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www.ildialogo.org Gli italiani e i voucher,di Renata Rusca Zargar

Lettera
Gli italiani e i voucher

di Renata Rusca Zargar

Savona. Sento parlare continuamente dei voucher, del referendum per abolirli ecc. Per questo, mi piacerebbe esprimere le mie considerazioni personali.
Preciso che non ho mai studiato economia, quindi, non sono in grado di comprendere il loro utilizzo generale e certamente non so prospettare soluzioni migliori.
Vorrei fare, quindi, solo esempi tratti dalla mia esperienza.
Mia figlia, un mese prima di laurearsi in Giurisprudenza (visto che non aveva più esami e la tesi era pronta) ha iniziato a lavorare in un’azienda farmaceutica per sistemare l’archivio ed è stata pagata con i voucher per il tempo effettivamente impiegato. Verso la primavera successiva, dato che aveva finito i 6 mesi di tirocinio presso la Cariparma a Parma (dove era pagata da tirocinante), aveva trovato lavoro da Mac Donald a Bologna come aiuto al banco ed è stata pagata anche là con i voucher fino all’ultimo centesimo. (Poi, per fortuna -e capacità-, è stata assunta per tre mesi alla Banca Nazionale del Lavoro di Bologna, riconfermata per altri tre mesi, poi sei mesi, altri sei mesi e, infine, dal 2 gennaio 2017, assunta a tempo indeterminato, ma questo non ha niente a che vedere con i voucher anche se i lavori temporanei l’hanno aiutata a farsi un curriculum di persona che si dà da fare, molto importante, oggi, nel privato).
Dei voucher mia figlia ha avuto un’esperienza positiva, trattandosi di lavori temporanei.
Quando mia mamma era molto malata, nell’ultimo periodo, sia in ospedale che nella struttura dove si trovava, l’assistevo io personalmente. Dopo l’ischemia cerebrale, però, avevo avuto bisogno di aiuto sia per la notte che per almeno uno dei pasti, dato che ci volevano circa due ore per riuscire a farle mangiare qualcosa, facendola anche ridere, distraendola, proprio come si fa con i bambini.
Per l’assistenza notturna, avevo chiesto in reparto in ospedale a chi mi potessi rivolgere ma, quando avevo detto che avevo bisogno della ricevuta del compenso da presentare in tribunale dato che ero l’amministratore di sostegno, mi avevano guardato come se fossi un Ufo. Sì, perché la stragrande maggioranza dei lavori temporanei prestati in ospedale sono in nero (qualcuno se n’è mai accorto?) oppure ci sono delle Cooperative (anche lì varrebbe la pena di vedere che cosa significhi esattamente “cooperativa”) che non pagano l’IVA e quindi fanno la fattura –sempre che siano disponibili- e costano meno.
In quel tempo, invece, ho scoperto che potevo scegliere la persona da me preferita e pagarla io personalmente con i voucher. In questo modo, sono stata molto aiutata da una signora gentilissima che trattava mia madre come se fosse stata sua madre, che le parlava, la faceva ridere e divertire, nonostante mia madre fosse ormai del tutto immobile. Io compravo più voucher rispetto alle ore che la signora faceva effettivamente per far quadrare i conti perché non potevo pagarla certamente solo 7,5 euro all’ora: compravo tanti voucher fino a raggiungere l’importo pattuito. Dovevo attivarlo su internet e segnalare il giorno in cui avveniva la prestazione di lavoro.
Ho sempre pensato, in quel periodo, che il voucher fosse una conquista meravigliosa perché io potevo assumere chi volevo, pagarlo legalmente, anche per lavori temporanei o di minima entità.
Naturalmente, ho sentito che ci sono dei truffatori che fanno figurare poche ore di lavoro, retribuite con i voucher, a fronte di molte più ore effettivamente prestate.
Io, invece, di eliminare i voucher, chiuderei le imprese trovate a frodare il fisco.
Ovviamente, bisogna controllare! Ma se ci fossero controlli e punizioni serie, non come in Italia che non succede mai niente, forse tanti, prima di farsi chiudere l’attività, ci penserebbero su.
Invece, ho sentito un servizio televisivo che ironizzava sul fatto che i Babbo Natale fossero pagati con i voucher! (Forse, i Babbo Natale dovrebbero avere un contratto a tempo indeterminato e, magari, aspettare in Lapponia il Natale successivo? O era meglio, come si fa di solito in Italia, retribuire tutto in nero?)
Probabilmente, ci sono anche degli altri sistemi per assumere persino per prestazioni di poche ore. Diversi anni fa, infatti, ho dovuto mettere in regola (penso che tutti sappiano che le “donne a ore” sono di solito in nero) –essendo amministratore di sostegno- una signora che sarebbe andata una o due volte la settimana a fare le pulizie in casa di mia madre (prima che cadesse e si rompesse il primo femore). Non c’era molto da fare perché mia madre stava solo in una piccola porzione della casa dove abitava quando c’era ancora mio padre e, per evitare che lasciasse il gas acceso o che regalasse la spesa rimanendo senza mangiare, avevo fatto un contratto con un ristorante e mia madre andava a mangiare là.
Dopo aver fatto tutte le pratiche, mia madre decise, però, che non voleva quella persona, una signora gentilissima, e non la faceva entrare in casa, come pure aveva allontanato diverse altre collaboratrici che avevamo tentato di introdurre al suo servizio. Così, avevo dovuto recidere il contratto e perdere tanto tempo (oltre al mio dispiacere e preoccupazione)! Se allora avessi conosciuto i voucher, avrei potuto presentarle molte più persone, cambiarle con facilità ogni volta che mia madre non le volesse più. Mi dispiace parlare così di signore bisognose di lavorare e trattarle come se fossero noccioline, però, chi ha avuto a che fare con anziani, forse, mi può capire.
Magari, leggendo, qualcuno può pensare che, in alternativa, avrei potuto accogliere mia madre in casa mia. Mia madre era molto determinata e voleva stare a casa sua. Una volta, che si trovava da me per qualche giorno di convalescenza dopo un lieve intervento chirurgico, è scappata in ciabatte e camicia da notte. Adesso, a ripensarci, mi viene da ridere perché, magari, tra qualche anno mi comporterò nello stesso modo. Allora mi sono offesa parecchio. In casa mia, a quel tempo, c’erano anche le mie figlie che le volevano bene, le facevano compagnia…
Concludendo, i voucher possono essere molto utili.
Peccato che gli italiani, evasori per natura, sappiano rendere criminoso e illegale tutto quanto.
Fatta la legge, trovato l’inganno… diceva un proverbio!
Magari, con punizioni più severe potrebbero comportarsi meglio, chi lo sa?
Renata Rusca Zargar



Lunedì 16 Gennaio,2017 Ore: 20:02
 
 
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