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www.ildialogo.org “ La chiave di Sara”, ieri e oggi.,di Domenico Stimolo

“ La chiave di Sara”, ieri e oggi.

di Domenico Stimolo

Sabato sera ( 24 ottobre)  la rete televisiva La7d ha trasmesso “ la chiave di Sara”. Rivisto ancora. Film eccelso, sul piano storico ed umano. L’immane tragedia dello sterminio degli ebrei, “vista” e vissuta da una bambina francese. Sono moltissimi i film che hanno rievocato l’olocausto che si consumò in tutti i paese europei. Però, questo, prodotto nel 2010 e proiettato Italia nel 2012 – tratta dal libro di Tatiana de Rosnay, diretto dal giovane regista francese Gilles Paquet-Brenner, nella ricostruzione storiografia di un evento nefasto consumatosi in Francia e nella potenza narrativa che raccorda la memoria con l’ “ereditata” odierna quotidianità,  racchiude un pathos  “unico”, in sentimenti, universalità  e insegnamenti civili e democratici.
Sara, dieci anni, è una ( assieme alla sua famiglia) delle 13.152 persone di religione ebraica – 5802 donne, 4115 bambini - rastrellate a Parigi il 12 luglio 1942 su ordine dell’esercito nazista che occupa la capitale e tutta la Francia del Nord – al sud c’è il governo collaborazionista di Vichy -. La polizia francese svolse un ruolo  primario nelle azioni di rastrellamento e nel fornire gli indirizzi degli ebrei parigini. Oltre settemila per molti giorni furono rinchiusi nel Velodromo d’inverno/ Velodromo d’Hiver, gli altri  imprigionati nel campo di transito di Dransy. Poi, tutti, furono avviati nel lager di sterminio.
Sara, alfine, riesce a fuggire in territorio francese.  Con dilaniante angoscia porta con sé la chiave dell’armadio dove è rimasto rinchiuso, per ingenuo nascondimento, il fratellino, ritrovato poi morto, per inedia e asfissia, dai nuovi inquilini francesi.
Riflettevo, per “contiguità” tematica,  sulle  incredibili esternazioni del primo ministro dello Stato d’Israele Netanyahu sulle “vere” origini dello sterminio, rapidamente passaste di moda sugli organi di informazione, nel corso di  pochi giorni.
Tanto,  nelle perenne società dello spettacolo, “tutto fa brodo”.
Due popoli oppressi, dalle farneticazioni che portano anche a falsificare le “motivazioni” che hanno determinato lo sterminio nazi fascista di milioni di persone di religione ebraica, nel contesto degli oltre cinquanta milioni di vittime nell’ ambito europeo, attribuito  al suggerimento del Gran Muftì palestinese Al Husseini , prontamente raccolto da Hitler e dalla Germania nazista che, invece, volevano inviare gli ebrei in “amene località vacanziere”.
Un popolo ( israeliano), che nella perversa drammatica gestione della moderna, scientifica e gigantesca  “chiave di Sara” imprigiona ( all’aperto e al chiuso) nel suo territorio il popolo palestinese, subisce morti e feriti, sottomesso psicologicamente alle trame di una sostanziale imperialista dittatura militare che, richiamando sempre e strumentalmente l’olocausto, rifiuta la soluzione di due popoli civilmente e pacificamente conviventi;  l’altro, duramente represso e quotidianamente vessato, distrutto, ucciso e disperso, da quasi un settantennio.
Dopo le innovative e tremende  esternazioni  sull’origine dell’assassinio di sette milioni di ebrei, in  Israele politicamente c’è “calma piatta”. Come se nulla fosse stato. Anche in Italia ed in Europa, sulla questione, c’è il solito e mellifluo tran-tran.
Oggi, in un scritto pubblicato da un quotidiano italiano, lo scrittore israeliano David Grossman definisce la dichiarazione di Netanyahu “ un fallimento quasi mostruoso”.
….Tanto si sa….domani è sempre un altro giorno, tranne per gli oppressi, palestinesi.
Nel film, la chiave del armadio custodita da Sara, viene ritrovata molti anni dopo da una donna tenace che si assume l’“eredità”. In Palestina la “chiave”  dell’enorme prigione è stata definitivamente buttata a mare.
domenico stimolo 
 



Domenica 01 Novembre,2015 Ore: 08:40
 
 
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