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www.ildialogo.org CRISTIANI NEL MIRINO DEGLI ESTREMISTI ISRAELIANI. PROTESTANO ANCHE RELIGIOSI EBREI,da Adista Notizie n. 33 del 22/09/2012

CRISTIANI NEL MIRINO DEGLI ESTREMISTI ISRAELIANI. PROTESTANO ANCHE RELIGIOSI EBREI

da Adista Notizie n. 33 del 22/09/2012

36844. GERUSALEMME-ADISTA. Sono con tutta probabilità riconducibili all’ala più violenta dei coloni israeliani gli atti vandalici compiuti il 4 settembre scorso ai danni del monastero trappista di Latrun, alle porte di Gerusalemme. Una porta bruciata, una scritta offensiva: il tutto firmato “Ramat Migron” e “Maoz Esther”, nomi di due insediamenti illegali in Cisgiordania recentemente sgomberati dalla polizia israeliana. Elemento, quest’ultimo, che fa pensare di poter ascrivere gli avvenimenti alla cosiddetta “price tag policy”, vale a dire quell’insieme di azioni di rappresaglia condotte dai coloni estremisti in risposta a ogni stop ricevuto in materia di insediamenti.

Ma se fino a non molto tempo fa a pagarne il prezzo, nella consueta indifferenza, erano principalmente i palestinesi dei Territori occupati, ora sembra che nel mirino dei coloni ci sia anche la minoranza cristiana in Terra Santa.

Innumerevoli le manifestazioni di solidarietà giunte all’abbazia di Latrun. «Che succede nella società israeliana contemporanea da far sì che i cristiani siano i capri espiatori e i bersagli di questi atti violenti?», si chiedono, in un comunicato del 4 settembre, gli Ordinari cattolici di Terra Santa (tra cui mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons. Michel Sabbah, patriarca latino emerito di Gerusalemme, mons. William Shomali, vicario patriarcale latino per Gerusalemme e la Palestina, p. Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa). «Coloro che hanno scritto i loro slogan odiosi hanno espresso la loro collera contro lo smantellamento delle colonie ebraiche illegali in Cisgiordania. Ma perché riversare questa collera contro i cristiani e i loro luoghi di culto? Che tipo di “insegnamento del disprezzo” verso i cristiani viene trasmesso nelle loro scuole e nelle loro case? E come mai i colpevoli non vengono trovati e assicurati alla giustizia?». «È venuta l’ora per le autorità di muoversi per porre fine a questa violenza insensata e assicurare nelle scuole un “insegnamento del rispetto” verso tutti coloro che si riconoscono di questa terra».

Una condanna ripetuta da mons. Twal anche ai microfoni di Radiovaticana (6/9): «Il governo ha dato troppa corda a questi estremisti, che ora si sentono liberi». «Vorrei che venissero sradicate le cause che conducono alcuni folli a compiere questo tipo di vandalismo!», ha proseguito il patriarca. «È necessario affrontare l’argomento dell’educazione: dove e come questa gente ha imparato a non rispettare i vicini, a non rispettare i luoghi santi? Questa è la mia domanda!».

Una preoccupazione, quella per l’educazione delle giovani generazioni, condivisa dal rabbino Alon Goshen-Gottstein, direttore dell’Istituto interreligioso Elijah, che, in una lettera di solidarietà firmata da una cinquantina di personalità ebraiche, ha espresso «profonda costernazione» e confermato l’impegno a lavorare insieme «perché l’amore per il proprio gruppo non può in alcun caso accompagnarsi con l’odio verso gli altri».

Ci è andato giù duro poi, in un’intervista al quotidiano israeliano progressista Haaretz (7/9), il custode di Terra Santa, p. Pizzaballa, raccontando che, quando arrivò in Israele, gli fu detto che era bene sapesse che, se fosse andato in giro per Gerusalemme con la tonaca, le persone gli avrebbero sputato addosso, e che questo non avrebbe dovuto offenderlo, essendo «normale». Non importa quale sia la tua posizione, ha aggiunto: ogni sacerdote che fa un giro in città viene presto o tardi insultato o fatto bersaglio di sputi da uno studente ebraico.

L’episodio di Latrun non è che l’ultimo caso di violenza di cui è vittima la minoranza cristiana in Israele. In febbraio una scritta «morte ai cristiani» era apparsa fuori dal monastero della Croce a Gerusalemme, mentre qualche settimana dopo era toccato a una chiesa battista. Già allora Pizzaballa aveva scritto una lettera al presidente Shimon Peres, denunciando un’escalation ormai non più tollerabile.

Ma non finiva lì. In luglio, alla Knesset, Michael Ben-Ari, appartenente al partito “Unione Nazionale”, espressione dell’ala della destra religiosa ebraica più vicina al movimento dei coloni, ha strappato e gettato nella pattumiera il Nuovo Testamento inviato a tutti i componenti del Parlamento dalla Società Biblica israeliana. «Questo libro abominevole – era stato il suo commento al sito di informazione in lingua ebraica NRG – ha promosso l’uccisione di milioni di ebrei durante l’inquisizione e gli autodafé. Questa è un’orribile provocazione missionaria da parte della Chiesa. Non c’è dubbio che questo libro e coloro che lo hanno inviato appartengano alla spazzatura della storia» (Vatican Insider, 18/7). «È stato scioccante», ricorda ancora in merito Pizzaballa (Haaretz, 7/9). «Se vuoi che la gente ti rispetti, devi rispettare gli altri. Ci sono miliardi di cristiani per cui questo libro è sacro».

E se fino ad ora, quando a farne le spese era il popolo palestinese, mai una parola di condanna della “price tag policy” era stata spesa da Israele, questa volta il governo si è affrettato, per bocca di Benjamin Netanyahu e Ehud Barak, a condannare l’«atto criminale» promettendo «pugno di ferro».

Una questione calda, quella delle minoranze cristiane, che, mentre scriviamo, il papa si accinge ad affrontare con il suo viaggio in Libano. (ingrid colanicchia)

Articolo tratto da
ADISTA
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Sabato 22 Settembre,2012 Ore: 21:34
 
 
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