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www.ildialogo.org Breve commento alle parole di Papa Francesco: “Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!”.,di Renato Pierri

Breve commento alle parole di Papa Francesco: “Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!”.

di Renato Pierri

Sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, riguardo alle parole del Papa pronunciate al Cairo, poiché erano state mal interpretate da qualche lettore, ho dato la seguente semplice spiegazione: «Papa Francesco quando parla di un falso credente, non vuole alludere ad una persona che finge di credere, ma ad un credente che si comporta male, che prega Dio ma non trasforma la preghiera in amore rivolto al fratello. Papa Francesco vuole dire, per esempio, che recarsi magari tutti i giorni in chiesa a pregare, non serve se poi non si ha amore verso il prossimo. In tal senso parla di falso credente. Trascrivo le sue parole: «Non serve pregare se la nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al fratello: non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e da tanta carità... È meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!». Ovviamente, quando dice “è meglio non credere”, fa semplicemente il confronto tra un credente che non ha amore per il prossimo e un non credente che non ha amore per il prossimo. E’ meglio il secondo, giacché non inganna Dio, non è ipocrita».
La spiegazione è piaciuta, è stata approvata da alcuni lettori, però, a ben riflettere, a me non piace tanto. C’è una forzatura. Non è vero, come ho scritto, che il Papa fa il confronto tra un credente che non ha amore per il prossimo e un non credente che non ha amore per il prossimo. Il Papa parla genericamente del fatto di non credere, come se questo fosse un male in sé agli occhi di Dio, un demerito. Fa il confronto tra due mali ed afferma che il secondo è peggiore del primo. Ma per Dio la distinzione non è tra credenti e non credenti, ma tra giusti e ingiusti, tra chi segue il bene e chi pur conoscendo il bene segue il male. Perlomeno secondo il vangelo (Mt 25, 31 – 46).
Renato Pierri



Mercoledì 03 Maggio,2017 Ore: 11:39
 
 
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