- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (259) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Una testimonianza diretta su ciņ che sta accadendo in Egitto,di Marina Costa

Lettera
Una testimonianza diretta su ciņ che sta accadendo in Egitto

di Marina Costa

Date: Thu, 3 Feb 2011 15:22:17 +0100

Cari amici,
sono una biologa marina che lavora ad Hurghada in Egitto.
Da gennaio 2010 mi trovo nella patria dei faraoni per lavorare ad un progetto di 3 anni di monitoraggio e ricerca sui cetacei (balene e delfini) nel sud del Mar Rosso egiziano. Il progetto e' co-finanziato dalla Cooperazione Italiana e da un'organizzazione non goverantiva di nome HEPCA (Hurghada Environmental Protection and Conservation Association - www.hepca.com).
Il nostro lavoro si divide tra spedizioni in mare su grosse barche da Safari alla ricerca di delfini, tartarughe, uccelli marini e dugonghi e un noioso ma necessario lavoro in ufficio essenzialmente fatto di analisi dei dati e scrittura di documenti di varia natura (ulteriori informazioni sul blog del progetto Red Sea dolphin Project http://redseadolphinproject.wordpress.com).
Su richiesta del caro amico Stefano Bazzini, e grazie al fatto che dopo 5 giorni di buio, ieri abbiamo avuto di nuovo la connessione internet, vi scrivo per raccontarvi quello che vedo succedere qui in Egitto.
La situazione ad Hurghada è assolutamente tranquilla. Non ci sono né manifestazioni nè grosse proteste. La polizia è sparita sostituita dai militari che presiedono essenzialmente i palazzi del governo, del sindaco, la stazione di polizia e il quartiere delle banche. La popolazione è solidale con l'esercito e continua ad offrire ai giovani soldati sigarette, acqua e cibo.
La popolazione che manifesta (meno di un migliaio di persone) lo fa in modo allegro e tranquillo.
La città è ancora piena di turisti e, anche se dovrebbe esserci il coprifuoco, si va in giro ovunque senza nessun problema. Non abbiamo problemi di rifornimento di cibo, acqua, benzina, schede del telefono o quant'altro. L'aeroporto è aperto e i voli proseguono tranquillamente.
Il 5 Febbraio saremmo dovuti salpare per una spedizione di un mese nel Sud del Mar Rosso ma per probabili problemi di rifornimento di carburante nel Sud, la crociera è stata per il momento sospesa.

Questo è stato per noi l'unico inconveniente.
La situazione è diversa al Cairo come immagino ben sappiate dalle tv.
Abbiamo amici che sono in manifestazione da martedì 25; li sentiamo regolarmente per sapere come stanno.
Venerdì 28 era il nostro giorno libero (qui in Egitto il venerdì corrisponde alla nostra domenica).
Con il nostro collega Ahmed abbiamo allora deciso che sarebbe stato bello partecipare alla manifestazione indetta al Cairo.
Andare al Cairo da Hurghada e come andare da Milano a Torino. Stesso tempo di percorrenza, prezzo leggermente inferiore, nessuna dipendenza da Trenitalia!
Per la prima volta dopo anni abbiamo avuto un biglietto aereo scritto a mano e fatto direttamente all'aeroporto di Hurghada. Internet non funzionava più già dalla sera prima e così tutti i tour operator, le banche e i maggior servizi della città.
Appena siamo arrivati con il nostro collega del Cairo, Droubi, abbiamo preso un taxi e siamo andati in città. Il sistema di trasporto di bus-navetta tra il centro e l'aeroporto era stato sospeso in mattinata. Il nostro taxista era confidente invece di poterci portare vicino al centro.
La strada principale tra l'aeroporto e il centro città era piena di polizia perché la casa di Mubarak si trova proprio in quella zona (vedi foto 1).
Abbiamo aggirato il cordone senza problemi, assiema ad altre centinaia di macchine e ci siamo diretti verso il centro fin dove è stato possibile.
Ad un certo punto non è stato più possibile andare avanti. L'unica strada verso il ponte sul Nilo che avremmo dovuto prendere era colma di gente. Ahmed era emozionatissimo. Nella sua vita da studente universitario dissidente aveva partecipato a molte manifestazioni. La più grande delle quali era composta da 5000 persone in occasione della seconda guerra in Iraq.
Questa volta era diverso.
C'erano centinaia di migliaia di persone! E la nostra era solo una delle colonne che marciavano verso la piazza centrale della città, la famosa Tharir Square.
L'entusiasmo era enorme e la partecipazione incredibile: donne e bambini, intere famiglie, tutti i ceti sociali possibili, dagli studenti di liceo a quelli universitari, dai mendicanti agli impiegati, dai commercianti agli imprenditori. Tutti erano in strada!
La sensazione e' stata quella di vivere un momento storico.
Dalle case la gente buttava bottiglie d'acqua e cibo.
La folla applaudiva chiunque si unisse in manifestazione.
All'ora della preghiera la manifestazione si è paralizzata.
La strada si è trasformata in una moschea a cielo aperto.
Migliaia di persone si sono inginocchiate all'unisono e all'unisono si sono rialzate e poi inginocchiate di nuovo, fronte china a toccare l'alsfalto, la terra del loro amato paese.
Dall'ospedale copto di fronte a noi la gente applaudiva e partecipava emozionata. Nessuna barriera religiosa può contrastare un umano senso di ribellione contro l'abuso di potere.
Davvero emozionante.
Al termine della preghiera la manifestazione è ripresa. Chi ancora era in preghiera è stato protetto da passanti che spontaneamente hanno creato cordoni umani per proteggere dalla folla chi era in ginocchio a pregare.
Siamo andati avanti lungo la via fino a circa un km dal ponte sul Nilo.
Oltre non ci siamo spinti perché in lontananza si vedeva fumo e i lacrimogeni compiere parabole in cielo.
Un vento impietoso ci ha buttato in faccia il fumo dei lacrimogeni. Nessuno ha indietreggiato.
Nessuno era spaventato. La reazione della gente è stata di distribuire aceto a tutti per cospargere i tessuti da usare per coprirsi occhi e naso.
Donne e bambini andavano in giro offrendo a tutti qualche goccia.
L'odore dell'aria passava da quello acre e pungente dei lacrimogeni a quello più dolce dell'aceto di mele, per poi tornare a farsi acre.
La polizia ha sparato lacrimogeni ininterrottamante per 2 ore. Poi abbiamo visto che è indietreggiata. Poi abbiamo visto fumo nero. Sempre di più.
Sempre di più. Avremmo saputo in seguito che erano palazzi che bruciavano.
La polizia e le camionette non si vedevano ormai più. La gente che continuava a fluire ininterrotta era riuscita a respingerla dietro un curva in fondo alla strada. Il sole non si vedeva più, oscurato dal fumo nero degli incendi.
Motorette di familiare fattezza, passavano veloci tra i manifestanti.
All'inizio non capivamo cosa facessero in mezzo alla gente. Poi li abbiamo visti tornare indietro in tre su una sella. La persona in mezzo sembrava incosciente, forse per via del gas. Abbiamo capito: un improvvisato mezzo di autoambulanza. La capacità di improvvisazione sembra caratteristica comune dei popoli che vivono attorno al Mediterraneo. Del resto non c'era verso d far passare macchine in strada. Troppa gente. Un popolo intero.
Siamo stati lì per 5 ore fino a quando ha cominciato a fare buio. A quel punto tutti ci hanno consigliato di andar via. E poi avevamo un aereo prenotato per Hurghada. Abbiamo camminato per un'ora nella direzione opposta. Poi preso un mezzo di fortuna fino ad un'altra piazza più lontana.
E da qui un taxi, assieme a quattro studentesse di liceo. In 7 in un taxi compreso l'autista. Altra caratteristica mediterranea. Le studentesse sono ragazze alla moda, di buona famiglia, uscite senza il permesso dei genitori (concordi con la manifestazione ma terrrorizzati). Non c'era verso di
comunicare via telefono o radio neanche con le linee fisse. Ma le ragazze erano in manifestazione ugualmente. Non credo aspirino a diventare veline.
Anche questo è un buon augurio per il futuro di questa grande nazione.
Il taxi non ci ha potuto lasciare all'areoporto per via del coprifuoco, così ci siamo fatte gli ultimi chilometri a piedi.
Una volta in areoporto, altra sorpresa. Voli cancellati. Fino a quando?
Nessuno era in grado di dare una risposta.
Assieme a due ingenieri russi conosciuti sul posto, abbiamo allora deciso di prendere un taxi fino ad Hurghda (5-6 ore).
Nella notte abbiamo attraversato parte di una nazione che ha deciso di reagire. Dopo 30 anni di soprusi, di ricatti, di ingiustizie.
Siamo arrivati a casa ad Hurghada alle 5 di mattino, all'alba. Che giornata!
Adesso siamo qui con il cuore pieno di speranza incollati alle tv internazionali.
Abbiamo anche la Rai. Ma le uniche informazini complete che passano sull'Egitto riguardano la nipote di Mubarak e la cronaca nera italiana.
Siamo vicini e solidali ai nostri fratelli egiziani.
Un popolo che si sta dimostrando maturo e responsabile ma non per questo silenzioso.
In nome del fair play o della non violenza non si possono accettare situazioni indegne.
Mi ricordo le parole di Pertini: A Brigante, Brigante e mezzo!
Non si può accettare in silenzio la corruzione. Non si può accettare in silenzio il nepotismo.
Non si può accettare in silenzio quello che sta succedendo anche in Italia.
Al diavolo il fair play.
Andiamo in piazza anche noi finché il vecchio dalle chiappe flaccide non striscerà via.
Questa volta non ci sarà un Hammamet ad accoglierlo e proteggerlo.
Un abbraccio enorme!
Marina Costa



Sabato 05 Febbraio,2011 Ore: 09:22
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Per la pace in medio oriente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info