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www.ildialogo.org Relazione del viaggio Belgio – Basilea,di Angelo Levati

Lettera
Relazione del viaggio Belgio – Basilea

21 – 23 aprile 2017


di Angelo Levati

Le ACLI di Cernusco sul Naviglio (Milano) nell’ambito del programma celebrativo dei 70 anni del circolo, hanno intrapreso un viaggio in Belgio per conoscere le esperienze di vita di quei lavoratori, la maggioranza dei quali minatori si riconoscono nella nostra associazione. Le ACLI, grazie al prezioso lavoro di accompagnamento della nostra emigrazione, sono riuscite a sedimentarsi nel tessuto sociale di quei paesi e a conservare una solida organizzazione in ben diciotto Stati. Il nostro circolo, facendo proprio l’insegnamento di Papa Francesco, è riuscito nell’ambizioso progetto di “allargare il proprio orizzonte” relazionandosi a realtà diverse come quelle dell’emigrazione italiana. Queste relazioni ci hanno guidato nella conoscenza di nuove esperienze e nell’apprendimento di strumenti di lavoro utili per dare nuova linfa al circolo e utilizzarla per progettare nuove iniziative, nel rispetto delle tre fedeltà, “al lavoro, alla democrazia, alla chiesa” al servizio della comunità civile ed ecclesiale. Abbiamo inoltre percepito la consapevolezza che queste “esperienze arricchenti” possono rivelarsi tappe importanti nel lungo percorso di formazione di un nucleo dirigente competente e strumenti fondamentali della trasmissione di quel “bene comune” che è la memoria storica.
Gli incontri
Con i dirigenti delle ACLI del Limburgo ci siamo incontrati diverse volte, l’ultima che abbiamo incontro i circoli di Genk è stato lo scorso 26 e il 27 novembre in occasione dei festeggiamenti del 70° del nostro circolo di Cernusco sul Naviglio e questo viaggio vuole essere un ringraziamento per la loro disponibilità ad incontrarci.
La calorosa accoglienza riservataci dai circoli ACLI di Winterslag, Waterschei, Kolderbos, Koersel e Massmechelen, che ci hanno ospitati a cena presso il circolo di Genk-Winterslag, ha dissolto la fatica di quattordici ore di pullman e di circa mille kilometri di autostrada. La commozione dei nostri ospiti, che per la prima volta ricevevano la visita di un circolo italiano, era palpabile e ben presto ha contagiato anche noi cernuschesi. La rilevanza della nostra visita è stata tale da coinvolgere persino il Sindaco di Genk Wim Dries, il quale nel suo intervento ha apprezzato la comunità italiana, lodandone la forza e l’impegno espressi per la conservazione dei luoghi della memoria del sacrificio dei minatori e ringraziandoli per aver creduto più di tutti nell’importante opera di riconversione degli edifici.
Il ricco menù, rigorosamente meridionale, accompagnato da libagioni mediterranee e nordiche ha fatto da volano alle bellissime conversazioni e alla serata canora che ne è seguita.
Sabato 22 aprile – mattina
Al mattino seguente, per colpa della pioggia, abbiamo potuto ammirare le“cattedrali” della miniera di Winterslag solo dal pullman. Mentre una piccola delegazione Cernuschese, assieme ai dirigenti delle ACLI locali, si è recata presso la sede della radio locale italiana per un intervista, il resto della comitiva ha visitato il museo della miniera di Waterschei.
La guida, un volontario minatore in pensione, ci ha ricordato come solo grazie alla caparbietà degli italiani queste miniere - l’ultima è stata chiusa nel 1987 - siano diventate dei luoghi di testimonianza utili a conoscere l’inferno vissuto dai nostri connazionali. Nelle sue parole però non c’è rancore, ma la constatazione che senza il famoso accordo del 1946 “Per un sacco di carbone”, che spalancava le porte all’emigrazione italiana in Belgio, ci sarebbe stata la fame. Dal suo racconto emerge come ci ricordiamo delle tragedie immani, come quella di Marcinelle, purtroppo ci si dimentica delle numerose morti ordinarie, quelle che non fanno clamore perché riconducibili all’attività giornaliera del lavoro.
Sabato 22 aprile – pomeriggio e sera
Genk si trova in una regione boscosa e molto verde chiamata Limburgo, che è divisa tra Belgio e Olanda. E’ una cittadina molto estesa le cui casette sono cresciute nelle vicinanze delle miniere storiche e lontane dal piccolo centro della città. Con il suo 53% di stranieri, di cui un terzo italiani, su una popolazione di circa 65.000 abitanti è un bell’esempio di integrazione e convivenza. La presenza storica delle ACLI e dei preti italiani è stata fondamentale per alleviare sofferenze e favorire una integrazione molto complicata.
Il mezzogiorno è coinciso con la visita libera al centro della città dove si è potuto constatare la logica di queste amministrazioni comunali che si sforzano di rendere la città veramente a servizio dell’uomo.
Nel pomeriggio ci siamo recati a Maastricht, città medievale, diventata celebre dagli Accordi Finanziari Europei firmati una ventina di anni or sono in questa città olandese, sul fiume Mosa, una città veramente bella, con monumenti caratteristici e chiese manumentali, alcune delle quali trasformate in teatri o in luoghi di incontri vari. Siamo stati avvisati che, in Olanda, ci sono locali discreti dove vengono distribuite, per le necessità personali, alcune bustine che, in altre parti d’Europa, non sono permesse.
Un momento di riflessione è stata la liturgia pre-festiva presso un centro gestito da ex minatori dove, uno di loro, all’inizio, ci ha dato il benvenuto. Commentando poi le letture della liturgia, don Claudio Pellegrini, proveniente da Palù di Giovo, da anni presente in questa colonia operaia, nell’omelia, facendo riferimento alle letture del giorno, ci ha parlato della “carità” che, se non è unita alla “giustizia” serve a poco. Lui sapeva di parlare ad un circolo ACLI e queste parole sono un mattone messo lì per ricordare a noi il nostro dovere autentico di operatori del sociale.
La serata si è conclusa presso la sede di un Circolo interculturale AMCLI (associazione interculturale cristiana lavoratori internazionali), presieduto da un amabile personaggio che, fino a poco tempo prima, aveva incarichi istituzionali, oggi si è buttato in questo nuovo tipo di volontariato che aderisce all’emisfero ACLI. Non ci sono parole né ringraziamenti sufficienti per descrivere il clima gioviale e accogliente di quella serata, allietata da una gustosa cena fiamminga e protrattasi a lungo tra danze e canti.
Al ritorno in albergo, uno sparuto gruppo di audaci sfidando la fatica, attratti dalla magica luce blu delle monumentali torri della miniera di Winterslag, si è avventurato per due chilometri fino agli edifici della vecchia miniera. Rispetto a quella di Waterschei, dove il progetto di riqualificazione è ancora in corso, qui abbiamo potuto ammirare i “buoni progetti”. L’esterno conserva l’architettura industriale, richiamando l’idea della miniera; l’interno, composto da tre piani, accanto ad alcuni macchinari, ospita un teatro, un cinema, una Scuola di Belle Arti e vi trovano collocazione eventi vari tra i quali nel 2012 la nona Biennale d’Arte Europea “Manifesta 9”. Tra i diversi edifici riconvertiti, collegati tra loro da vivaci piazzette, un centro sociale, una biblioteca e numerosi servizi per la comunità.
Il viaggio di ritorno
La lunga giornata del ritorno ha avuto come pausa la tappa nel Duomo di Basilea al quale siamo arrivati preparati dalla visione sul pullman del filmato della RAI trasmesso il 13 giugno 1989. Il dvd commenta quell’avvenimento poco conosciuto, da quasi tutti dimenticato, che è stata l’Assemblea Ecumenica tenuta a Basilea dal 15 al 21 maggio 1989. L’assemblea ha assunto una enorme importanza perché tenutasi a mille anni dalla scomunica reciproca tra la Chiesa di Roma e la quella di Costantinopoli (ora Istambul) e, cinquecento anni dopo la rottura tra Martin Lutero e la Chiesa di Roma che, sostanzialmente, ha diviso l’Europa in Nord e Sud. Ad accoglierci nella città dei tre confini c’erano i due circoli ACLI della città e un gruppo di acliste provenienti dalla Germania (Friburgo e dintorni). Con loro abbiamo ricordato insieme quell’avvenimento storico presieduto dal Metropolita russo Alexjei e dal cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, leggendo alcuni brani dal Documento Finale di quell’incontro. Sei mesi dopo questa Assemblea di cristiani europei cadde il muro di Berlino.
Al momento di preghiera è seguita una fugace visita al Duomo di Basilea, attraverso la spiegazione di un vivace e arzillo personaggio, abbiamo appreso alcuni cenni storici di questo Duomo, nato cattolico attorno all’anno 1000 e divenuto protestante in seguito all’adesione alla Riforma del città di Basilea nel 1529.
Attualmente nel Duomo di Basilea è sepolto Erasmo da Rotterdam, contemporaneo di Martin Lutero, di cui quest’anno si ricordano i 500 anni della Riforma.
I partecipanti
Hanno partecipato all’iniziativa alcuni “viaggiatori storici” delle ACLI (in Albania, in Germania, in Repubblica Ceca), altri invece erano alla prima esperienza. I nuovi sono rimasti colpiti dalla ricchezza degli incontri, grazie ai quali hanno potuto conoscere uno spaccato delle ACLI che servirà moltissimo in questi anni a causa dell’immigrazione strutturale che l’Italia avrà almeno nel prossimi venti-trent’anni. Hanno partecipato anche alcuni soci di altri circoli desiderosi di condividere questa fruttuosa esperienza insieme a un buon numero degli undici consiglieri del circolo di Cernusco sul Naviglio. Sarebbe interessante sentire il loro parere per stendere una relazione definitiva di tutto l’impianto organizzativvo, culturale, politico e di proposte concrete.
Le novità
Diverse possono essere considerate le novità recepite:
  • La prima - ed è stata una sorpresa - apprendere le nuove regole che vengono imposte ai turisti che si approcciano all’Europa: una serie di limitazioni che vanno dalla novità di essere fermati, come un tempo in cui non si parlava di Europa, alle frontiere per controlli; l’obbligo della dichiarazione di un programma definito con la specifica delle soste nelle singole città, il che comporta un supplemento di onere economico e organizzativo: come sempre la Germania fa da modello, “Unione Europea sì, ma con regole precise che tutelano la comunità locale e il suo lavoro”.
Proposte operative
  • Le proposte operative e impegnative per un circolo ACLI come il nostro, è la proposta da fare alle nostre Amministrazioni locali in tema di accoglienza mettendo a disposizione strutture, favorendo la costituzione di associazioni di immigrati, perché le singole comunità straniere si possano organizzare per conservare la propria identità nazionale ma anche per un discreto controllo sociale, proprio come è stato il ruolo che hanno svolto le ACLI organizzando associazioni italiane in ben diciotto paesi del mondo: le Amministrazioni comunali là sono convinte che l’accoglienza non sia un peso ulteriore da sopportare ma un tema strutturale che durerà per decenni.
  • Un altro spaccato che abbiamo notato: là le miniere sono state chiuse dalla fine degli anni ottanta agli inizi degli anni novanta del secolo scorso. Là abbiamo visto una ristrutturazione intelligente a servizio della cittadinanza. L’Italia, da questo punto di vista è lontana anni-luce. Da qui ne consegue che per il futuro, sarà necessario, attraverso incontri mirati, acquisire dati e idee che da noi in Italia stentano ad essere realizzati. In Belgio, nella realizzazione delle varie risrutturazioni si sono fatte battaglie importanti per conservare la memoria storica.
  • Si sono volute conservare le tradizioni dei minatori per ricordare il lavoro pesante dei padri per ricordare ai figli le fatiche, le lotte, le acquisizioni di allora perché, in un ambiente totalmente mutato, possa essere conservato lo spirito iniziale dell’unità dei lavoratori. Questa solidarietà tra lavoratori ha facilitato la realizzazione del viaggio di questi giorni, grazie anche ad un notevole contributo dei nostri amici delle ACLI Europee che risiedono in Belgio.
Le ACLI in Belgio
La storia delle ACLI in Belgio nasce in seguito all’accordo tra il Governo De Gasperi e quello belga del 23 giugno 1946 nel quale si stabilisce di organizzare l’emigrazione italiana (dove c’era manodopera in abbondanza da trasferire in Belgio dove i locali non erano più disponibili per il lavoro in miniera). Ogni settimana partivano dalla Stazione Centrale di Milano treni speciali con i nostri connazionali; a Chiasso i treni venivano piombati per evitare fughe in Svizzera e, arrivati in Belgio, i lavoratori venivano accolti nei campi di concentramento usati, a suo tempo, per accogliere i prigionieri durante la guerra.
Lodevole in quel periodo fu il lavoro e lo sforzo delle Missioni Cattoliche Italiane (MCI) che hanno, dapprima organizzato l’assistenza ai minatori e poi si sono spesi per favorire la nascita e l’organizzazione delle ACLI fino ad arrivare alla presenza di oltre quaranta entità che, a loro volta, entravano in collaborazione con i sindacati locali apprendendone l’organizzazione con l’apertura di circoli, di scuole professionali e servizi per le varie necessità. Hanno imparato molto nella organizzazione di progetti con l’acquisizione di relativi finanziamenti favoriti da una legislazione sociale nazionale efficiente e dalla vicinanza degli uffici dell’Unione Europea.
Le ACLI in Svizzera
Altra storia, altre organizzazioni hanno favorito la costituzione delle ACLI della Svizzera. Essendo vicini all’Italia e favoriti dalla lingua hanno potuto ambientarsi meglio che altrove. Anche qui è stato determinante il ruolo delle MCI. Attualmente in Svizzera ci sono una quarantina di circoli ACLI che fanno formazione e servizi in una società organizzata in modo diverso: teniamo presente che la Svizzera non fa parte della Unione Europea con pregi e difetti che si notano, come quello della mancanza di un Servizio Sanitario Nazionale, per accedere alla sanità svizzera occorre essere assicurati.
Inviti – doni - ringraziamenti
La Filodrammatica italiana diretta da don Claudio Pellegrini di Genk accoglierebbe volentieri un invito a Cernusco per il prossimo anno.
Nel 2019 ricorre il Giubileo del Duomo di Basilea, già da ora ci sono prenotazioni. Se fossimo interessati all’incontro, dovremmo fissare già sin d’ora una data per partecipare al Giubileo.
Nel salutarci i nostri amici delle Fiandre non potevano che omaggiarci di un libro che descrive la loro storia, segno che ci tengono moltissimo a conservare la memora storica dei loro primi anni di lavoro in miniera e, tra i doni, non poteva mancare un assaggio delle celebri birre belghe.
Infine un ringraziamento particolare alla Banca di Credito Cooperativo (BCC) di Cernusco sul Naviglio per l’elegante cartellina fornitaci per raccogliere la documentazione del viaggio.
Angelo Levati



Domenica 30 Aprile,2017 Ore: 16:57
 
 
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