Spettabile redazione, sono alquanto disgustato dell’invasività del festival della canzone di Sanremo su tutti i media. Non lo sono da ora, Vi mando in allegato quanto avevo scritto due anni fa sull’argomento. Fatene l’uso che meglio credete.

Cordialmente,

Enrico Sciarini

Segrate MI

15 febbraio 2015

Mentre ieri sera circa dieci milioni di italiani guardavano il festival di Sanremo, rai Storia mandava in onda “Londra”. La trasmissione l’avranno seguita poche migliaia di telespettatori, chissà. Anch’io non lo seguita tutta, ma abbastanza per capire che si stava trattando della capitale finanziaria europea e del suo potere di condizionare la vita di miliardi di esseri umani che popolano la terra. Con un clic si gioca con i miliardi, magari virtuali, ma che segnano il destino di imperi finanziari. Si evadono tasse dovute, spostando soldi dove le tasse non si pagano, impoverendo nazioni che di quei soldi avrebbero grande bisogno. Che cosa sarebbe potuto accadere se si fosse invertito il numero di telespettatori da Sanremo a rai Storia? E se in futuro ciò accadesse? E’ più importante sapere qual è la canzone più bella da ascoltare per qualche anno e il nome del o dei cantanti che la interpretano, oppure il nome di quelle persone che finanziano le guerre in atto e le fabbriche di armi? Le canzoni suscitano emozioni; le losche operazioni finanziarie suscitano sdegno. Le prime vendono messe a disposizione di tutti, le seconde vengono tenute nascoste. E poi chi rinuncerebbe l’ascolto di una bella canzone per dimostrare il proprio sdegno nei confronti di sconosciuti? Il comico di turno che aggiorna l’elenco dei vizi capitali e vi mette la corruzione, l’evasione e la speculazione: suscita la risata,seguita dall’applauso, ma poi tutto finisce lì.

Enrico Sciarini