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www.ildialogo.org Il nemico dei bambini non è il fantasma gender,di Elisa Merlo

Lettera
Il nemico dei bambini non è il fantasma gender

di Elisa Merlo

Una triste notizia:  “Save the Children, il futuro a rischio dei bimbi dimenticati. Perché che futuro può esserci per un mondo dove, oggi, 400 milioni di bambini vivono in condizioni di estrema povertà, altri 400 subiscono discriminazioni a causa della loro etnia o religione, 150 milioni sono disabili e per questo maggiormente soggetti a maltrattati. E ancora, 58 milioni di ragazzini sotto i 13 anni non vanno a scuola e 6 milioni di bimbi sotto i 5 anni muoiono a causa di malattie che pure sarebbero facilmente curabili e prevenibili. Lo denuncia Save the Children, l'organizzazione internazionale che da quasi un secolo (è nata nel 1919) si occupa di aiutare famiglie e bambini colpiti da catastrofi naturali o le cui vite sono sconvolte dalle guerre” (La repubblica del 28 aprile).
Una notizia, invece, che credevo fosse bella, l’ho appresa dal blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. Notizia riportata da Radio Vaticana:  «“Andate avanti così”: questo l’incoraggiamento del Papa a Massimo Gandolfini, presidente del “Comitato Difendiamo i nostri figli”, durante l’udienza di oggi in Vaticano. “Molte sono le sfide che stiamo affrontando” ha detto il promotore del Family Day dopo l’incontro con il Pontefice». Credevo fosse bella perché ho pensato: “C’è qualcuno che si preoccupa di milioni di bambini dimenticati. Evidentemente per “nostri figli”, questo generoso signore che si è recato dal Papa, intenderà i bambini di tutto il mondo. E per questo il Papa lo ha incoraggiato a continuare a battersi per il futuro dei bambini affamati, discriminati, maltrattati. Ma quale la delusione? Da chi il generoso signore vuole difendere i suoi figli? Da un fantasma. Dal “gender”. Un fantasma prodotto dall’ignoranza. Mi limito a trascrivere alcune righe di un articolo sull’argomento, di “Noi siamo Chiesa”: «In realtà quanti si sono occupati seriamente degli “studi di genere” sanno che essi hanno forme e teorie diverse tra loro, che non ha senso parlarne in modo univoco, indistinto e caricaturale come se fossero una cosa sola e che esistono riflessioni teologiche, elaborate anche nell’ambito della teologia femminista, che ne propongono un’assunzione critica che può essere positiva per l’antropologia cristiana. E’ appunto quello che facciamo noi quando parliamo di “prospettiva di genere” che è il rapporto tra la differenza sessuale e il contesto sociale e culturale con cui essa si confronta... Papa Francesco è intervenuto poche volte sulla questione chiedendosi, per esempio, se la cosiddetta teoria del gender “non sia anche l’espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale, ma ciò è il problema non è la soluzione”. Altre volte ha parlato di possibile “colonizzazione ideologica” e di “sbaglio della mente umana che crea tanta confusione”. A noi sembra che il papa abbia usato un linguaggio riguardante qualcosa che in realtà egli non conosce a fondo, perlomeno per come essa si manifesta nel nostro paese. Possiamo affermare questa sua non conoscenza anche per quanto riguarda il pensiero “femminile” elaborato da molte teologhe del nostro paese e fuori. Il papa, in questo caso, ci sembra riprenda quanto detto da altri senza essere consapevole – come ha scritto Vito Mancuso- che “aldilà di singoli episodi legati al mondo dello spettacolo dove si fa di tutto per emergere, in realtà nessuno nel mondo lgbt intende abolire il dato del maschile e del femminile”».
Sarà il caso che il generoso signore si preoccupi dei veri nemici dei bambini, non di fantasmi?
Elisa Merlo



Domenica 01 Maggio,2016 Ore: 09:54
 
 
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