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www.ildialogo.org   Il dittatore Ríos Montt condannato,di Fondazione Guido Piccini

Guatemala
  Il dittatore Ríos Montt condannato

di Fondazione Guido Piccini

Guatemala

Il dittatore Ríos Montt condannato


L’ex dittatore Efraín Ríos Montt durante il processo, a Città del Guatemala. (Reuters/Contrasto)

L”11 maggio una corte formata da tre giudici ha condannato l’ex dittatore guatemalteco Efraín Ríos Montt, 86 anni, a ottant’anni di carcere per genocidio. È la prima volta che un dittatore viene giudicato per i crimini commessi durante il suo mandato da un tribunale nazionale e non da una corte internazionale. Ríos Montt è stato condannato a cinquant’anni di carcere per genocidio e a trenta per crimini contro l’umanità. Invece l’ex capo dei servizi segreti José Mauricio Rodríguez Sánchez è stato assolto. L’ex dittatore ha già detto che ricorrerà in appello.

Nel procedimento cominciato il 19 marzo, Montt e Rodríguez Sánchez sono stati accusati di essere i mandanti di numerosi massacri avvenuti nell’area conosciuta come Triángulo Ixil, nel nordest del paese, dove furono uccisi 1.771 indigeni. Secondo i dati raccolti grazie alle esumazioni, quasi la metà dei morti erano bambini tra zero e dodici anni. L’accusa sostiene che Montt voleva eliminare gli indigeni perché sospettava che fiancheggiassero gruppi dell’opposizione.

Efraín Ríos Montt, 86 anni, ha governato in Guatemala solo per sedici mesi, dal 23 marzo 1982, quando è andato al potere con un colpo di stato militare, all’agosto del 1984. Ma il suo ruolo politico nel paese centroamericano è durato per tre decenni, cioè fino al gennaio del 2012, quando si è ritirato dalla vita politica.

“Io non ero il capo di un battaglione, ero il capo dello stato”, ha detto Ríos Montt il 10 maggio, in un discorso in sua difesa. L’ex dittatore ha insistito sulla tesi secondo cui non era al corrente delle singole azioni dell’esercito.

Di cosa è stato accusato. “Il breve mandato di Montt è passato alla storia come un periodo di repressione indiscriminata contro la popolazione civile, che secondo il dittatore sosteneva i gruppi sovversivi di sinistra. Secondo i rapporti delle organizzazioni umanitarie, durante il suo mandato almeno diecimila persone, in maggioranza indigeni, sono state vittime di omicidi extragiudiziali. I loro corpi sono stati gettati in fosse comuni o lasciati alla mercè degli avvoltoi. Migliaia di contadini sono stati costretti a trasferirsi nei campi profughi oltre il confine messicano. In tutto ci furono circa centomila profughi e 448 villaggi furono letteralmente cancellati”, scrive El País.

“Il periodo di governo di Ríos Montt è stato uno dei più cruenti della guerra civile (1960-1996): durante quel periodo secondo l’Onu sono morte o scomparse 200mila persone”, racconta El Faro.

Come Erode. Lo scrittore nicaraguense Sergio Ramírez traccia un profilo del dittatore e racconta quello che dopo trent’anni il processo ha portato alla luce: “I testimoni durante raccontano atrocità su atrocità, con la voce che ancora trema. Molti di quelli che non riuscirono a salvarsi erano bambini. Ríos Montt conosceva troppo bene i testi sacri per non accorgersi che il suo progetto di sterminio somiglia a quello di Erode. I bambini di etnia ixil avevano un nome in codice ‘cioccolato’, e l’ordine era di non lasciare nemmeno un ‘cioccolato’ vivo”.

INTERNAZIONALE LUNEDì 13 MAGGIO 2013

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Guatemala: Rios Montt Convicted of Genocide
Landmark Ruling against Impunity, Judicial Control Needed in Handling Appeals

The guilty verdict against Efraín Ríos Montt, former leader of Guatemala, for genocide and crimes against humanity is an unprecedented step toward establishing accountability for atrocities during the country’s brutal civil war.

“The conviction of Rios Montt sends a powerful message to Guatemala and the world that nobody, not even a former head of state, is above the law when it comes to committing genocide,” said José Miguel Vivanco, Americas director at Human Rights Watch. “Without the persistence and bravery of each participant in this effort – the victims, prosecutors, judges, and civil society organizations – this landmark decision would have been inconceivable.”

Rios Montt was sentenced to 50 years in prison for the crime of genocide and 30 years for crimes against humanity in a sentence that was handed down on May 10, 2013 by Judge Yassmin Barrios in Guatemala City. In her decision, Barrios said Rios Montt was fully aware of plans to exterminate the indigenous Ixil population carried out by security forces under his command.

The genocide conviction was the first for a current or former head of state in a national court, Human Rights Watch said.

Following his loss of immunity as a member of Congress in 2012, Ríos Montt was indicted in January 2012 for genocide and crimes against humanity for his role in 15 massacres that resulted in the deaths of 1,771 indigenous Ixil people, among other crimes, during his 17-month rule from 1982 to 1983. He and his former chief of military intelligence, José Mauricio Rodríguez Sánchez, went on trial before Guatemala’s Supreme Court on March 19, 2013.

The trial was based on complaints filed by victims in 2000 and 2001. During the trial, nearly 100 witnesses offered harrowing testimony of mass murder, torture, and rape by security forces under Rios Montt’s rule. The prosecution also presented expert witnesses to testify about the military chain of command and links to Ríos Montt.

The proceedings against the defendants were delayed at each stage of the process by defense lawyers, who filed scores of legal appeals, including challenges to judges’ rulings on the admission of evidence and to the judges assigned to the case.

Legal challenges have a crucial role in protecting the rights of defendants, victims and others. However, in at least two cases against Guatemala, the Inter-American Court of Human Rights has criticized the “abusive use of the appeal [for legal protection, or amparo] as a delaying practice” to prevent human rights prosecutions. “The right to effective judicial protection … requires that the judges direct the proceeding in such a way as to avoid undue delays and obstructions that lead to impunity, thus frustrating due judicial protection of human rights.”

While the defendant’s right to appeal must be respected, the court should not permit baseless legal challenges aimed at delaying or obstructing the judicial process, Human Rights Watch said.

“Rios Montt’s right to appeal must be safeguarded, but the court also needs to ensure that right is not used to derail the proceedings through unfounded challenges and dilatory tactics whose sole purpose is to shield him from the reach of the law,” Vivanco said.

HUMAN RIGHTS WATCH 13 MAGGIO 2013

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Lunedì 13 Maggio,2013 Ore: 15:36
 
 
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