’aereo presidenziale di Morales sui cieli di Europa, a causa di un allarme falso lanciato dagli Stati Uniti, non gli sembra importante quanto si è venuto a sapere dalle filtrazioni di Wikyleaks o di Snowden, non ritiene che nomi come quelli di Otto Reich e Roger Noriega siano abbastanza noti per le loro attività destabilizzatrici nei loro ruoli di funzionari delle Amministrazioni statunitensi. A suo giudizio Maduro, che teme per la sua vita al punto che sta volando adesso con aerei della compagnia statale cubana avendo constatato che il suo aereo aveva un difetto a un’ala, sta semplicemente usando una “teoria del complotto permanente” per sostenere il suo governo uscito dalle elezioni con una maggioranza irrilevante. Per questo denuncia le trame ordite dall’opposizione, dalla destra colombiana e dagli Stati Uniti. La storia dirà se sono solo fantasmi quelli che preoccupano Maduro, intanto, però, qualche parola su Kelly Kelderling Franz, una delle diplomatiche espulse da Caracas va detta.
In un libro/testimonianza di Raúl Antonio Capote (R. A. Capote, Enemigo, editorial José Martí, La Habana 2011), l’autore che è stato un doppio agente per un buon numero di anni, e che operava con il nome di David, ha raccontato in tempi non sospetti, della sua lunga frequentazione con la Kelderling, all’epoca funzionaria dell’Ufficio di Interessi USA all’Avana; un frequentazione che includeva relazioni di amicizia personale e familiare. La Kelderling ha reclutato Capote per averlo a fianco con il compito di stimolare microimprese, organizzare la società civile, offrire corsi per preparare un leader. Per far questo non lesinava sulle spese che potevano ammontare a tre, quattro o cinquemila dollari per organizzare una manifestazione di dissenso o per creare la pagina web di una pseudo Agenzia Letteraria Cubana.
Il curriculum della Kelderling come funzionaria della Cia la vede lavorare nel 1988 nel Dipartimento di Stato per essere inviata poi in Africa, in Kirghistan, in Moldavia, a Cuba e finalmente, a luglio 2011, in Venezuela, nonostante le rivelazioni di Capote sulle sue vere attività all’interno delle sedi diplomatiche in cui ha servito e nonostante le compromettenti filtrazioni di Wikyleaks. Nell’aprile del 2013 veniamo a sapere dalla funzionaria, che ha stretto rapporti fin dai tempi della campagna elettorale, con il candidato dell’opposizione, che “Capriles dice di apprezzare l’assistenza che gli abbiamo fornito e ha ricevuto con piacere l’informazione che, per febbraio del 2012, il’appoggio da parte di tutti i candidati oppositori con i quali la USAID ha lavorato precedentemente, è più che garantito. [...] Capriles ha confermato che se vince le prossime elezioni, la politica estera del Venezuela verrà rivista profondamente e Caracas diventerà un alleato affidabile per gli Stati Uniti. [...] Risorse addizionali saranno canalizzate verso i suoi rappresentanti di fiducia attraverso nuove entità, principalmente ONG del Cile, del Panama, della Colombia e degli Stati Uniti”.
Dopo le elezioni e la vittoria di stretta misura di Maduro, la Keiderling ha riunito a casa sua rappresentanti della catena TV che fa capo alla famiglia Capriles, del quotidiano El Nacional, El Universal, la catena Televen, Venevisión, Globovisión, ecc., il fior fiore dei media di opposizione con i quali ha mantenuto stretti rapporti.
Espulsa nei giorni scorsi da Caracas, prima di lasciare la capitale ha indetto una conferenza stampa per rivendicare il diritto di interessarsi alle questioni interne del paese in cui fa servizio. Chissà se questa norma può funzionare anche al contrario e i funzionari delle ambasciate con sede a Washington potrebbero intervenire in modo così pesante nella politica interna degli USA come ha fatto la Keiderling all’Avana e a Caracas.



Venerdì 04 Ottobre,2013 Ore: 18:11
 
 
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