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www.ildialogo.org SANREMO E LA GUERRA,di Maria Teresa D’Antea

Lettera
SANREMO E LA GUERRA

di Maria Teresa D’Antea

Non ho mai seguito il festival di Sanremo per tutti i giorni programmati. Di solito guardavo solo la prima puntata e l’ultima: la prima per conoscere il livello di qualità della manifestazione e l’ultima per avere un flash sulla società italiana attraverso le canzoni vincitrici. Cantanti e canzoni non mi hanno mai attratto, non sono mai stata fan di nessuno, nemmeno da giovanissima, con due sole eccezioni: Gianna Nannini e Enzo Jannacci. Per le mie orecchie era vera musica solo quella classica, a cui mi iniziò una suora pianista, portandomi a un concerto di Gervasio Marcosignori, un grande della fisarmonica. Nonostante questa mia scarsa attenzione per la musica cosiddetta leggera, ho fatto conoscere, come insegnante, testi e musiche di tutti i cantautori contemporanei ai miei studenti per superare insieme a loro quel gap apparentemente insuperabile che oggi separa giovani e adulti dalla poesia, resasi incomprensibile e lontana.
Quest’anno invece ho seguito tutto il festival di Sanremo. Sono stata attratta dai toni pacati, quasi dimessi del conduttore e dall’atmosfera di elegante sobrietà che lo caratterizzava, così in contrasto con gli anni precedenti, quando per le scenografie hollywoodiane e la dissennata ospitalità di personaggi d’oltreoceano veniva spensieratamente spesa gran quantità di pubblico denaro. Come quando si fece venire un emaciato vecchione ultranovantenne, presidente di non so quale club delle conigliette, sorretto da due splendide ragazze, con il compito di dimostrare che il vegliardo, da buon cacciatore quale fu, era ancora in grado di sparare su tutta la conigliera.
Un festival diverso, certamente, quello di quest’anno, ma non mi aspettavo che vincesse una canzone così poco sanremese. Una canzone contro la guerra. A dir la verità, il testo in sé e per sé fin dall’inizio non mi ha molto entusiasmato: troppa insistenza sugli attacchi terroristici all’Europa e nessuna parola sul terrorismo europeo nei paesi orientali e ultraorientali. Forse perché nessun giornalista informa che le cosiddette missioni di pace europee sono in realtà azioni terroristiche legalizzate da governi in tresca tartufesca fra di loro. E nessuno inoltre dice che la quantità di tritolo cucita intorno alla vita di sbandati, psicologicamente sedotti, è quantità irrisoria rispetto alle tonnellate di tritolo scaricate su popolazioni inermi dalle nostre bombe “intelligenti”. Se questa sindrome collettiva di voler risolvere tutto con le armi non si arresta, l’umanità rischia di annientarsi e di annientare tutto quello che ha costruito nella sua storia. Ha avuto ragione papa Francesco a dire “Siamo al limite” per metterci in guardia contro il pericolo di non essere prudenti abbastanza. Basta un nulla e gli arsenali, dove sono confluiti miliardi di soldi pubblici con cui avremmo potuto tutti vivere meglio, scoppieranno. E allora? Che vantaggio ne avremo quando l’aria non si potrà più respirare perché ci copre di ustioni? E’ sano di mente colui che ancora accumula armi così distruttive? E che dire delle democrazie: davvero non riescono ad organizzarsi per imporre la fine della corsa agli armamenti? Se le cose stanno così, per forza devono crescere di numero tutti quelli che dicono “Basta, non vogliamo più armi, non ci bruciate l’aria!” E devono crescere talmente di numero fino ad essere una moltitudine, un popolo, l’umanità tutta.
Emal Meta e Fabrizio Moro sono giovani e imprimono alla canzone “Non mi avete fatto niente” un ritmo vitalistico che piace, perché incoraggia la speranza e una certa giovanile strafottenza di fronte al male che comunque viene subito. In fondo è una esortazione al coraggio estremo. E’ una canzone che oggi cantano tutti, a cominciare dai bambini. Ciò rivela una nuova sensibilità contro la guerra, perché avanzi un mondo di pace, ma di una pace “made in Cielo”, come diceva don Tonino Bello, ossia ispirata dallo Spirito. E questo grazie anche a Sanremo.
Maria Teresa D’Antea



Venerdì 23 Febbraio,2018 Ore: 21:00
 
 
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