- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (241) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org L’omosessualità e i ragionamenti dello scrittore Giorgio Ponte,di Elisa Merlo

L’omosessualità e i ragionamenti dello scrittore Giorgio Ponte

di Elisa Merlo

Leggo sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, un’intervista rilasciata dallo scrittore Giorgio Ponte all’Associazione Lerici Domani. Ne trascrivo un passo:  “ ... io non mi sono mai sentito discriminato dalla Chiesa per le mie inclinazioni sessuali. Infatti la tendenza omosessuale, come ogni altra inclinazione, per la Chiesa non costituisce di per sé un peccato. Molti però non hanno avuto la stessa grazia di essere accolti in Verità, come è accaduto a me. Alcuni aprendosi con qualche sacerdote si sono sentiti additati e condannati, altri invece sono stati accolti, ma in direzioni molto diverse da quelle della Chiesa e simili a quelle dei movimenti LGBT, secondo un modello antropologico che nulla ha a che vedere con quello cristiano e in nome di un buonismo che non ha fatto altro che generare confusione in tanti. Noi saremmo nati così e quindi in quanto nati così, saremmo sostanzialmente esenti da una chiamata alla castità che riguarda ogni altro uomo sulla terra, e che nel nostro caso significa anche continenza. Se questa è la nostra natura, infatti la richiesta della Chiesa sarebbe una violenza assurda. Ma se invece l’omosessualità è il frutto di una nostra ferita emotiva, allora tutto ha senso”.
Ora, il fatto che Giorgio Ponte non si sia mai sentito discriminato dalla Chiesa, non significa nella maniera più assoluta che la Chiesa non abbia discriminato e tuttora non discrimini le persone omosessuali. Senza neppure rendersene conto Giorgio Ponte rileva la discriminazione. Scrive, infatti: “castità che riguarda ogni altro uomo sulla terra, e che nel nostro caso significa anche continenza”. Ecco: la Chiesa tratta alle stessa maniera persone eterosessuali e persone omosessuali, vuole la castità dagli eterosessuali e la castità dagli omosessuali, ma quest’ultima per gli omosessuali significa continenza per tutta la vita.  E questa è una crudele insensata discriminazione. Trattare alla stessa maniera persone con bisogni diversi, è discriminare. Una madre che dà la pappa al bambino di un anno e la stessa pappa al figlio di quindici anni, fa una palese discriminazione. Trattando alla stessa maniera i due figli, infatti, maltratta il più grande.
Giorgio Ponte, evidentemente non si sente neppure discriminato quando la Chiesa lo tratta come un povero disgraziato, affermando che deve essere trattato con “compassione e delicatezza” (n. 2358 del Catechismo). Beato lui. 
Elisa Merlo



Martedì 23 Agosto,2016 Ore: 11:44
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info