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www.ildialogo.org "Io difendo Dio". Un articolo su Avvenire che lascia il tempo che trova,di Renato Pierri

Lettera
"Io difendo Dio". Un articolo su Avvenire che lascia il tempo che trova

di Renato Pierri

“Io difendo Dio (parlare non basta)”, è il titolo di un articolo di Ernesto Olivero, apparso su Avvenire del 30 agosto. Ne trascrivo alcune righe: “Un giorno dialogavo con il mio amico filosofo, non credente, Norberto Bobbio. Lui mi dice: «Ma Dio dov’è? Se permette guerre, terremoti, fame, dov’è?». Di fronte a una domanda così mi ritrovai a difendere Dio. «Posso fare una riflessione?». «Certamente». «La guerra: la colpa è di Dio o dell’uomo? La fame: la colpa è di Dio o dell’uomo? Gli incidenti stradali: la colpa è di Dio o dell’uomo? Così per un terremoto: la colpa è di Dio o dell’uomo? Se l’uomo facesse tutta la sua parte e costruisse case come la tecnica insegna, forse i danni sarebbero minimi. L’uomo ha in sé l’intelligenza per costruire anche in zone sismiche ma con una saggezza diversa. Sì o no?». 
Ma che discorso è? E se la domanda fosse stata posta quando nessuno conosceva tecniche antisismiche? Che cosa mai poteva fare l’uomo, una volta, per difendersi da belve feroci e sciagure naturali? E che cosa può fare ancora oggi per difendersi da certe malattie che non perdonano, che cosa può fare per evitare che nascano ogni giorno nel mondo oltre ottomila bambini segnati da una delle migliaia di malattie genetiche? E poi, la domanda viene posta anche davanti ad efferati crimini commessi proprio dall’uomo. Così ha fatto papa Francesco ad Auschwitz, e così fece Benedetto XV, quando disse: «Perché Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto quest’eccesso di distruzione e questo trionfo del male?». Il che, in tal caso, significa: “Perché, Signore, hai dato la possibilità all’uomo di compiere tanto male?”. 
Ma perché questa domanda, di chi si sente smarrito, perduto, abbandonato, viene spesso disapprovata? Alcuni cattolici sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, l’hanno considerata come una sorta di rimprovero a Dio. E così sembra considerarla Ernesto Olivero. Allora anche Gesù stava rimproverando Dio, quando gridò "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
La domanda viene fraintesa anche quando si risponde che Dio è nei sofferenti, nelle vittime, quasi come se si volesse sapere realmente “dove” si trovi Dio, e non perché abbia permesso tanto male. 
Ma è proprio questo che si chiede a Dio, in realtà? Perché permette il male? E che cosa dovrebbe fare, Dio, intervenire ora qua ora là sulla terra? Sciocchezze! Io credo che la domanda dove sia Dio, che viene spontanea davanti ad immani tragedie, sia semplicemente il grido di chi invoca aiuto in un momento di smarrimento, di paura, e sia anche, nella sostanza, la domanda a Dio perché abbia creato un mondo dove spesso il male sembra prevalere sul bene. Domanda che non ha risposta.
Renato Pierri



Giovedì 01 Settembre,2016 Ore: 17:24
 
 
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