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Voci dalla Palestina occupata
BoccheScucite

Quindicinale di controinformazione - n.125 – 1 maggio 2011


 Chi cerca e chi vuole la pace

Cosa? I palestinesi si permettono di avviare finalmente la riconciliazione palestinese ? Forse si sono dimenticati che la Palestina è occupata e tutto, proprio tutto, deve dipendere  da Israele. Per ricordarglielo, il Ministro delle Finanze israeliano ha deciso di punire pesantemente il proposito di Abu Mazen e Hamas di iniziare  un dialogo intra-palestinese. Ha sospeso il versamento alle casse dell'Autorità Palestinese, delle entrate derivanti da tasse e dazi doganali (un obbligo legato ad Oslo). La ritorsione è stata calcolata in circa 88,7 milioni di dollari (60 milioni di euro), il 70% delle entrate nelle casse dell’Anp.  Insomma, se i palestinesi cercano la pace, Israele non perde occasione per dimostrare che la pace proprio non la vuole.

in allegato BoccheScucite n.125 – 1 maggio 2011
Leggi le news quotidiane www.bocchescucite.org pubblicizza eventi sulla Palestina: bocchescucite.eventi@gmail.com
 
"Israele, un Paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini. (...) Israele, un Paese che si confronta
col tema mondiale del governo del ciclo dell'acqua e con quello dell’elettricità, con pratiche di avanguardia"
 Nichi Vendola
 
Caro Vendola, questa retorica ignora che quel deserto era la Palestina, il paese più colto e sviluppato del Medio Oriente con fiorenti città e scambi culturali e commerciali, prima naturalmente della colonizzazione e della Nakba che ha prodotto 5 milioni di profughi, la metà di villaggi distrutti (Chissà se conosci la storia di Der Yasin o degli altri villaggi?) E poi la distruzione di interi quartieri storici e architettonicamente importanti, la cancellazione di ogni traccia di cultura palestinese, compreso il furto di centinaia di migliaia di libri e documenti. L'elenco è molto lungo e ti invito a documentarti, ma voglio darti un solo esempio di come Israele... costruisce i suoi giardini: A Silwan, quartiere di Gerusalemme con 40 mila abitanti palestinesi, il sindaco ha deciso di procedere alla demolizione di 22 delle 88 case palestinesi a rischio di demolizione. (...)
Quanto all’acqua...chissà se qualcuno ti ha mai detto che il primo modo con cui Israele “si confronta” con il problema dell'acqua è quello di... rubarla totalmente ai palestinesi. Le colonie  usufruiscono dell'80% dell'acqua disponibile mentre città e villaggi restano a secco anche per mesi comprese città come Betlemme. I palestinesi espropriati delle loro risorse idriche, anche grazie alla costruzione del muro di separazione che ha inglobato le fonti idriche rimaste, sono costretti a comprare a caro prezzo la loro acqua dalla società israeliana Mekorot. (...) Per quanto riguarda l'energia, che spesso i palestinesi vedono solo passare sulle loro teste tra una colonia e l’altra, essendo privati tanto dell'acqua quanto dell'elettricità, 
Come ebrea sono indignata dalle tue dichiarazioni: esse offendono me e insieme tutte quelle persone che in Israele e nel mondo cercano di spiegare che gli ebrei non sono tutti sionisti e si battono
per la giustizia e la libertà di tutti oltre che per mantenere la propria dignità.
 
Miryam Marino, ebrea di Rete Ebrei contro l’occupazione

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Marted́ 03 Maggio,2011 Ore: 13:49
 
 
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