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www.ildialogo.org Stefano Cucchi non aveva giacca e cravatta..,di Carmelo Dini

Stefano Cucchi non aveva giacca e cravatta..

di Carmelo Dini

“La notizia: “La procura di Roma ha chiuso l'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, e ha contestato l'accusa di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che lo fermarono. I tre sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane”. Ci sono voluti otto anni per capirlo. Al sottoscritto, che non è un giudice, ma un docente di religione cattolica in pensione, bastò vedere come l’avevano ridotto. Nel dicembre del 2009, a proposito della proposta della Lega di inserire la croce nella bandiera italiana, scrivevo su un noto quotidiano che non esce più: “Una crocifissione permanente - Caro direttore, a mio parere sarebbe giusto mettere il crocifisso sulla bandiera italiana. Io non ce ne metterei uno solo, ma tanti, tantissimi. Anzi, li metterei, i crocifissi, su tutte le bandiere della terra. Sì, perché la crocifissione del Cristo è permanente, nel mondo, ed anche nel nostro Paese. Sulla nostra bandiera potremmo cominciare a mettere, tanto per fare un esempio, l'immagine di Stefano Cucchi, crocifisso da energumeni senza scrupoli. E poi i crocifissi sul lavoro, e i crocifissi nel mare... La bandiera più grande non basterebbe per contenerli tutti” (Liberazione 6 dicembre 2009). E in un’altra lettera: “Se Stefano Cucchi fosse stato un giovane elegante in giacca e cravatta, magari a bordo di una macchina lussuosa, le "mele marce" delle forze dell’ordine lo avrebbero trattato con rispetto. Di norma le "mele marce" danno addosso ai poveri cristi”.

Carmelo Dini




Sabato 21 Gennaio,2017 Ore: 15:40
 
 
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