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www.ildialogo.org  Non esiste motivo per ritenere eroi i due marò,di Renato Pierri

Lettera
 Non esiste motivo per ritenere eroi i due marò

di Renato Pierri

Beppe Severgnini ha definito irritante la seguente mia lettera da lui pubblicata il 30 maggio su Italians – Corriere della Sera, e che trascrivo in parte:  «Il 17 marzo del 2012, il quotidiano La Repubblica pubblicò l’intervista che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rilasciarono in India  al giornalista Paolo G. Brera. Alla domanda del giornalista:  “Non vi sentite responsabili?”, non risposero con fermezza: “Assolutamente, no!”, ma: "Ci dispiace che abbiano perso la vita due persone allo stesso modo come ci dispiace della morte di altri cinque pescatori indiani in un incidente con una nave pochi giorni dopo. Siamo uomini di mare, le vite perse in mare ci dispiacciono sempre". Poi il giornalista domandò: “Torniamo a quel pomeriggio. Siete in mare, il barchino si avvicina e potete girare la scena una seconda volta. La rifate uguale o vi comportate diversamente?”. Risposta: "No comment". I due marò non protestarono la propria innocenza. Ora, il fatto che siano stati ingiustamente trattenuti per troppo tempo in India, non li rende innocenti e, soprattutto, non li rende degli eroi. E perché allora al rientro nel nostro Paese sono trattati come eroi?… Se un poliziotto scambia una persona innocente per un pericoloso bandito e lo uccide, il Presidente della Repubblica lo riceve al Quirinale come se fosse un eroe?…  Forse le vite perse in mare non dispiacciono per niente».
Ed ecco il commento di Beppe Severgnini: «Lettera irritante: posso dirlo? Perché i due marò vengono trattati come eroi? Be’, perché lo sono diventati, loro malgrado. Per almeno quattro motivi. (1) Perché, in India, sono diventati  un pretesto per le trame nazionaliste di una parte politica. (2) Perché l’Italia ha commesso alcuni errori e loro li hanno pagati (portare la nave in un porto indiano, tentare di risolvere la questione contando solo sulle nostre forze). (3) Perché i due militari italiani possono aver sbagliato. Ma la zona e la situazione erano confuse e pericolose. Farli passare per pistoleri avventati mi sembra folle. (4) Perché hanno pagato caro quell’errore (se c’è stato)»..
Ho ricevuto molti commenti di disapprovazione e altrettanti commenti di approvazione. A coloro che hanno disapprovato, compreso il simpatico Severgnini, consiglio semplicemente di consultare un buon dizionario. Il termine “eroe” è così definito sul Treccani: “Chi, in imprese guerresche o di altro genere, dà prova di grande valore e coraggio affrontando gravi pericoli e compiendo azioni straordinarie: comportarsi, combattere, morire da e.; gli e. omerici, gli e. della Tavola Rotonda; un e. del Risorgimento; l’e. dei due mondi, titolo attribuito per antonomasia a G. Garibaldi”.
Nessuno dei motivi addotti da Severgnini, rende eroi i due marò. Al più, in senso figurato, potrebbero essere definiti martiri. Ma sarebbe un’esagerazione.
Renato Pierri



Martedì 31 Maggio,2016 Ore: 20:17
 
 
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