Un simbolo efficace dell’eternità? Via Tiburtina a Roma. Via Tiburtina Valeria, questo il suo nome, era una delle vie consolari romane che congiungeva Roma a Tibur, che oggi si chiama Tivoli. Valeria dal nome del console romano che ne dispose la pavimentazione a pietra. Ma non potrebbe essere il simbolo dell’eternità per gli anni che ha, ché anche altre strade sono antiche. Simbolo dell’eternità perché è un eterno cantiere. I lavori in quella strada non finiscono mai. Questa mattina sono stato costretto a percorrerne un bel tratto per fare il tagliando della macchina presso il rivenditore. Ce ne sono diversi di rivenditori di automobili, ci sono fabbriche, aziende, magazzini, e moltissime persone sono costrette, per motivi di lavoro o per altre esigenze, a percorrere in macchina o in autobus la strada dell’eterno cantiere. Ed è sempre uno strazio, giacché la carreggiata si restringe continuamente ora di qua ora di là. Tornando, mi sono impegnato, tanto il tempo lo avevo, a cercare con lo sguardo gli operai. Nulla. Chilometri di cantieri recintati con reti o muretti di cemento, mucchi di terra, di pietre, e niente operai. Neppure uno, neppure l’ombra di un operaio. Cantieri simboleggianti l’eternità non solo per il tempo infinito, ma anche per l’immobilità. E sono, questi cantieri eterni, anche il simbolo di questa bellissima città. Ma dico, considerato che è la Capitale, la città eterna, e che ne va di mezzo anche l’immagine del Paese, non sarebbe giusto intervenisse lo Stato per renderla vivibile?

Carmelo Dini