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www.ildialogo.org PRESA IN GIRO A GERUSALEMME,di Beppe Manni

PRESA IN GIRO A GERUSALEMME

di Beppe Manni

(Gazzetta di Modena 13 Maggio 2018)
L’inizio del giro d’Italia a Gerusalemme: interrogativi inquietanti. Mentre centinaia di associazioni denunciano la situazione tragica dei palestinesi e la delicata situazione politica di Gerusalemme la RAI non ne parla. Era un’occasione non dico per parteggiare, ma almeno per informare.
Il gran Premio automobilistico è ormai diventato un gioco virtuale. Non si vede nelle TV nazionali. Piloti stranieri come Schumacher, Lauda e Vettel che per anni hanno lucrato milioni correndo per la Ferrari, non hanno nemmeno imparato a dire grazie in Italiano. Che dire del calcio quando metà dei giocatori sono stranieri e vince chi ha più milioni da comprare i calciatori migliori?
Ci rimaneva il ciclismo, noi siamo affezionati a questo sport: si vince attraverso l’intelligenza, la forza e il gioco di squadra. Jan Polanc un bravo e giovane corridore sloveno, rispondeva a chi gli chiedeva come mai parlava un italiano perfetto: “Da quando sono stato chiamato a correre per una squadra italiana, ho imparato la vostra lingua non attraverso la TV che in casa mia non guardiamo, ma leggendo molti libri”.
E’ il Giro D’Italia che ragione aveva di partire da Gerusalemme? Solo per i soldi delle sponsorizzazioni? Gerusalemme è la città delle molte religioni, madre della nostra civiltà, ma anche dalle molte contraddizioni. Da qualche anno gli organizzatori del Giro ci raccontano le storie dei paesi attraversati dai corridori. Le tre tappe in Israele non hanno toccato i territori della Palestina al di là del muro di cemento alto 8 metri. Né è stata raccontata la tragedia di un popolo, né i cento morti e i mille feriti fatti dagli israeliani in questi giorni. Silenzio. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU (risoluzione 487) e 50 organizzazioni internazionali, hanno denunciato tale atto di guerra come violazione del diritto internazionale e un ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente. Una catastrofe segnata dalla rimozione forzata di circa 800.000 palestinesi dalla loro terra natale dall’avvio della politica di espropriazione delle terre e dalla negazione dei diritti fondamentali del popolo Palestinese. A 70 anni dalla fondazione dello Stato di Israele si continua a negare la tragedia che perdura tutt’oggi, subita dagli uomini e dalle donne palestinesi. Trump pochi mesi fa ha provocatoriamente trasferito l’ ambasciata americana a Gerusalemme fino ad oggi ritenuta secondo lo statuto dell’ONU la capitale sia degli israeliano che dei palestinesi.
Le Olimpiadi invernali di Seul hanno segnato invece un passo significativo per la pacificazione delle due Coree divise da più di mezzo secolo.
Il vero spirito sportivo è quello che invita all’unità e alla pace tra i popoli. Questo purtroppo non è il messaggio che passa attraverso l’avvenuta partenza del Giro d’Italia a Gerusalemme.
Michael Portillo nella trasmissione di Trans Europa Express di Rai 5 mercoledì 16 maggio parlando di Israele ha raccontato le bellezze di Gerusalemme, delle cattedrali e contraddizioni; e non si è vergognato di fotografare il muro di cemento di Gaza vicino a Betlemme.



Martedì 05 Giugno,2018 Ore: 19:11
 
 
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