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www.ildialogo.org Betlemme nella lista Unesco. Ma è polemica,di Linda Varlese

Betlemme nella lista Unesco. Ma è polemica

di Linda Varlese

http://viaggi.repubblica.it/articolo/betlemme-nella-lista-unesco-ma-polemica/225828

Betlemme nella lista Unesco. Ma è polemica

di Linda Varlese

Nel congresso annuale, in corso a San Pietroburgo. La Chiesa della Natività entra nel Patrimonio "con procedura d'urgenza". L'esultanza palestinese. Israele e Usa contrari

L'Unesco ha incluso la Basilica della Natività di Betlemme e la via del pellegrinaggio tra i siti Patrimonio dell'Umanità. La richiesta di iscrizione era stata inoltrata come "procedura d'urgenza" dall'Autorità Nazionale Palestinese all'organismo culturale dell'Onu il 18 Marzo scorso. A soli tre mesi di distanza dalla richiesta formale, il Comitato per il Patrimonio Mondiale, di cui fanno parte i rappresentanti di 21 Paesi, riunito a San Pietroburgo per esaminare le 33 candidature alla World Heritage List, la lista dei siti Patrimonio dell'Umanità, ha inserito la Chiesa direttamene nella lista dei siti che per le loro particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale appaiono in pericolo e devono essere salvaguardati. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è passata con 13 sì, 6 no e 2 astenuti. 

LA GIOIA PALESTINESE
. Un lungo applauso della delegazione palestinese ha accolto la decisione: "Questi siti rischiano la distruzione totale a causa dell'occupazione israeliana, della costruzione del muro di separazione e di tutte quelle misure e sanzioni israeliane che hanno soffocato l'identità palestinese", ha sottolineato il delegato dell'Anp Nabil Abu Rudeina dopo il voto. "È il primo sito palestinese nella lista. Ringraziamo a nome del presidente Abu Mazen, della Palestina e del popolo palestinese". "È una giornata storica - ha aggiunto - questo riconoscimento dei diritti del popolo palestinese è una vittoria della nostra causa e della giustizia". 

"Sono entusiasta - il commento del ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Malki - "il nuovo status del sito gli garantisce protezione dalle mire israeliane ed è una grande conquista palestinese". "Presenteremo la candidatura di altri siti - ha aggiunto - tra cui i villaggi a sud di Gerusalemme, la cui identità è minacciata dal muro israeliano". Per Hanan Ashrawi, cristiana e dirigente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), è una questione di "orgoglio nazionale". "Il popolo palestinese celebra questa decisione come un momento di affermazione della sua identità e del suo patrimonio ricco e unico", ha scritto in una nota, in cui afferma l'impegno dei palestinesi per la preservazione del suo patrimonio, "nonostante l'occupazione israeliana e tutti gli ostacoli che pone".


LA BOCCIATURA DI ISRAELE E USA
. Polemico, invece, il delegato israeliano, che ha parlato di decisione "totalmente politica" che "danneggia gravemente la convenzione Onu e la sua immagine". Anche l'ambasciatore degli Stati Uniti David Killion si è detto "profondamente deluso" dal riconoscimento da parte dell'Unesco della Chiesa della Natività a Betlemme, in Cisgiordania, come patrimonio mondiale dell'umanità. Questo "luogo è sacro per tutti i cristiani", ha aggiunto, "e l'Unesco non dovrebbe essere politicizzata", sottolineando che la procedura di emergenza usata per l'inserimento di questa chiesa non è "in linea con il principio secondo cui solo i siti a rischio di distruzione imminente richiedono tale trattamento".

D'altronde l'ondata di polemiche e di rimostranze da parte del popolo israeliano e statunitense era iniziata già a Ottobre del 2011, dopo che l'organizzazione con sede a Parigi aveva riconosciuto la Palestina come suo membro a tutti gli effetti. Già in quell'occasione si scatenò l'indignazione degli Stati Uniti e soprattutto di Israele, secondo i quali il riconoscimento da parte di un'organizzazione internazionale come l'Onu deve essere successivo a un accordo di pace. Per dimostrare la loro contrarietà i due Stati avevano anche sospeso i loro finanziamenti all'Unesco, privandola del 22 per cento delle sue entrate. 

IL SITO. La Basilica della Natività di Betlemme, in Cisgiordania, si aggiunge dunque ai 936 nomi dei luoghi da salvaguardare che si trovano in ben 153 Paesi diversi. La Chiesa è stata eretta nel 326 d.C nel luogo in cui sarebbe avvenuta la nascita di Gesù. È costituita dalla combinazione di due chiese e da una cripta, la Grotta della Natività, che è la grotta ed il luogo preciso in cui Gesù sarebbe venuto alla luce.

La Basilica della Natività è meta principale e irrinunciabile dei pellegrinaggi che visitano la Terra Santa e luogo di culto e di accesso (regolato dal Trattato di Berlino del 1878) delle comunità cristiane all'interno di tre santuari: il Santo Sepolcro e la Tomba di Maria che sono sotto l'egida di Gerusalemme e la Basilica della Natività a Betlemme che invece è la capitale del Governatorato di Betlemme controllato dall'Autorità Nazionale Palestinese, appunto. La Chiesa è stata spesso al centro di aspre contese tra palestinesi e israeliani che la rivendicano come luogo simbolo della nascita della propria religione, oltre che scenario di diversi scontri, come l'assedio del 2002, quando durante la seconda intifada, nell'ambito dell'operazione Scudo Difensivo, le forze di Difesa Israeliane occuparono Betlemme e tentarono la cattura di alcuni militari palestinesi ricercati. Decine di questi si rifugiarono nella Basilica della Natività. Dopo 39 giorni fu raggiunto un accordo con i militanti che furono condotti in Israele e quindi esiliati in Europa e nella Striscia di Gaza.

L'ATTESA PER LANGHE, ROERO E MONFERRATO. Il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco sta intanto continuando ad analizzare le 33 richieste che sono arrivate da tutto il mondo. Alcune sono state già accolte, come nel caso della città marittima di Liverpool inserita nella lista dei siti del patrimonio mondiale in pericolo a causa della costruzione proposta del Liverpool Waters, una massiccia riqualificazione della zona portuale storica a nord della città. Accolta anche la richiesta di salvaguardia della città di Timbuctu e della tomba di Askia, in Mali, ritenute entrambe in pericolo a causa del conflitto armato fra i gruppi ribelli che hanno preso il controllo nel nord del Paese. Depennate invece le antiche risaie sulle terrazze delle Filippine. Nella lunga lista dei 33, unico sito italiano a figurare sono i vigneti nelle zone delle Langhe, di Roero e di Monferrato in Piemonte.



Domenica 01 Luglio,2012 Ore: 17:36
 
 
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