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www.ildialogo.org Dove si trova l’altro mondo. Visita guidata all’ umanitario nigerino,di Mauro Armanino

Dove si trova l’altro mondo. Visita guidata all’ umanitario nigerino

di Mauro Armanino

Ringraziamo Mauro Armanino, missionario in Niger, per questo suo contributo. Altre notizie di Mauro anche su Avvenire.it, sul blog http://senzafine.zacem-online.org e su Il fatto quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/marmanino/
E’ meno lontano di quanto si creda. L’altro mondo è a portata di volo, anzi di crisi. Un mondo umanitario fatto su misura come i pret à porter dei negozi alla buona che si trovano nei quartieri della città. Le guerre e il terrorismo in prima battuta, col noto corteo di rifugiati e profughi, sfollati e coloro che si spostano all’interno del paese (acronimo in inglese IDP, Internally Displaced People). Ognuno è oggetto di classifica, contato, categorizzato, assistito e soprattutto controllato. Ridotto ad un dossier, un numero, un luogo e un’amministrazione. Le sedi delle ONG si delocalizzano a seconda delle circostanze, cambiano di sigla, di colore, di area di parcheggio protetto, di progetto a seconda delle necessità e soprattutto dei fondi. Cambiano anche i volontari e si fermano quanto basta per metterci una pezza e poi sperare che accada qualcosa di nuovo. Le alluvioni, le carestie, le migrazioni, le frontiere che si spostano a seconda dei venti, il consolidamento della pace, la gestione della ‘bomba’demografia, la violenza contro le donne e i matrimoni precoci. Questo e molto altro rendono il mondo umanitario sostenibile e soprattutto redditizio.
Provare per credere. Un mondo altro con tanto di riduzione se comprato all’ingrosso. La politica ha da tempo precettato l’umanitario. Ciò per continuare l’opera di demolizione e di spogliamento dei piani di distruzione strutturale della Banca Mondiale e il Fondo Monetario che di Internazionale ha solo il nome. Gli accordi sono commerciali e le pesche di beneficenza si creano per mandare i figli a scuola. Nascono le adozioni a distanza con le foto ricordo e gli auguri di capodanno. Nel paese si organizzano (e) lezioni mirate a scongiurare le malattie perché di ospedale si muore spesso. Formazioni professionali per coloro che vorrebbe imparare il mestiere di vivere e viaggi all’estero per i ricercatori universatori. I figli dei potenti, intanto, frequentano le scuole straniere pensate per imbrogliare il potere. In parte grazie alle ONG che diluiscono l’antagonismo di classe e banalizzano l’abisso delle ingiustizie sociali. Non casualmente le guerre diventano umanitarie e le ONG aiutano gli stati a ridurre le violenze e a curare le ferite da essi provocate.
Prendiamo ad esempio il controllo dei migranti. Le frontiere esterne dell’Europa, i soldi investiti per falsamente ridurre il numero degli irregolari che attraversano i confini. Si tratta in realtà di un’arma di distrazione di massa, come ben ricorda l’amico Turi Palidda. L’emergenza migrazioni è funzionale al sistema neoliberale che ha bisogno di manodopera ‘docile’ per continuare a funzionare. Ed è a questo punto che l’orda delle ONG si presenta. L’altro mondo molto umanitario difende i diriti umani dei migranti post- mortem, denuncia chi le finanzia (l’Europa e affini) e intanto spera che quanto denunciato possa continuare ad libitum. Contribuisce a controllare le frontiere, a finanziare posti di controllo poliziesco e, come l’OIM (la benemerita Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), poi si fregia di salvare i migranti nel deserto. Questo è il tipico doppio gioco che l’altro mondo umanitario contribuisce, impunemente, a creare. Ad ognuno il suo, diceva la definizione canonica della giustizia. Le ONG hanno scelto la parte migliore, che un giorno sarà loro tolta per darla agli aventi diritto, i poveri, gli unici col diritto di trasformare il mondo.
Venite a vedere per credere. Un giro in città a Niamey, per le feste comandate e quelle da venire. Andate nei luoghi dove più patente appare l’emergenza umanitaria. Pannelli a non finire piazzati nei punti più strategici alla vista degli assistiti e soprattutto dei donatori. L’altro mondo umanitario è riuscito con successo a trasformare il dolore in spettacolo retribuito.
Mauro Armanino, Niamey, novembre 017



Mercoledì 08 Novembre,2017 Ore: 23:37
 
 
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