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www.ildialogo.org La nascita dei bambini e il nostro interesse,di Francesca Ribeiro

La nascita dei bambini e il nostro interesse

di Francesca Ribeiro

“Debellare il senso di colpa” (Marsilio Editore) è un libro di Lucio Della Seta,  analista psicologo della scuola di Jung.  L’ho trovato molto interessante. Solo un paio di punti, forse a causa della mia ignoranza in materia, non mi hanno convinto: là dove Della Seta dà per scontato che il libero arbitrio non esista, mentre non mi pare che sia un problema risolto, e là dove scrive: «Che si utilizzino i figli per i propri fini personali, del resto, è inevitabile, almeno all’inizio della loro vita. Non ci è possibile fare un figlio nel suo interesse, ma solo nel nostro. Viviamo il nostro desiderio di averlo, non il suo, e il nostro desiderio è per forza riferito a noi e ai nostri bisogni psichici. Per assecondare una spinta biologica, per assicurarci amore e interesse da parte di qualcuno, per avere qualcuno di cui occuparci, per accontentare un coniuge, per sentirci immortali, per soddisfare una nostra necessità di seguire un comandamento divino, perché la popolazione sta invecchiando, per avere “braccia per lavorare”, per produrre soldati, per la sopravvivenza del gruppo. E per altre ragioni ancora, nessuna delle quali è legabile a un interesse – tanto meno a un desiderio – del nascituro. Un bambino nasce sempre perché “serve” ai genitori, al loro interesse per se stessi, o in quanto membri di una comunità» (pagine 168 e 169). Ho pensato ai milioni di bambini che sono nati e tuttora nascono sebbene in misura minore, senza che sia stata presa in anticipo la decisione di concepirli da parte dei genitori. E ho pensato ad un colloquio tra due sposi che hanno letto il libro di Della Seta.  Un giorno lei si trova ad essere incinta. Non se l’aspettavano. Magari avevano anche preso precauzioni per non avere bambini.  Lui chiede a lei: “Che facciamo? Ricorriamo all’aborto oppure ce lo teniamo questo pargoletto? Ci “serve” o non ci “serve”?”. E lei: “Che dirti, maritino mio? Io vorrei metterlo al mondo perché sento già di volergli bene, ma Della Seta dice che così faccio il mio interesse e non il suo”. Il marito: “Sì, è impossibile mettere al mondo un figlio nel suo interesse, così scrive  Della Seta”. E lei: “Ma perché dobbiamo parlare di interesse? Non possiamo parlare del nostro amore che trabocca e si riversa sulla creatura che nasce? Che cosa c’entra l’interesse? Perché Della Seta dice per avere qualcuno di cui occuparci, e non dice perché conseguenza dell’amore che si riverserà sul di lui? E perché dobbiamo domandarci se il bambino ci serva o non ci serva, e non chiederci se possiamo servire o non servire noi a lui? Io non credo che ci sia sempre un nostro interesse, un nostro fine nel procreare.  Il nostro amore, a prescindere da ciò che vogliamo o non vogliamo noi, è di per sé nell’interesse della creatura che nasce. Di norma agiamo nel nostro interesse quando non li facciamo nascere, i bambini, non quando li facciamo nascere”. 
Francesca Ribeiro



Mercoledì 24 Agosto,2016 Ore: 17:40
 
 
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