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www.ildialogo.org Lettera per la Giornata Missionaria Mondiale,di p. Giuseppe Franzelli - Lira (Uganda)

Lettera per la Giornata Missionaria Mondiale

di p. Giuseppe Franzelli - Lira (Uganda)

Lira,Ottobre 2011 - Giornata Missionaria Mondiale

Carissimi,

ieri, 20 Ottobre, sono tornato… dal cielo, Wi Polo. Così si chiama in Acholi il luogo nella zona di Paimol in cui sono stati uccisi nel 1918 i due giovani catechisti Davide Okelo e Gildo Irwa, martiri della fede, proclamati “Beati” nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II. Con me, c’erano altri cinque vescovi e migliaia di fedeli da ogni parte del Nord Uganda, da Kampala e perfino dal Sud Sudan. Tutti insieme a ringraziare Dio per il coraggio e la fede dei “nostri” martiri.Oggi sono invece andato all’ospedale di Aber, per inaugurare il nuovo OPD, Out Patients Department, cioè l’ambulatorio, costruito grazie ad un sostanzioso aiuto da parte dell’ambasciata giapponese. Anche qui, oltre alle autorità, c’era una piccola folla: medici, infermiere, suore, e soprattutto la gente che viene in ospedale per cercare sollievo dalle malattie di cui soffre.

Questi due giorni di viaggio, dal cielo… alla terra, dalle colline che si aprono al panorama delle vicine montagne del Karamoja, alla pianura di Atapara fra le paludi, in vicinanza del Nilo in territorio Lango, mi sembrano un simbolo del cammino della missione, che procede sul doppio binario indivisibile della fede e dell’amore. Missione e’ annunciare il vangelo, testimoniando la nostra fede in Gesù Cristo, fino a dare la vita per Lui. E questo attraverso la vicinanza al Cristo vivo e presente nelle masse di poveri, malati e bisognosi che ancora oggi si accalcano intorno a noi, nelle nostre strutture sanitarie, educative, nelle nostre parrocchie e comunità cristiane, alla ricerca della Buona Notizia che da’ speranza e si incarna in un gesto di carità fraterna che rende presente l’amore del Padre nella vita quotidiana del suo popolo.

E’ un viaggio, quello della missione, a cui siamo invitati a partecipare tutti noi, non solo i “missionari di professione”. Di fatto, non si tratta di un semplice invito, una scelta facoltativa, un optional, ma di un comando e di un dovere per ogni cristiano. Ce lo ricorda anche quest’anno il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale, con le parole che Gesù rivolge ai suoi: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi…”(Gv. 20:21). L’iniziativa non e’ nostra, ma di Dio, che attraverso Suo Figlio, missionario del Padre, ci chiede oggi di coinvolgerci nell’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo «con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora» (Giovanni Paolo II).Consci che questo “ e’ il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità e ad ogni singola persona alla ricerca delle ragioni profonde per vivere in pienezza la propria esistenza” (Benedetto XVI).

Il 10 Ottobre, festa di S. Daniele Comboni e quindicesimo anniversario del rapimento delle 139 ragazze di Aboke da parte dei ribelli dell’LRA, ho incontrato nella casa delle suore un piccolo gruppo di membri dei vari rami della famiglia comboniana – sacerdoti, laici missionari comboniani e secolari comboniane - per un momento di preghiera e riflessione. Ci siamo chiesti: cosa mi da’ e cosa mi chiede la missione? Ci siamo resi conto innanzitutto di quanto sia vera e attuale per tutti noi l’affermazione che in missione e’ più quello che si riceve di quello che si da’. Dopodiché, le risposte alla domanda non possono che essere personali. Vorrei allora segnalare e condividere alcuni dei doni che io, missionario e vescovo, ho ricevuto in questi ultimi tempi e che hanno rafforzato la mia fede.

Innanzitutto l’esempio dei martiri di Paimol. A Wi Polo, a distanza di 93 anni dalla loro morte e 100 dall’arrivo del cristianesimo nel Nord Uganda, ho sentito che Davide e Gildo sono più vivi che mai, incoraggiando me e tutta la nostra gente ad affrontare senza paura le difficoltà di testimoniare Cristo oggi, “con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora”.

Un secondo dono mi e’ stato fatto dal coraggio delle “ragazze di Aboke”. Durante lunghi mesi, per alcune addirittura vari anni di prigionia nel bosco con i ribelli che le avevano rapite, queste ragazze non hanno smesso di pregare e sperare. Ma una volta fuggite o liberate, il loro calvario non e’ terminato. Hanno dovuto affrontare un lungo e spesso difficile reinserimento in una società che tendeva a guardarle con sospetto per la loro associazione e convivenza coi ribelli, dai quali varie hanno avuto figli. Doppiamente vittime, prima della violenza armata e sessuale e poi del sospetto e pregiudizio che ha accompagnato il loro ritorno. Nonostante tutto ciò, queste ragazze non si sono arrese. Le guardavo durante la celebrazione del 10 ottobre ad Aboke, a cui sono intervenute in buon numero. Un gruppo di donne ormai, che ha saputo lottare e superare innumerevoli ostacoli. Molte di loro sono ora affermate professioniste in vari campi. Mi ha particolarmente commosso rivedere Catherine Ajok, l’ultima ad essere liberata, che ho accolto tre anni fa, ancora traumatizzata e smarrita. Ora fa la terza classe della scuola secondaria, e’ serena e contenta. Ha voluto farsi fotografare con me, assieme al piccolo Deogratias, figlio di Kony, ormai un ometto di quattro anni. Davvero, la vicenda di queste ragazze fa crescere in me il dono della speranza.

Voglio infine ricordare l’esempio e il dono di Sr. Joan Among, della congregazione locale delle Suore Missionarie di Maria Madre della Chiesa, fondata dal mio predecessore Mons. Asili. Malata di cancro, ha lottato con la malattia per 10 anni, vivendo con serenità e abbandono nelle mani del Signore al quale si era votata anche i momenti più duri del progresso del tumore, prima con l’asportazione di un seno, poi l’amputazione di una gamba: “Ora il Signore mi chiede la mia gamba. Come posso rifiutare? Sono tutta sua!” Conscia del progredire inesorabile del male, ha voluto preparare e scegliere di persona le letture della Messa e i canti per il suo funerale. Uno dei canti esprimeva la fermezza e costanza con cui ha vissuto la sua consacrazione: “I have decided to follow Jesus. No turning back, no turning back! - Ho deciso di seguire Gesù. Non tornerò mai indietro!” Celebrando il funerale, ho ringraziato questa giovane figlia della mia gente Lango per l’esempio del suo amore generoso e totale. La missione mi insegna ad amare.

Ma cosa ci chiede la missione? Anche qui, la risposta non può essere che individuale. A me, chiede di camminare con questo paese che ha appena celebrato 49 anni di indipendenza con una grande parata proprio qui a Lira, segnata per la prima volta dalle evoluzioni acrobatiche di quattro jets comprati dalla Russia. Credo di non sbagliarmi se immagino che molti, guardando le evoluzioni dei caccia militari, avranno pensato che tutti quei soldi avrebbero potuto assicurare un salario decente agli insegnanti, comprare le medicine per i 50.000 nuovi malati di Aids o migliorare il tenore di vita di tanta gente che soffre le conseguenze di un’inflazione giunta ormai vicino al 30%. E’ in questa situazione che mi e’ chiesto di vivere e comunicare la mia fede, essere segno di speranza e testimoniare concretamente ogni giorno l’amore di Dio.

A voi, la missione chiede…. esattamente la stessa cosa, sia pure in un contesto diverso e secondo la vocazione personale di ognuno. Innanzitutto, chiede di credere ed essere coscienti che anche ognuno di voi e’ “mandato”, un missionario del Padre. Sembra strano ed esagerato, ma e’ proprio vero. Non si tratta semplicemente di pregare e fare un’offerta “per le missioni” e poi continuare a vivere ritirati nel proprio guscio, nella sfera privata dei nostri problemi ed interessi. Chiediamoci, chiedetevi ogni giorno: “A chi sono mandato oggi, e quale Vangelo o Buona Notizia di fede, speranza e amore sono chiamato a condividere e testimoniare, in famiglia, a scuola, sul lavoro, con colleghi e vicini, con i poveri, attraverso una parola, un gesto, un sorriso, una mano tesa?” E’ questa la missione che ci unisce tutti, aldilà delle distanze geografiche. Aiutiamoci reciprocamente con la preghiera. Vi ricordo con affetto e vi auguro Buona Missione!

P. Giuseppe



Luned́ 24 Ottobre,2011 Ore: 09:02
 
 
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